opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi....

27
5 Indice Introduzione 6 1. Cos’è il Training Autogeno 7 1.1 Training Autogeno – Storia 8 2. Applicazioni in ambito clinico e non clinico 12 2.1 Regolazione neurobiologica dell’ansia 16 2.2 Significato dell’ansia 19 3. Ambiente e posizioni del Training Autogeno 21 3.1 Esercizi del Training 23 3.2 Consigli pratici 25 Conclusioni 27 Bibliografia 28 Sitografia 30

Upload: others

Post on 22-Apr-2020

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

5

Indice Introduzione 6

1. Cos’è il Training Autogeno 7 1.1 Training Autogeno – Storia 8

2. Applicazioni in ambito clinico e non clinico 12 2.1 Regolazione neurobiologica

dell’ansia 16 2.2 Significato dell’ansia 19

3. Ambiente e posizioni del Training Autogeno 21 3.1 Esercizi del Training 23

3.2 Consigli pratici 25 Conclusioni 27 Bibliografia 28 Sitografia 30

Page 2: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

6

Introduzione Il Training Autogeno è un metodo di autodistensio-ne da concentrazione psichica passiva che, attraver-so l'apprendimento progressivo di esercizi specifici, consente di ottenere in tempi brevi e apprezzabili modificazioni dell'unità psico-somatica e di inter-venire su numerosi disturbi funzionali. Il metodo, nella versione di Schulz, se praticato correttamente e costantemente, permette di miglio-rare il contatto con se stessi, combattere lo stress, le tensioni muscolari e psichiche, la mancanza di energia, l’ansia e le sue somatizzazioni organiche (tremori, insonnia, sudorazione, tachicardia, op-pressione toracica, gastrite, stipsi, asma bronchiale, tachicardie parossistiche, tic, alcune manifestazioni cutanee come l’alopecia e la psoriasi, ecc.). Obiettivo del Training Autogeno è toccare l'indivi-duo nella sua unitarietà e renderlo autonomo. Infat-ti, il termine autogeno significa che la persona au-tonomamente, dopo il periodo iniziale di training, può modificare le funzioni del proprio sistema neu-rovegetativo. In questo modo si diventa autori del proprio benessere psicofisico. Schultz stesso definì il Training Autogeno come un metodo di auto-distensione che consente di modifi-care situazioni psichiche e somatiche.

Page 3: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

7

1. Cos'è il Training Autogeno? Il Training Autogeno è, riprendendo le parole del suo ideatore, Neurologo e Psichiatra berlinese Jo-hannes Heinrich Schultz, (1884-1970), “un metodo di autodistensione da concentrazione psichica pas-siva1”. “Il principio fondamentale del metodo con-siste nel determinare, per mezzo di particolari esercizi fisiologici-razionali, una deconnessione globale dell'organismo che, in analogia con le me-todologie eteroipnotiche, permette di raggiungere le realizzazioni proprie degli stati suggestivi”2. Il Training Autogeno nasce ufficialmente nel 1932, anno in cui fu pubblicata l’opera fondamentale di Schultz, “Das autogene training” (Il Training Au-togeno); in essa sono presenti tutti i risultati che lo psichiatra tedesco ha raccolto nel corso degli anni e che risentono fortemente degli studi sull’ipnosi di Hippolyte Bernheim e Jean-Martin Charcot (primi del ’900). L'autore partendo dalle tecniche di ipnosi e in particolare dalle ricerche sul sonno fatte da Oscar Vogt, mise a punto una tecnica che, a diffe-renza dalle precedenti metodologie, attribuiva al soggetto/paziente un ruolo attivo ed indipendente dal terapeuta nel raggiungere lo stato di rilassamen-to. Il Training Autogeno, più comunemente conosciuto con l'acronimo T.A., consiste in una serie di eserci-zi di concentrazione che si focalizzano su diverse

Page 4: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

8

zone del corpo. Tale concentrazione ha lo scopo di attivare uno stato di rilassamento sia a livello fisico che a livello psichico. Con tale metodo, si potrà avere la possibilità di ottenere, tramite la concen-trazione mentale, delle modifiche reali a livello corporeo che a loro volta coinvolgeranno l’intera sfera psichica del soggetto. Tale modificazione è possibile, giacché sappiamo che mente e corpo sono strettamente correlate tra loro anche se sono componenti indipendenti e auto-nome. Le due componenti si influenzano recipro-camente e in modo costante. Infatti, è possibile, con il semplice apprendimento degli esercizi, ottenere delle modificazioni delle funzioni organiche e non. Proprio la costanza farà si che lo stato di distensio-ne e il benessere psico/fisico non debbano essere ricercati attivamente, ma che si producano in modo autonomo e spontaneo (autogeno). Gli esercizi del T.A. di Schultz sono studiati e mes-si in un ordine specifico affinché si possano realiz-zare delle modificazioni che sono diametralmente opposto a quelle dello stress.

1.1. Training Autogeno – Storia Il principio su cui si basa il Training Autogeno è il condizionamento classico, più noto anche come condizionamento pavloviano. Attraverso il condizionamento pavloviano, il Training Autogeno consente di ottenere, ripetendo degli esercizi specifici, l’associazione tra una formula e uno stato

Page 5: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

9

psicologico o fisiologico. Si basa sull'allenamento di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva. Gli studi di Schulz hanno messo in rilievo un fenomeno naturale noto come ideoplasia3 di Forel. Lo studioso riteneva che il pensare di effettuare un movimento, potesse generare delle modificazioni elettriche a livello neuronale in corrispondenza della zona cerebrale interessata a detto movimento. Tale fenomeno accade parzialmente anche a livello delle fibre nervose motorie dell’organo interessato. Allo stesso modo, attraverso un opportuno percorso di allenamento, immaginare e rappresentarsi mentalmente determinati stati (calma, calore, pesantezza ecc.) li induce veramente. Il fine è quello di raggiungere una condizione di cosciente passività, che si realizza quando il soggetto si lascia andare ad un atteggiamento d’indifferente contemplazione di quanto spontaneamente accade nel proprio organismo e nella propria mente. In seguito all’apprendimento di questa tecnica ed all’allenamento quotidiano del paziente, si sviluppano spontaneamente modificazioni psichiche e somatiche di senso opposto a quelle provocate nella nostra mente da uno stato di tensione, di ansia e stress. Il principio fondamentale dell'autogeno è l’autogenicità: affinché questa si realizzi è importante che il paziente svolga gli esercizi in modo costante e autonomo; il compito dello Psicologo è, dunque, quello di illustrare progressivamente il metodo, supervisionare il

Page 6: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

10

lavoro individuale del paziente e favorire l’elaborazione del vissuto che emerge durante l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e di fornire al paziente uno strumento che possa poi essere utiliz-zato in modo autonomo. I principali risultati che si possono ottenere con la pratica del T.A. sono tre:

1. equilibrio neurovegetativo; 2. stato di calma; 3. modifiche di personalità.

Gli effetti diretti del T.A. sull’individuo si possono così riassumere: • un più profondo e rapido recupero di ener-

gie, autoinduzione alla calma tramite il ri-lassamento interiore,

• autoregolazione di funzioni corporee invo-lontarie (apparato cardiocircolatorio, respi-ratorio, viscerale) miglioramento della ca-pacità di concentrazione e delle prestazioni mnemoniche,

• diminuzione della percezione del dolore (at-traverso la modificazione del vissuto di sof-ferenza)

• autodeterminazione per mezzo di proponi-menti che permettono di superare specifiche difficoltà,

• introspezione e autocontrollo attraverso l’ascolto del proprio corpo, quel “tuffo in se stessi” (Schultz) che permette una miglior coscienza di sé.

Page 7: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

11

Il Training Autogeno nasce dall'esigenza di gestire adeguatamente lo stress a cui siamo sottoposti gior-nalmente, soprattutto in questo periodo storico pie-no di cambiamenti repentini. E' una tecnica di rilas-samento di interesse psicofisiologico, usata in am-bito clinico nel controllo dello stress, nella gestione delle emozioni e nelle patologie con base psicoso-matica. Il Training viene usato anche in ambiti non clinici soprattutto in quello sportivo e in tutte quei contesti che richiedono il raggiungimento di un alto livello di concentrazione e gestione dell'ansia.

Page 8: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

12

2. Applicazioni in ambito clinico e non clinico Il campo di applicazione più importante del T.A. è l'autoregolazione delle funzioni normalmente invo-lontarie. Oggi si parla di disturbi funzionali o di sindrome psico-vegetativa in cui l'aspetto vegetativo e quello psichico sono sempre presenti contemporaneamen-te nelle singole manifestazioni della sindrome. La diagnosi di un disturbo psico-vegetativo, parte di solito, dall'esclusione di una malattia organica; una caratteristica dei pazienti psicosomatici è la scarsa percezione dei loro conflitti interni ed ester-ni.. Il sintomo psicosomatico è da intendersi come con-seguenza di un disturbo vegetativo funzionale, do-vuto alla rimozione di una certa quantità di energia psichica all'interno di un conflitto costante. Lo schema delle nevrosi riportato da Schultz, può essere un buon aiuto per la valutazione delle possi-bilità terapeutiche dei disturbi psico-vegetativi: • Nevrosi endogene, tali nevrosi dipendono

da fattori esterni e ambientali; • Nevrosi marginali, questi ultimi fanno parte

dei meccanismi psichici primitivi, affini ai meccanismi fisiologici come memoria, as-suefazione e riflessi condizionati, il cui con-flitto rispecchia un atteggiamento psichico errato nei confronti dei propri processi or-ganici e del proprio fisico;

Page 9: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

13

• Nevrosi stratificate, cioè conflitti endo-psichici tra i desideri istintuali e la loro pos-sibilità di realizzazione di cui l'individuo non e' cosciente;

• Nevrosi nucleari. • Tipiche dei disturbi psico-vegetativi sono: la

multiformità delle manifestazioni, la quanti-tà dei disturbi, la frequenza del fenomeno generico (nervosismo), il decorso vario, la frequenza del fenomeno generico e l'aspetto di inadeguatezza.

• Tra i disturbi psico-vegetativi trattabili con il Training Autogeno ci sono:

• disturbi dell'alimentazione e della digestio-ne;

• disturbi dell'apparato cardio-circolatorio; • disturbi della respirazione; • disturbi degli organi addominali (sessuali e

della vescica); • disturbi della pelle; • degli occhi, della regolazione ormonale e

della biochimica ematica; • degli organi di sostegno e della locomozio-

ne; • disturbi neurologici.

In ambito clinico: • Per quanto concerne l'apparato digerente, il

T.A., favorisce la normalizzazione dei fatto-ri stressanti collegati alle patologie dell’apparato, tutto ciò tramite l’autoregolazione delle funzioni motorie,

Page 10: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

14

vasomotorie e secretive dell’apparato ga-strointestinale.

• Il T.A. si è dimostrato particolarmente utile per contrastare alcuni disturbi dermatologi-ci, come ad esempio eczemi, psoriasi e pru-riti, che si presentano abitualmente nel soggetto in situazioni di forte stress, ansia e sovraccarico mentale, quindi patologie psi-cosomatiche.

• Per quanto riguarda l'apparato respiratorio, il T.A. agisce sui meccanismi fisiologici del disturbo lavorando sulla respirazione dia-frammatica e sulle sue implicazioni psico-dinamiche. Nei casi cronici può essere utile associare il T.A. alle abituali terapie farma-cologiche.

• Per l'apparato circolatorio, il T.A. dimi-nuendo l’ansia e le preoccupazioni migliora la circolazione periferica, assesta valori pressori, induce uno stato di calma.

• Per le turbe neurologiche, il T.A. rappresenta in questi casi un affiancamento, non certo una risoluzione del disturbo. Nella malattia di Parkinson e nella sclerosi multipla si è mostrato utile per ridurre l’ipereccitabilità e l’ansia legata alle conseguenze della malattia. Ha dato buoni risultati anche nell’illusione dell’arto fantasma che insorge talvolta dopo amputazione, in quanto favorisce l’elaborazione della propria immagine corporea. Nei disturbi del sonno il T.A.

Page 11: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

15

riduce l’eccessiva eccitazione e, regolarizzando il ciclo sonno-veglia, può essere utile anche nella narcolessia. Inducendo analgesia attraverso la modificazione del vissuto del dolore, si è mostrato utile nel ridurre il dolore nelle cefalee.

• Per disturbi d’ansia, attacchi di panico e fobie il T.A., esercita un’influenza sui sintomi proprio in quanto lavora sull’attesa della paura, che solitamente genera il circolo vizioso dell’attacco di ansia. Nella fase acuta del disturbo, può essere utile accostare il T.A. a terapie farmacologiche.

• Nei soggetti dipendenti da sostanze con una buona motivazione all’interruzione, e buona collaborazione, il T.A. riduce la tensione, ripristina il ciclo sonno-veglia, rinforza la sicurezza in sé e la motivazione. In questi casi può essere utile il T.A. in situazioni di gruppo; controindicati sono i casi in cui la dipendenza da sostanze si accompagna a un disturbo di personalità strutturato.

• Il T.A. nei disturbi della sessualità effettua uno smorzamento della risonanza emotiva predisponendo alla calma e agendo sull’ansia di attesa, favorendo il lavoro sulle implicazioni psicodinamiche che predi-spongono al disturbo.

A livello preventivo, e in un’ottica di miglioramen-to globale, di benessere psico- fisico, il Training Autogeno viene consigliato per apprendere il con-

Page 12: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

16

trollo e gestione dello stress e reazioni emotive ec-cessive nonché per imparare l’autoinduzione alla calma. Molti ritengono, inoltre, che gli esercizi di Training Autogeno possano aiutare il soggetto a migliorare in modo significativo le proprie presta-zioni mentali. Attualmente, uno dei campi di maggiore applica-zione del Training Autogeno, in ambito non clinico, è l’attività sportiva.

2.1. Regolazione neurobiologica dell’ansia

Nella pratica clinica i disturbi d’ansia rappresenta-no una delle patologie più frequenti e costituiscono un ulteriore fattore di rischio per l'insorgere di di-verse patologie a carico del nostro organismo. Le manifestazioni fisiologiche dell'ansia compaiono e si diffondono rapidamente, durano a lungo e si ri-solvono lentamente. La persona, pur soffrendo di tale sintomatologia, non la identifica come ansia perché non elabora correttamente il proprio stato interno. L'ansia non regolata adeguatamente, au-menterà fino a peggiorare e divenire ansia genera-lizzata. Una peculiare caratteristica dell’ansia è quella di alterare vari parametri neurofisiologici e compor-tamentali, generando sintomi comuni alle patologie endocrine, cardiovascolari, polmonari, gastrointe-stinali, urogenitali, neuro-muscolari, sensitivo-sensoriali.

Page 13: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

17

Il disturbo d’ansia, pertanto, deve essere considera-to una malattia sistemica ad andamento cronico, suscettibile di riacutizzazioni, che richiede atten-zione. Una delle più frequenti cause scatenanti i disturbi d’ansia è rappresentata dallo stress. Quando il cer-vello percepisce un evento come stressante, vengo-no attivate una serie di risposte neurobiologiche e comportamentali, che permettono all’individuo di conservare la stabilità attraverso il cambiamento. Di seguito approfondiamo, da un punto di vista neurobiologico, il percorso di regolazione dell'an-sia. La nostra conoscenza e comprensione del mondo si costruisce attraverso i nostri canali sensoriali quali la vista, l'udito, il tatto, l'olfatto, il gusto, la sensibi-lità al dolore e la propriocezione. Quando perce-piamo una minaccia, l'informazione viene elaborata attraverso le vie sensoriali,il midollo spinale, il tronco cerebrale fino al talamo. Dal talamo l'infor-mazione sensoriale è trasmessa contemporanea-mente • all'amigdala • alla corteccia.

Il talamo invia in circa 12 millisecondi l'informa-zione sensoriale primitiva all'amigdala. Tale veloce e diretto input talamico consente risposte emozio-nali primitive a breve latenza e prepara contempo-raneamente l'amigdala alla ricezione di informazio-ni più complesse proveniente dalla corteccia. Il talamo invia segnali sensoriali più complessi alla corteccia impiegando circa 30-40 millisecondi, af-

Page 14: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

18

finché analizzi ed elabori attentamente ciò che sta accadendo. Se queste regioni corticali e l'amigdala traducono le informazioni sensoriali come indicatori di pericolo, l'amigdala invia segnali all'ipotalamo sia diretta-mente che indirettamente attraverso il locus ceru-leus, situato nel tronco cerebrale. Il locus ceruleus invia segnali alle aree corticali associative, funzio-nando come una sorta di snodo neuronale. Questo gruppo di neuroni coordina la via breve del sistema dello stress e collega le regioni del cervello secer-nenti il CRH, ormone per il rilascio della Cortico-tropina, con il Sistema Nervoso Autonomo, via lunga. Via Breve: l'amigdala invia segnali all'ipotalamo ed alle regioni del tronco encefalo che regolano le ri-sposte anatomiche alla minaccia. L'ipotalamo inte-gra in una risposta coerente le informazioni prove-nienti dalla corteccia cerebrale, dall'amigdala e dal tronco encefalo. L'ipotalamo agisce sul sistema nervoso autonomo mediante la modulazione del feedback di informa-zioni provenienti dagli organi interni. Via Lunga: il locus ceruleus invia segnali all'ipota-lamo, il quale innesca la via lunga del sistema dello stress (asse ipotalamo-ipofisi- surrene). L'ipotalamo secerne Corticotropina (CRH), il più importante ormone dello stress, che giunge all'ipo-fisi che a sua volta rilascia ACTH, ormone adreno-corticotropo, nel sangue. L'ACTH stimola le ghian-dole surrenali a produrre ormoni glucocorticoidi, responsabile del nostro stato di allerta ed incremen-

Page 15: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

19

tano il glucosio ematico fornendo energia a muscoli e nervi.4 In caso di stress acuto l'ipotalamo secerne vaso-pressina per attivare ulteriormente le ghiandole sur-renali. Terminata la minaccia il sistema si disattiva attraverso un collegamento a feedback negativo che permette all'ipotalamo di sopprimere la secrezione di CRH e di interrompere il rilascio di ACTH. Quando il pericolo o la percezione del pericolo si è conclusa, il sistema coinvolto nella regolazione dell'ansia si disattiva rapidamente egli organi ri-prendono le loro funzioni. Tuttavia, in situazioni croniche di stress, il sistema ripetutamente stimola-to può alterarsi e rendere gli organi vulnerabili.

2.2. Significato dell’ansia L'ansia è un'emozione naturale e universale; è gene-rata da un meccanismo psicologico di risposta allo stress, il quale svolge la funzione di anticipare la percezione di un eventuale pericolo prima ancora che quest'ultimo sia chiaramente sopraggiunto, mettendo in moto specifiche risposte fisiologiche che spingono da un lato all'esplorazione per identi-ficare il pericolo ed affrontarlo nella maniera più adeguata e, dall'altro, all'evitamento e alla eventua-le fuga. Questa caratteristica di interesse ed evita-mento nei confronti di un possibile pericolo si ri-trova soltanto negli esseri umani e negli animali

Page 16: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

20

superiori e favorisce la conoscenza del mondo cir-costante e un migliore adattamento ad esso.5 L'ansia, oltre a rappresentare una reazione universa-le, primitiva ed aspecifica, in alcuni contesti arriva ad assumere modalità autoinibitorie. Freud, nel 1925, definì l'ansia un “segnale di peri-colo dato dall'IO”, che a sua volta reagisce produ-cendo i “sintomi creati per sottrarre l'IO dalla situa-zione di pericolo”. Pertanto, i sintomi, assumono valore difensivo, mettendo in atto condotte di evi-tamento. Il ruolo originario degli effetti inibitori è quello di autoregolazione e di autocontrollo delle emozioni che, se innaturalmente esasperate, compromettono la funzione adattiva di controllo e finiscono per esercitare inibizione, sabotaggio e disfunzioni so-matiche. In tale contesto si inserisce il Training Autogeno quale Tecnica capace di consentire un recupero dell'equilibrio interiore della persona.

Page 17: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

21

3. Ambiente e posizioni del Training Autogeno La postura del soggetto e l'ambiente nel quale si svolgono gli esercizi assumono una notevole im-portanza nello svolgimento della Tecnica del Trai-ning Autogeno. Pertanto è opportuno svolgere gli esercizi un ambiente tranquillo, non troppo caldo né troppo freddo, scarsamente illuminato per con-sentire una ulteriore diminuzione delle stimolazioni esterne. Si deve tenere anche in considerazione l'abbiglia-mento, il soggetto che si sottopone al Training Au-togeno non deve essere disturbato da indumenti troppo stretti (colletti, cravatte, cinture, elastici) o troppo pesanti e che possano pertanto determinare un accumulo di calore. Anche la postura del soggetto risulta essere un fat-tore determinante e caratterizzato da una totale as-senza di tensione muscolare per facilitare il rag-giungimento della maggior passività possibile. Per lo svolgimento degli esercizi somatici inferiori si possono assumere le seguenti posizioni: • Posizione supina: inizialmente è la migliore,

Page 18: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

22

si suggerisce anche un sostegno per la nuca. Le braccia proseguono lungo il corpo, con i gomiti leggermente flessi e le palme rivolte verso il basso. Gli arti inferiori non devono essere incrociati, i piedi sono rilassati e ri-volti verso l'esterno.

• Posizione seduta: si può utilizzare un'acco-gliente poltrona dallo schienale alto per so-stenere il capo. I braccioli della poltrona de-vono essere posti in modo che le braccia vi si appoggino passivamente e senza tensioni muscolari. La schiena deve aderire como-damente allo schienale e le gambe non de-vono essere spinte in avanti.

• Posizione del cocchiere a cassetta: ci si sie-

de su una panca,uno sgabello o in punta di una sedia in posizione eretta, facendo in modo che la schiena sia distante dallo schienale. Così seduti ci si abbandona verti-calmente, insaccandosi, con le braccia che pendolano ai lati ed il capo perpendicolare al di sopra del grembo, evitando di flettere

Page 19: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

23

eccessivamente il tronco in avanti. La schiena si incurva, il capo penzola verso il basso, leggermente in avanti, il tronco si incassa perpendicolarmente su se stesso; ci si sente appesi ma senza nessuna prestazio-ne muscolare.

3.1. Esercizi del Training Autogeno La tecnica del T.A. esige assoluto silenzio. Tale metodo, come detto precedentemente consente di raggiungere la distensione concentrativa passiva in sei settori del nostro corpo: muscoli, vasi sanguigni, cuore, respirazione, organi addominali e capo. Ov-viamente, iniziare con il rilassamento dell'intero corpo sarebbe un errore, in quanto la concentrazio-ne dovrebbe applicarsi su una zone troppo vasta; per questa ragione ogni esercizio deve essere prati-cato su di un braccio (per i soggetti destrorsi sarà il destro, per i mancini sarà il sinistro) finché la sen-sazione si estende da sé all'altro braccio ed infine si diffonde al corpo quando si generalizza.

Page 20: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

24

Inizialmente il soggetto viene invitato dal condutto-re ad adottare un atteggiamento somatico opportu-no per l'esercizio e quindi ad assumere una posizio-ne comoda priva di tensioni muscolari che rendono impossibile l'esecuzione dell'esercizio. Successivamente il soggetto viene invitato a chiu-dere gli occhi ed a disporsi mentalmente ad un at-teggiamento di calma, rappresentandosi, nel miglior modo possibile la formulazione immaginativa “io sono perfettamente calmo/a”. Tale fase preliminare e propedeutica ad ogni esercizio rappresenta una fase fondamentale di addestramento per la concen-trazione e l'attenzione del soggetto verso il proprio mondo interiore. Una volta compreso ed esperito dal soggetto il si-gnificato della formula dell'induzione alla calma si passa in successione ai seguenti esercizi: • Esercizio dell'esperienza della pesantezza

deputato al rilassamento muscolare; • Esercizio del calore deputato alla dilatazio-

ne dei vasi sanguigni; • Esercizio del cuore deputato alla regolazio-

ne della funzione cardiaca • Esercizio del respiro deputato alla regola-

zione della respirazione; • Esercizio del plesso solare deputato al rilas-

samento del plesso celiaco; • Esercizio della fronte fresca rivolto agli or-

gani cerebrali. Dopo l'esecuzione degli esercizi avviene la ripresa, che deve sempre essere effettuata nello stesso mo-do. Questa ultima fase corrisponde ad una de-

Page 21: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

25

suggestione che deve essere eseguita nel seguente modo: • flettere energicamente le braccia verso l'e-

sterno • inspirare ed espirare profondamente • aprire gli occhi.

3.2. Consigli pratici L’ambiente. Scegli un luogo preciso, preferibilmen-te in casa tua. Il luogo più confortevole possibile, dove sei sicuro di non essere disturbato e riduci al minimo le possibilità di distrazione. Stacca il tele-fono, spegni radio, televisione, stereo e abbassa le luci fino a creare una piacevole penombra, inoltre fai in modo che il luogo sia fresco. Il momento. Anche la scelta del momento ha la sua importanza. Sarebbe opportuno fissarsi delle pause piuttosto regolari da dedicare all’esercizio nell’arco della settimana, affinché la cadenza regolare dello stesso divenga fin dall’inizio una piacevole abitu-dine... Guida pratica al rilassamento e alla medita-zione. L’abbigliamento. Non è necessario alcun abbiglia-mento particolare. L’unica cosa importante è non sentirsi costretti da vestiti troppo stretti o accessori pensanti. Quindi, se è il caso, allenta la cravatta e la cintura, sbottona gonne, pantaloni e colletti troppo stretti, togli l’orologio, gli occhiali e le scarpe. La postura. Gli esercizi possono essere eseguiti in tre posizioni, il soggetto sceglie quella più comoda

Page 22: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

26

per sé. Si deve far in modo che il tuo corpo si rilassi e assuma una posizione tale per cui tutte le tensioni muscolari siano ridotte al minimo. I pensieri. Prima di iniziare gli esercizi, dobbiamo attendere di arrivare ad uno stato di passività. Non si tratta di esercizi da svolgere rapidamente, in mo-do frettoloso. Il respiro è una preziosa fonte di ossigeno, l'ele-mento chiave che permette al corpo di produrre energia. Quando iniziamo a respirare profondamen-te, i capillari si espandono permettendo così una maggiore quantità di ossigeno di raggiungere quelle parti del corpo che ne hanno più bisogno. La respi-razione profonda pompa fluido linfatico, stimola la risposta di rilassamento e dà inizio al rilascio di numerosi neuropeptidi nel cervello (sostanze chi-miche che sembrano svolgere un ruolo fondamenta-le per la biochimica delle emozioni). Più lento è il respiro, maggiore è il controllo sulla nostra mente" (Stellato K., 2008).

Page 23: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

27

Conclusioni Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questo lavoro e ci sentiamo di lasciarvi con una ci-tazione del fondatore del Training Autogeno J.H.Schultz: “Il senso del metodo di autodistensione da concen-trazione psichica del training autogeno è di risol-vere in modo sempre più interiorizzato gli esercizi esattamente prescritti, di sprofondarvisi raggiun-gendo così per l'intero organismo una riconversio-ne, scaturente dall'interno, la quale consente di rinvigorire gli elementi sani, di attenuare o di smantellare gli elementi patologici. Come chi ha imparato a leggere è forzato a leggere ogni volta che vede dei segni scritti, per la persona che abbia appreso il training autogeno un atteggiamento di rilassamento diviene una seconda natura”.6

Page 24: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

28

Bibliografia Peresson, L. (1975). Psicoterapia autogena. Faenza:

Edizioni Faenza. Galimberti, U. (1999). Enciclopedia di Psicologia.

Milano: Garzanti libri . Schultz, J.H., J.H. (1999). Training Autogeno. Vol I

Esercizi inferiori. Milano: Feltrinelli. Farné, M., Calderaio, G., Pozzi, U. (1980). Il Trai-

ning Autogeno di J.H.Schultz. Firenze: Giunti Bar-bera.

Masi, L. (1999). Il training autogeno come psicotera-

pia breve. Schultz, J.H. (1984). Il Training Autogeno. Vol II.

Milano: Feltrinelli. Bazzi, T. & Giorda, R. (1981). Il Training Autogeno,

teoria e pratica. Roma: Città Nuova Roma. Peresson, L. (1980). Psicoterapia Autogena. Faenza:

Edizioni Faenza. Hoffmann, B.H. (1980). Manuale di Training Auto-

geno. Roma: Astrolabio. Alexander, F. (1950). Medicina psicosomatica. Fi-

renze: Giunti Editore.

Page 25: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

29

Lowen, A. (2004). Bioenergetica. Milano: Feltrinelli. Lowen, A. (2003). Il linguaggio del corpo. Milano:

Feltrinelli. Levey, J. (1988). L'arte del rilassamento, della con-

centrazione e della meditazione. Roma: Astrolabio. D'Alessio, M. (1985). L'intelligenza del corpo. Fi-

renze: Giunti Editore. Pancheri, P. (1980). Stress, emozioni e malattia.

Milano: Mondadori. Downing, G. (1998). Il corpo e la parola. Roma:

Astrolabio. Feldenkrais, M. (1984). Conoscersi attraverso il

movimento. Milano: Celuc Libri. Schnake, A. (1998). I dialoghi del corpo. Un ap-

proccio olistico alla salute e alla malattia. Roma: Borla.

Kepner, J. (1997). Body process. Il lavoro con il

corpo in psicoterapia. Milano: Franco Angeli. Schultz, J.H. (1982). Quaderno di esercizi per il

training autogeno. Milano: Feltrinelli.

Page 26: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

30

Kandel, E.R., Schwartz, J.H., Jessell, T.M., Siegel-baum, S.A., Hudspeth, A.J (2014). Principi di neu-roscienze. Milano: Cea Edizioni

Sitografia

http://www.nienteansia.it/ansia-e-stress/

Page 27: opuscolo training autogeno revisionato (corretto3) · l’apprendimento degli esercizi. Diversamente dall’Ipnosi, il Training Autogeno cerca di ridurre gli effetti suggestivi e

Autori Irene Milano, psicologa, specializzanda in psicoterapia Breve ad Approccio Strategico, Istituto per lo Studio delle Psicoterapie. Anna Nastasi, Anna Nastasi, Psicologa, Operatore Training Autogeno, Specializzanda ISP, Istituto per lo Studio delle Psicoterapie. Valeria Verrastro: psicologo-psicoterapeuta, Istituto per lo Studio delle Psi-coterapie; direttore scientifico della rivista Qualepsicologia; ricercatore, Uni-versità degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Filippo Petruccelli, psicologo-psicoterapeuta, Istituto per lo Studio delle Psicoterapie, Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale.