lo stendardo nr. 18

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Periodico della Gradinata Sud Bellinzona (Ticino, Svizzera).

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SABATO 19 SETTEMBRE 2015

“Das isch öppis in Tessin!”,è con queste parole che ilgiornalista svizzero-tedesco che ha diretto ilsorteggio per i 16esimi di

finale di Coppa Svizzera ha accoltol'accoppiamento AC Bellinzona – FC Lugano (oMalcantone Agno, se preferite). Incredibile! Nonsembrava vero: dopo due anni dall'ultimo derbycontro la squadra sottocenerina (giocatosi aLugano e perso in modo rocambolesco 4 a 3), ilComunale sarebbe tornato ad infiammarsi come aivecchi tempi. E non stiamo parlando di unsemplice derby, bensì del derby ticinese perantonomasia. Non ce ne vogliano gli appassionatidi hockey su ghiaccio, ma il vero derby ticinese èquello calcistico. Lo dice innanzitutto la storia, chedai primi decenni del Novecento ha visto l'ACB edil FC affrontarsi un'infinità di volte. Lo dice poi larealtà cantonale ticinese: Bellinzona, il centropolitico ed amministrativo, contro Lugano, ilcentro economico e finanziario. Lo dice pure ladivisione geografica che contraddistingue il nostrocantone: questa partita non vede sfidarsisolamente le rappresentative di due città, bensìdue distinte aree geografiche cantonali, ossiaquella del Sopra e quella del Sottoceneri.Oggi verrà aggiunto l'ennesimo tassello alla storiadi questa sfida infinita. Il destino di questa sfidasembra essere già segnato, si dovrà infatticompiere una vera e propria impresa, oggi èl'occasione giusta! Alzi la mano chi non haperlomeno fantasticato sull'ipotetico scenario chevedrebbe l'ACB estromettere il FCL dalla CoppaSvizzera. Ovvio, soppesando e confrontando

razionalmente i valori dell'effettivo delle duecompagini sembra non esserci storia. Nonfacciamoci dunque illusioni, le quattro categorieche ci separano dal FC Lugano sembrano essere unabisso. Un distacco che ci sarà probabilmentefatale, ma non diamoci comunque subito per vinti.Il bello del calcio, lo sapete, sta però proprionell'imprevedibilità di questo sport. I derby sonoproprio quelle partite in cui le logiche più razionalilasciano lo spazio ad incredibili ribaltoni ed arisultati insperati. Se oltre a ciò si considera poi laparticolarità dei confronti di Coppa, beh, la partitadi oggi ha tutte le carte in regola per esserespettacolare. Fondamentalmente l'ACB non hanulla da perdere, per cui, perché non tentare ilcolpaccio?Come avrete capito, l'edizione de Lo Stendardo cheavete tra le mani è interamente votata al derby dioggi. Appena noto l'esito del sorteggio, il fatto divolervi proporre una nuova edizione delgiornalino, per noi della Redazione, è stato quasiun automatismo. Il nostro intento è quello difornirvi una sorta di accompagnamento allapartita di oggi. Nelle prossime pagine potretequindi trovare un'intervista a Manuel Rivera, unadelle bandiere storiche dell'AC Bellinzona e, nonda ultimo, uno che di derby e di Coppa Svizzera sene intende.Come vi avevamo promesso nell'editoriale dellascorsa edizione, ecco dunque anche il (speriamo)gradito ritorno delle avventure del signor Rossi, ilquale, oggi, è proprio alle prese con il sorteggio diCoppa Svizzera.Vedremo come andrà a finire, sognare una vittorianon ci costa niente: forza granata!

I L DERBY È TORNATO !C O L PA C C I O I N V I S TA?

RedazioneScritto da

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A distanza di 10 anni tra loro, le dueprincipali squadre che hannocontraddistinto e rappresentato, nel bene

e nel male, il Ticino calcistico in Svizzera e nonsolo, hanno subìto lo stesso triste destino, ossia ilfallimento societario.In questa speciale giornata, che vede le duestoriche compagini ticinesi sfidarsi, per pura sceltadel fato, per i sedicesimi di Coppa Svizzera,abbiamo già ricordato le quattro categorie cheseparano le suddette squadre. Certo, sarebbe stataun'occasione per raccogliere delle statistichegenerali volte a riassumere la storia dei confrontitra l’AC Bellinzona e l’FC Lugano, per poter poidescrivere un “quadro generale” con lo scopo dioffrire la possibilità di dare un rapido sguardo aiconfronti giocati, ai goal fatti e subiti, ai goalsiglati più rapidamente, a quale anno risale ilderby con più reti o con più affluenza sugli spalti,e così via. Purtroppo, non è stato possibile reperirecompletamente tali informazioni, le quali, in underby di maggior caratura (basti pensare a quelloitaliano di domenica scorsa, AC Milan – FC Inter),si leggono invece costantemente sulle primepagine dei quotidiani sportivi e non. Nonostante ilpoco materiale a disposizione su Internet, per dareseguito alla nostra prima idea, mi sono invecedeciso a paragonare i due fallimenti societari e lecontendenti di oggi, con particolare attenzione almodo in cui tali avvenimenti hanno irrotto quelliche, sportivamente parlando, erano periodipositivi. Dapprima è stato colpito il Lugano, 10anni dopo l'ACB.L'argomento che si vuole ora trattare interessaperò la sostanziale differenza fra i due “crackfinanziari”. Spesso si è infatti sentito dire che“l'ACB è morto”, ma siamo proprio sicuri che siacosì? Il 16 settembre 2013 è infatti sì fallita l'ACBellinzona SA, ossia la società anonima che facevacapo all'omonima Associazione Calcio Bellinzona,ma non l'Associazione Calcio in quanto tale. Ciòsignifica, in parole povere, che la società fondatanel gennaio del 1904 è ancora tutt'ora viva evegeta, seppur non stia vivendo uno dei suoi

momenti migliori. Ripartendo dalla Seconda LegaRegionale e, soprattutto, evitando un qualsiasi tipodi fusione con un'altra società calcistica (non siamai! ), l'ACB ha quindi potuto dare continuità allasua storia ultracentenaria. L'ACB SA, creata al finedi poter giostrare nei due maggiori campionatisvizzeri, è dunque stata l'unica entità ad esserecolpita dal tracollo finanziario provocato dallagestione Giulini. L'affermazione “la storiacontinua”, che è stata un po' il fil rouge dellapassata stagione, non diciamo quindi il falso.Il FC Lugano, fallito nel marzo del 2003 con unbuco di oltre 70 milioni di franchi, ha inveceadottato ben altra strada. I vertici societari diallora decisero infatti, nel giugno del 2004, difusionare ciò che restava del FCL con il FCMalcantone Agno, neo-promosso nell'allora SerieB.La nuova società, nata appunto dalla fusione diquesti due sodalizi, venne chiamata AC Lugano eriprese l'originale nome FC Lugano solo nel 2008,su decisione dell'assemblea societaria. Con questamossa l'AC Lugano evitò quindi la trafila nelleleghe minori che sta invece affrontando l'ACB.Una mossa sicuramente efficace, ma che di fatto hadefinitivamente cancellato il FCL fondato nel 1908dal panorama calcistico ticinese.Per alcuni, forse, gli eventi appena citati nonavranno molta importanza. Per chi invece dàancora un certo valore alla storia del proprio clubcalcistico, tale questione è parecchio fondamentale.Il FC Lugano che conosciamo oggi è infatti unasocietà nata nel 2004, nonostante dirigenza esostenitori omettano spesso questo fatto,rivendicando nel 1908 l'anno di fondazione dellasocietà calcistica bianconera. Sostanzialmente, lasquadra contro cui giochiamo oggi è quindi ilMalcantone Agno, o perlomeno non il Luganofondato nel 1908.Ecco dunque spiegato il motivo dei ripetuti sfottòche, quasi a scadenza regolare, ci piace indirizzarea quelli che qualcuno chiama “cugini”, nonostantecon loro, come visto anche a livello storico, ci siaben poco da spartire.

DUE FALL IMENTI A CON FRONTOL ' O R I G I N E D I U N O S F O T T Ò

PolpoPaulScritto da

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L ' I N TERVI STA : MANUEL R I VERAU N AM O R E I N F I N I T O P E R L ' A C B

SkarotaScritto da

Come mai dopo essere stato allontanatodall'ACB hai deciso di tornare a dare unamano?Tutte le volte che sono sparito è perché sono statoallontanato da alcune persone presenti in seno allasocietà: la prima volta Calleri, la seconda voltaGiulini. Questo mi ha fatto male, perché nelperiodo in cui sono andato a Chiasso mi era stato

promesso da Giulini, a parole, che avrei potutofirmare per 5 anni come giocatore, parte dellostaff, o qualsiasi altra cosa che facesse partedell'ACB. Questo era il progetto per il primo anno,conseguente alla salvezza dopo la promozione inSuper League. Dopo la promozione avevo mercato,Degennaro aveva trovato delle ottime soluzioniper me: potevo tornare a casa (in Perù, ndr) e

Manuel Garrido Rivera, nato a Lima,capitale del Perù, il 16 marzo 1978,stato un giocatore svizzero nel

ruolo di centrocampista. Il debutto in LegaNazionale B con la maglia granata avvienenella stagione 1999/2000. In quella stagione,prima di essere trasferito al Kriens, disputò 27incontri, andando a segno tre volte. Fa ritornonella Capitale l'anno dopo, restandovi per duestagioni e mettendo a segno 8 reti in 51incontri. Nel gennaio 2003 passa alMalcantone Agno in Prima Lega, per poitrovare spazio nel Vaduz fino alla fine del2005, quando fa ritorno a Bellinzona. Con lamaglia granata tra il 2005 e il 2009 raggiungeil secondo posto in Coppa Svizzera econquista la sua prima promozione in Super

League. A seguito della sconfitta a Ginevranel 2011, il Bellinzona retrocede in LNB e aManuel Rivera non viene rinnovato ilcontratto, cosa che lo spingerà a vestire perun anno la casacca del Chiasso.Nel 2012 decide di appendere le scarpe alchiodo, e si concentra sulla sua carriera diallenatore, dapprima con le giovanili dell'ACBe come consulente della FTC per poiapprodare sulla panchina della prima squadradel Bellinzona in qualità di assistenteallenatore.

Abbiamo scelto di intervistarlo per avereun'opinione da parte di una figura, la sua, cheha preso parte agli avvenimenti più esaltati, epiù tristi, della recente storia Granata.

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andare in Nazionale, ma ho scelto di rimanere quaperché stavo vivendo il sogno di chiunque abbiauna passione per il Bellinzona. Essere trattato cosìmi ha fatto molto male, tanto che avevo quasideciso di non giocare più. Invece, parlando conalcune persone, mi sono convinto ad andare aChiasso, ma è stato un anno completamente dadimenticare. In ogni caso ero sempre presente peroccuparmi del settore giovanile (dell'ACB, ndr) edho sempre avuto buoni rapporti con PaoloRighetti. Fu proprio lui che, l'anno scorso, mipropose addirittura come aiuto allenatore di ArnoRossini, il quale aveva però già pronto un suo staff.Dopo l'allontanamento di Rossini sono statorichiamato: non sono riuscito a dire di no ad unasocietà che mi ha dato tanto, ed ho quindiaccettato l'incarico. Per una strana coincidenza,quel weekend mi trovavo a Taverne proprio conSimone (Patelli, ndr), per le selezioni della FTC, elui stesso mi chiese, in quel momento, se erodisposto a dargli una mano con l'ACB. Ed oggi,eccomi qui!

Hai parlato di altre altre offerte dopo lapromozione, ci puoi dire quali?Ho ricevuto un'offerta dal Como, che dalla C1puntava alla serie B. Ricordo che, dopo iltriangolare di Morbio, Degennaro mi fececonoscere una persona legata alla societàlombarda, con cui siamo andati a bere qualcosa.Questa persona mi propose un contratto dove iopotevo scegliere solamente la cifra. Degennaro,inizialmente, si vergognava un po', perché nonsapeva come dirmelo. Rifiutai l'offerta: non avevomai giocato in Super League, volevoassolutamente esordire in questo campionato,anche a costo di giocare un solo minuto. Avevoinoltre già perso due spareggi a Vaduz, penso diessere uno dei giocatori che ha disputato piùspareggi. Per fortuna ora l'hanno tolto! (ride, ndr).Ricordo, come anticipato, che sarei anche potutotornare in Perù, dove avrei anche avuto piùpossibilità di giocare nella Nazionale. Sono stato inPerù due giorni dopo la promozione, senzacontratto con l'ACB, ma sentivo che la mia prioritàera Bellinzona. Sapevo inoltre avremmo disputatole fasi preliminari della Coppa UEFA, che ricordocome un'esperienza bellissima. Risposi quindi conun no categorico a qualsiasi offerta pervenutami.Nel mio caso i soldi non avrebbero potuto fare ladifferenza.

Cosa ti ha fatto innamorare ed affezionare aBellinzona, sia come città, sia come societàsportiva?Sono arrivato Bellinzona a 15 anni e sono quiormai da ben 23 anni. Dopo aver attraversatol'Atlantico, sono dapprima arrivato in Belgio, unanazione molto fredda e grigia, nella quale nonsono riuscito a trovarmi a mio agio, e dove non misentivo a casa. Arrivato Bellinzona ho subitotrovato delle persone stupende, che sarebbero poidiventati grandi amici, come Riccardo diBenedetto, Marzio Morocutti e Yaku Bandir.Marzio è il primo ragazzo che ho conosciuto: dopodue giorni che ero a Bellinzona mi ha subitoportato al pozzo di Iragna ed a casa sua. I mieicompagni di squadra si davano un po' “il cambio”per fare in modo che avessi sempre compagnia equalcosa da fare, non mi lasciavano mai solo. Tuttifacevamo parte del Bellinzona, chi nelle Speranze,chi invece negli Allievi A, da Gigantelli aMangiaratti, per fare altri due nomi. Nella societàc'era un legame intenso, che superava le variecategorie giovanili. Mi sono dunque sentito subitobene, come se fossi a casa mia, anche se ogni tantomi prendevano in giro per il mio italiano (ride,ndr). Queste persone mi hanno fatto voler bene aquesta città, dalla quale sarà difficile separarmi.Non ho mai avuto l'intenzione di andare a viverealtrove, anche quando ho giocato in Svizzeratedesca ho sempre mantenuto un appartamento aBellinzona.

La Coppa Svizzera l'hai giocata, eri anche incampo durante la storica finale del 2008. Cosasignifica per te questa competizione?Quell'anno alla Coppa non ci pensavamonemmeno, ti direi una bugia se sostenessi ilcontrario. Avevamo appena fatto lo spareggio del2007 ed eravamo arrivati ad un passo dalla SuperLeague. Avevamo ancora l'amaro in bocca perl'occasione fallita. Ricordo la prima partita giocata,se non sbaglio, a Bazenheid, nel Canton San Gallo.Quando abbiamo visto le maglie rosa ci siamomessi a ridere: c'erano alcuni compagni di squadrache non volevano metterle, ed altri, invece, che silimitarono ad ironizzare sul particolare colore. Fuun momento piuttosto comico, a dimostrazione diquanto la Coppa, inizialmente, fu presa con unacerta leggerezza. Al momento del fischio d'inizioritornava però sempre la serietà. Eravamo una

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squadra che si divertiva molto, ma quando c'era dagiocare, e lo dico da ex capitano, tutti ci mettevanoil massimo impegno. In panchina sedevano moltigiovani ed in campo io, Raso, Miccolis eMangiaratti, rappresentavamo quella parte digiocatori cresciuti a Bellinzona. Passando il turno,giocammo la partita di coppa successiva a Wohlen,dove però non ho giocato perché non stavo troppobene. Ho dunque preferito dare la priorità alle garedi campionato, ovviamente in accordo conPetkovic. Dopo la vittoria a Wohlen abbiamogiocato a Bellinzona contro il Sion, partita in cuiha segnato anche Raso. Dopo quella splendidavittoria il sorteggio fu per noi molto favorevole, inquanto l'avversario contro il quale avremmodovuto giocare era il Gossau. In quel momentocapimmo che potevamo arrivare in semifinale eche avremmo dovuto iniziare a prendere sul seriola Coppa. Per tutto il resto del tempo la prioritàera infatti sempre stata data al campionato.

Che ricordi hai della finale a Basilea?Sono sicuramente dei bei ricordi, nondimenticherò mai il ritiro di due giorni prima dellafinale. Eravamo una squadra molto affiatata, tantoche Petkovic non doveva mai intervenire pergestire eventuali dissidi interni allo spogliatoio.Anche quando si andava al Bar Granata e sibevevano magari venti o trenta birra e la gentepensava che fossimo una squadra di ubriaconi, anoi non interessava più di tanto. Io per primo nonsono mai stato un santo, un professionista vero.Facevamo comunque quello che ci riusciva meglio:

quando era il momento di giocare si vinceva. In talproposito ricorderò sempre il bellissimo striscionefatto dai tifosi, con il castello e la scritta “Da quinon si passa”. Questi sono gesti molto apprezzati.La cosa che non si può però cancellare è cheabbiamo perso. Io ho sempre detto che se dovessiscegliere tra la finale di Coppa a Basilea e lospareggio a San Gallo, sceglierei la vittoria a SanGallo. Tutti mi dicono che Basilea è stataun'esperienza migliore: assolutamente no. Lìabbiamo perso. E nello sport alla fine conta moltodi più vincere. La festa al rientro da San Gallo èstata diversa, incredibile. È stato fantastico esserericevuti da una folla festante di tifosi granata. Iricordi che riguardano la finale a Basilearimangono però stupendi, come la famosa magliarosa!

Petkovic, lo senti ancora, siete ancora incontatto?Con lui ho sempre avuto un bel rapporto, checontinua tutt'ora. In occasione delle festività piùimportanti, come Natale e Pasqua, ci sentiamosempre. L'ho incontrato l'anno scorso a Locarno,per caso, e il rapporto creatosi negli anni di lavoroassieme si è ancora dimostrato solido. Il rispetto el'affetto reciproco sono ancora immutati. Questoanche con Mangiaratti, Raso, ed altri giocatoriancora.

Cosa significa per te ritornare a giocare laCoppa svizzera dopo così tanto tempo e davice allenatore?

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Sento le stesse sensazioni di quando ero ungiocatore granata. Devo dire che ogni partita chegioca il Bellinzona provo quei sentimenti, queibrividi particolari. In quel momento ci si rendeconto di quanto una società sportiva possasignificare per una persona. Io seguo due squadredi calcio: il Bellinzona e l'Allianz Lima. Oggi hocambiato ruolo, cerco di trasmettere a tutti igiocatori, sopratutto a chi viene da fuori ma anchea chi è di Bellinzona, che questa è la sua città, chela maglia che porta è di Bellinzona. Ricordo unafrase, detta da Mangiaratti dopo la partita a SanGallo nel 2008, che mi è rimasta impressa: “aspettoun figlio e sono andato in Serie A con la squadradella mia città, cosa posso volere di più?”. A questiragazzi cerco di far capire la stessa cosa: qualsiasipartita, qualsiasi promozione, qualsiasi risultatoraggiunto con la squadra della tua città credo contimolto di più di tante altre cose. Perché questa ècomunque casa tua, rimarrà sempre casa tua esarai ricordato per quello che hai fatto per lasquadra della tua città.

Come hai vissuto il sorteggio che hadesignato l'ACB quale avversario dell'FCLugano?Eravamo sul bus di ritorno da Matran, io erodavanti e stavo parlando con Simone. Ho sentitoun po' di brusio provenire da dietro e quandosiamo stati sorteggiati come avversari del Lugano iragazzi sono esplosi di gioia. Io sono felicissimo,perché incontrare il Lugano è sempre una bellasensazione. Sono sempre stato un giocatore che haaffrontato ogni partita normalmente, ma so che ilderby è un'occasione speciale. Non a caso, unadelle prime frasi in dialetto imparate qui aBellinzona è “pert da tücc, ma pert mia dal Lügan”(ride, ndr).

Ti piacerebbe essere in campo?Certo, sarebbe bello, chiunque vorrebbe giocareuna partita così. Se poi riuscissimo anche a batterlisarebbe ancora più bello. Credo però che sianecessario rispettare i diversi ruoli. Io ho fatto lemie scelte, ma oggi mi sentirei male a non poterconvocare un ragazzo di diciotto anni per giocareio stesso. Non mi piacerebbe farlo. C'è chi,malgrado l'età, vuole ancora giocare, ma io voglioessere coerente con la mia scelta.

Come vi state preparando per la partita con il

Lugano? È aumentato il carico di lavoro?Assolutamente no: abbiamo mantenuto i treallenamenti a settimana e il pre partita al venerdì,come al solito. Alcune cose non devono esserecambiate, anche se è una partita speciale. Una cosache abbiamo fatto è evitare di parlare del Luganofino alla fine della partita di domenica scorsa(giocata contro l'Ibach, ndr), perché la nostrapriorità è il campionato. Sarà comunque unagiornata speciale, sia come allenatore, sia cometifoso: vedere il pubblico vivere questo derby dopotanti anni è fantastico, ma come detto la nostrapriorità resta il campionato. Temevamo, e temotutt'ora, un calo di concentrazione perché la nostrasquadra è composta da tanti ragazzi giovani. Volergiocare contro il Lugano è normale, ma ènecessario mantenere la concentrazione per laprossima partita (giocata contro l'Ibach, ndr).

Chi pensi vincerà la Coppa questa stagione?In Svizzera si sa che c'è una squadra diextraterrestri, il Basilea. Tutte le altre formazionisono inferiori. Come vincitore dico però lo Zurigo.

Ora, in Seconda Interregionale, sei sullapanchina come vice allenatore. Come vedi ilcampionato del Bellinzona?Con Simone ci confrontiamo sempre sulle partite eci dividiamo bene i compiti. Abbiamo ad esempiouna persona che filma le partite, di cui io poianalizzo i video. Sembrerà assurdo, ma con igiocatori lavoro più sulla fase difensiva. Credo cheoggi l'ambiente in seno alla squadra sia molto piùtranquillo. Si è infatti partiti con molta più umiltà,si ragiona come una squadra di secondainterregionale e non come una di ChallengeLeague, cosa che non siamo. Questi ragazzi hannocomunque capito che dal momento che entrano incampo devono pensare a giocare a calcio per ilBellinzona e nient'altro. Questo fa molto. Io sonofiducioso, ma non si deve affatto pensare cheabbiamo già vinto il campionato. Nella mia vita hoimparato a vivere alla giornata, e non pronosticaretroppo quello che succederà in futuro, e lo dicoanche ai ragazzi. Di settimana in settimanacerchiamo di fare il nostro meglio e sono convintoche alla fine dell'anno ci toglieremo dellesoddisfazioni. Al momento stiamo lavorando bene,sia a livello di staff, sia a quello dei giocatori. Irisultati conseguiti fino ad ora sono sotto gli occhidi tutti.

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RICORDIAMO, COME SEMPRE, CHE 'LO STENDARDO' È UN GIORNALINO REALIZZATO AUTONOMAMENTE DA ALCUNI TIFOSIGRANATA. CI TENIAMO PERÒ A SPECIFICARE CHE, PER DARE UN VALORE AGGIUNTO A TUTTO CIÒ, È NECESSARIA LACOLLABORAZIONE DI TUTTI I TIFOSI GRANATA, I QUALI POSSONO AIUTARCI CON LA STESURA DI ARTICOLI O CON

SEMPLICI CRITICHE (NELLA SPERANZA CHE ESSE SIANO COSTRUTTIVE).

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www. acb fo rum . ch www. fo tog ran a ta . ch

Sa 08.08.2015 - FC Küssnacht - AC BellinzonaMe 19.08.2015 - AC Bellinzona - AS CastelloDo 23.08.2015 - FC Lugano U21 - AC BellinzonaDo 30.08.2014 - AC Bellinzona - FC HochdorfDo 06.09.2015 - FC Hergiswil - AC BellinzonaDo 13.09.2015 - AC Bellinzona - FC IbachDo 20.09.2015 - FC Sarnen - AC Bellinzona

Do 27.09.2015 - AC Bellinzona - AC Taverne 1Sa 03.10.2015 - FC Eschenbach - AC BellinzonaDo 11.10.2015 - AC Bellinzona - FC AsconaDo 18.10.2015 - FC Willisau - AC BellinzonaSa 24.10.2015 - Kickers Luzern - AC BellinzonaDo 01.11 .2015 - AC Bellinzona - SC Goldau

LA NOSTRA STAG I ON E

LA NOSTRA SQUADRAALLENATORE

Simone PatelliAIUTO-ALLENATORE

Manuel RiveraPREPARATORE PORTIERI

Michel MaconiPREPARATORE ATLETICO

Luca SpadonniFISIOTERAPISTA/MASSAGGIATORE

Livio MontellaPORTIERI

25 Cappelletti Andrea (1979)1 Boari Elia (1993)12 Penta Alessio (1997)DIFENSORI

2 Maffi Daniel (1992)3 Guidotti Emanuele (1997)14 Preisig Samuele (1984)15 Gennari Bruno (1996)

5 Djuric Alexander (1984)6 Tarchini Tito (1989)19 Berera Patrick (1995)CENTROCAMPISTI

7 Elia Moreno (1987)8 Forzano David (1992)10 Bankovic Branko (1992)22 Ghilardi Davide (1997)4 Quadri Luca (1994)13 Fieschi Simon (1997)17 Sergi Renato (1995)20 Facchinetti Daniele (1988)21 Bottani Alessio (1988)26 Tuz Isacco (1989)ATTACCANTI

18 Mele Jonathan (1989)23 Magnetti Gaston (1985)11 Ceolin Nicholas (1986)28 Manev Borce (1985)

I N FOTRASFERTEAperte le iscrizioni per la trasferta di martedì 22.09.2015 FC Sarnen - AC Bellinzona

Maggiori informazioni: 0798986557 - [email protected] nostra squadra ha bisogno di noi, tutti in trasferta!