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LE NEVROSI
ASPETTI CLINICI E NOSOGRAFICI
da Serretti A., modificato
NEVROSI
DISTURBO
origine psicogena
cronico o ricorrente
senza base organica dimostrabile
con sintomi vari riconducibili all’ansia
consapevolezza del proprio disagio psichico
conservato l’esame di realtà
comportamento sociale è relativamente adeguato.
"Un disturbo psichico senza causa organica i cui
sintomi sono interpretati dalla psicanalisi come
espressione simbolica di un conflitto che ha le sue
radici nella storia del soggetto e che costituisce un
compromesso tra il desiderio e la difesa ".
U. Galimberti, 1992
“affezione funzionale, cioè senza
infiammazione della struttura, con
una sede organica precisa",
(W.Cullen, 1777)
Anna Göldi
† 1782
riabilitata il 20 Agosto 2008
Pinel (1787):
assenza di ogni
substrato organico
riscontrabile
Charcot (1870):
natura esclusivamente
psicologica
Il concetto e la definizione di nevrosi hanno avuto
uno sviluppo nel tempo, accompagnando
l'evolversi della psichiatria, prima, e della
psicanalisi in un secondo tempo
ASPETTI CLINICI
Caratteristiche comuni :
• un rendimento sociale e lavorativo inferiore alle reali capacità dell'individuo ed al suo
livello intellettivo
• sofferenza spesso sterile
• tendenza a reagire in termini inadeguati ed improduttivi
• abbondanza di contenuti mentali conflittuali e contrastanti
• scarsa consapevolezza delle finalità del proprio comportamento e dei propri disturbi
• difficoltà ad amare e sintonizzarsi col prossimo
• sentimenti prevalenti di incompletezza, insicurezza, sfiducia, inferiorità, vergogna, colpa
• irresolutezza, propositi inappropriati, decisioni contraddittorie, improvvise, parziali
• esagerata mobilità emotiva
• senso di disagio interiore, malessere di vivere, tensione tra desideri e proibizioni, una
esistenza sentita come insoddisfacente ed incompleta
ASPETTI CLINICI
1. SINDROMI ANSIOSE
2. SINDROMI ASTENICHE
3. SINDROMI FOBICHE
4. SINDROMI OSSESSIVE
5. SINDROMI ISTERICHE
6. SINDROMI DEPRESSIVE
TRAUMAEsperienza di particolare gravità che compromette il
senso di stabilità e continuità fisica o psichica di una
persona
LA RISPOSTA AL TRAUMA
ogni persona reagisce in modo differente
la risposta individuale dipende da:
• tipo di evento stressante
• caratteristiche di personalità
• modalità individuali di reagire allo stress
• supporto e risorse sociali
DISTURBI CONNESSI AI TRAUMI
La risposta al trauma comporta sintomi e emozionali e
comportamentali:
che comportano un grave disagio, superiore a
quanto atteso
e/o
una significativa alterazione del funzionamento
sociale, lavorativo o scolastico
DISTURBI CONNESSI AI TRAUMI
possono manifestarsi (30-35%):
• Disturbo dell’Adattamento
• Disturbo psicotico breve
• Disturbo post-traumatico da Stress
Possono insorgere disturbi in altre
aree: emozioni, umore, sessualità,
alimentazione, sensibilità, motricità
DISTURBI CONNESSI AI TRAUMI
• Disturbo dell’Adattamento
• Disturbo psicotico breve
• Disturbo post-traumatico da Stress
• I fattori stressanti possono indurre il disturbo in funzione di:
• Gravità
• Quantità
• Durata
• Reversibilità
• Contesto personale (età, personalità, relazioni,
supporto socio-relazionale…)
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• con UMORE DEPRESSO
• con ANSIA
• con ALTERAZIONE DELLA CONDOTTA
• con ANSIA E UMORE DEPRESSO misti
• con ALTERAZIONE dell’EMOTIVITA’ e
della CONDOTTA misti
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• con UMORE DEPRESSO
Umore depresso
Tristezza
Disperazione
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• con ANSIA
Palpitazioni
Tremori
Agitazione
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• con ALTERAZIONI DELLA CONDOTTA
Violazione dei diritti altrui e delle norme
- Assenze da scuola
- Vandalismo
- Guida pericolosa
- Rissosità
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• E’ più comune negli adolescenti ma si può
manifestare in tutte le età
• Il rapporto F/M è 2:1
• Fattori precipitanti più frequenti:
Adolescenti: problemi scolastici, rifiuto da parte dei
genitori, divorzio dei genitori
Adulti: problemi coniugali, divorzio, trasferimento in
un nuovo ambiente, problemi finanziari
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• TRATTAMENTO
Talvolta regressione spontanea quando il fattore
stressante è reversibile e limitato nel tempo
Psicoterapia: di gruppo, individuale, famigliare
Farmacoterapia: antidepressivi, ansiolitici (solo
per brevi periodi e in combinazione con psicoterapia)
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• PROGNOSI
In genere remissione veloce con un buon
trattamento.
Negli adolescenti, un disturbo
dell’adattamento può precedere lo
sviluppo di disturbi dell’umore o disturbi
correlati all’uso di sostanze
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• REAZIONI PATOLOGICHE ALLO STRESS:
– DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
• Con UMORE DEPRESSO
• Con ANSIA
• Con ALTERAZIONI DELLA CONDOTTA
• FORME MISTE
– DISTURBO PSICOTICO BREVE
Qualche sintomo psicotico (spesso paranoia)
Confusione mentale e disturbi della memoria
Instabilità dell’umore e stranezze comportamentali
IN SINTESI…
• REAZIONI PATOLOGICHE AGLI STRESS:
– DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
• EVENTO TRAUMATICO DI GRANDE PORTATA
• L’EVENTO VIENE RIPETUTAMENTE RIVISSUTO
• EVITAMENTO E DIMINUITO COINVOLGIMENTO
• AUMENTO DELL’AROUSAL
IN SINTESI…
DISTURBI D’ANSIA
1) DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO
1.1 CON AGORAFOBIA
1.2 SENZA AGORAFOBIA
2) DISTURBI FOBICI
2.1 AGORAFOBIA SENZA ATTACCHI DI PANICO
2.2 FOBIA SPECIFICA
2.3 FOBIA SOCIALE
DISTURBI D’ANSIA
3) DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
4) DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
5) DISTURBO ACUTO DA STRESS
6) DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
7) DISTURBO D’ANSIA DOVUTO A CONDIZIONE
MEDICA GENERALE
8) DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE
9) DISTURBO D’ANSIA NON SPECIFICATO
ANSIA
• Stato emotivo a contenuto spiacevole associato a
condizione di allarme e di paura, che insorge in assenza di
un pericolo reale oppure è sproporzionata di fronte allo
stimolo scatenante
• Reazione emotiva comune a tutti (ansia fisiologica)
• Ansia patologica: ansia generalizzata, attacco di panico,
fobie, ossessioni e compulsioni
• – “Ieri ho vietato a mio figlio di andare a giocare
a pallone. Non avrei resistito sapendolo fuori
casa; già mi immaginavo una disgrazia”.
• –“Quando sono interrogato a scuola non riesco
mai ad essere lucido come quando faccio un
compito scritto. Avverto un’emozione interiore che
talvolta mi confonde”
• – “Deve farmi sapere se mi assumerà. Non resisto
nell’attesa e non vedo l’ora di poter iniziare
quell’attività”
dal Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
Malattie fisiche che possono simulare l’ansia
• Eccessivo uso di caffeina
• Malattie endocrine (tiroide, paratiroidi,
surreni)
• Ipoglicemia
• Astinenza da alcool o droghe
• Malattie cardio-vascolari
Disturbo di panico (DP)
• Crisi di ansia acute caratterizzate da:
– Sintomi psicologici
– Sintomi somatici
– Aspetti comportamentali
• Condotte di evitamento
• Spesso associati ad agorafobia
• Ansia anticipatoria
DP
Diagnosi
• Ricorrenti episodi di panico, inaspettati, senza specifici stimoli
• Preoccupazione riguardante il ripetersi altri attacchi
• Preoccupazioni riguardanti le conseguenze possibili degli attacchi (perdita del controllo, paura di “impazzire”)
• Cambiamenti nel comportamento in relazione agli attacchi
Fobie Specifiche (isolate)
• Ansia marcata, irragionevole ed inspiegabile legata ad uno stimolo specifico
– Animali
– Procedure mediche
– Eventi atmosferici
– Luoghi
– Situazioni sociali
• Condotte di evitamento
AgorafobiaDiagnosi
• Ansia in situazioni dove la fuga è difficile o dove è impossibile trovare aiuto
• Paura di situazioni specifiche, quali– Trovarsi soli in casa
– Trovarsi nella folla
– Trovarsi sui trasporti pubblici
– Trovarsi su ponti, ascensori
• Evitamento attivo delle situazioni temute, o, laddove esposti, di prova una grave ansia
• Limitazione del funzionamento (come fare spese, lavoro, vita sociale)
Fobia Sociale
Diagnosi
• Estrema, persistente paura delle situazioni sociali
• L’esposizione provoca estrema ansia
• La paura è riconosciuta come eccessiva e irragionevole
• Evitamento delle situazioni
• Ansia anticipatoria
Ossessioni e compulsioni
Ossessioni
• Pensieri, impulsi o immagini ricorrenti, persistenti e intrusivi, che causano ansia o disagio marcati
• Il contenuto di queste idee è spesso spiacevole, terrificante
• La persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni
• La persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero)
• Comportamenti ripetitivi (per es.,
lavarsi le mani, riordinare,
controllare), o azioni mentali (per es.,
pregare, contare, ripetere parole
mentalmente) che la persona si sente
obbligata a mettere in atto in risposta
ad un’ossessione, o secondo regole
che devono essere applicate
rigidamente
• I comportamenti o le azioni mentali compulsivi non sono collegati in modo realistico con il loro scopo esplicito, oppure sono chiaramente eccessivi
Compulsioni
A. Esposizione ad un evento traumatico
B. L’evento viene rivissuto in modo persistente
C. Evitamento di stimoli che possano ricordare
l’evento e attenuazione della reattività generale
D. Aumentata reattività (arousal)
Disturbo post-traumatico da stress
Fattori di vulnerabilità:
• Esperienza «traumatica» in età evolutiva
• Inadeguato sistema di supporto
• Vulnerabilità genetica a malattie psichiatriche
Ansia generalizzata
• Ansia generalizzata: stato d’ansia persistente che si
caratterizza per un’attesa apprensiva, eccessiva ed
irrealistica con marcate preoccupazioni per svariate
circostanze esistenziali ed anticipazione pessimistica di
eventi negativi
• Sonno disturbato (insonnia precoce e centrale, che non concede il riposo)
• Tensione muscolare, tremori, impossibilità di rimanere “fermi”
• Iperattività autonomica (sudorazione, tachicardia, dolore epigastrico)
Gestione del paziente ansioso
• Rassicurazione, ma contenitiva, senza assecondare
molteplici richieste da parte del paziente
• Farmaci: antidepressivi, sedativi
• Psicoterapia
Gestione dei problemi comportamentali
– trattare l’eventuale disturbo psichiatrico
– ridurre gli stress ambientali
– applicare modificazione dei comportamenti
in collaborazione con esperti di tecniche
comportamentali e di ritardo mentale.
Disturbi Somatoformi
Processo diagnostico
• Il paziente chiede aiuto per
sintomi (soggettivi)
• Il medico cerca segni
(oggettivi) di malattia
• Formulazione della
diagnosi
• Piano di trattamento
I problemi nascono quando il
medico non riesce a trovare
riscontri oggettivi ai sintomi del
paziente
In questi casi si parla di sintomi medici inspiegabili
o più comunemente di sintomi funzionali
Classificazione sintomi medici non spiegabili sul
piano organico
Sindromi somatiche
funzionali
Disturbi
somatoformi
Componente somatica
dei disturbi psichiatrici
Sindromi somatiche funzionali
nelle diverse specialistiche
Cefalea tensionale
Dolore toracico atipico
Dispepsia
Sindrome dell’intestino irritabile
Dolore cronico pelvico
Fibromialgia
Sindromi sistemiche: fatica cronica, sensibilità chimica multipla
Eziopatogenesi – Modello BioPsicoSociale
Fattori biologici Fattori psicologici
Fattori sociali
EZIOLOGIA
Disturbi somatoformi
Fattori sociali
• Basso livello sociale
• Sintomi psicologici inaccettabili (segno di debolezza o di pazzia)
• Somatic ticket (Goldberg): privilegio dei sintomi fisici su quelli psicologici da parte del MMG
• Eccessiva medicalizzazione della società: maggiori informazioni sulle malattie, procedure mediche ansiogene (screening)
EZIOLOGIA
Disturbi Somatoformi: Isteria
Andre Brouillet, Charcot alla Salpetriere, 1887
L’Isteria oggi
Isteria
Disturbi
dissociativi
Disturbi somatoformi
(dist. di somatizzazione,
dist. di conversione)
Disturbi di
personalità
(tipo istrionico)
1. Disturbo di somatizzazione
2. Disturbo somatoforme indifferenziato
3. Disturbo algico
4. Ipocondria
5. Disturbo di conversione
6. Disturbo da dimorfismo corporeo
Disturbi somatoformi- malattie fisiche per le quali però non sono dimostrabili reperti
organici o meccanismi fisiopatogenetici conosciuti
- i sintomi sono causa di una significativa compromissione del
livello di adattamento sociale, lavorativo e familiare.
1. Disturbo di somatizzazioneCLINICA
•Una storia di molteplici lamentele fisiche, cominciata prima dei 30 anni, che si
manifestano lungo un periodo di numerosi anni, che conducono alla ricerca di
trattamento o portano a significative menomazioni del funzionamento sociale,
lavorativo
1) quattro sintomi dolorosi
2) due sintomi gastrointestinali
3) un sintomo sessuale
4) un sintomo pseudo-neurologico
• Dopo le opportune indagini i sintomi non
sono spiegabili con una condizione medica
conosciuta o come effetto di una sostanza
• Quando vi è una condizione medica
generale collegata, le lamentele fisiche o la
menomanzione sociale e lavorativa che ne
deriva risultano SPROPORZIONATE
• La maggioranza dei pazienti con forme che soddisfano icriteri del DSM ha una malattia cronica che loaccompagnerà per tutta la vita
• Alcuni casi migliorano ed hanno fasi di benessere
• Altri rimangono cronicamente molto disabili
• Fra coloro che presentano solo alcuni sintomi(multisomatoform disorder), molti migliorano dopo pochigiorni o settimane
DECORSO
CLINICA
2. Disturbo Somatoforme indifferenziato
CLINICA
•Una o più lamentele fisiche ( per es. stanchezza, perdita di appetito, problemi
gastro-intestinali o urinari)
•Dopo le opportune indagini i sintomi non sono spiegabili con una condizione
medica conosciuta o come effetto di una sostanza
•Quando vi è una condizione medica generale collegata, le lamentele fisiche o la
menomazione sociale e lavorativa che ne deriva risultano SPROPORZIONATE
•La durata del disturbo è di almeno 6 mesi
3. Disturbo Algico
CLINICA
• Dolore ad uno più distretti di gravità tale da giustificare l’attenzione clinica(malessere o menomazione del funzionamento sociale o lavorativo).
Il dolore viene descritto in maniera imprecisa, vaga, con una difficile raccoltadell’anamnesi.
Può colpire diversi distretti: testa (cefalea, sindrome da disfunzionetemporomandibolare), torace (dolore toracico atipico), addome (dolore addominaledi origine psicologica, dolore pelvico cronico, prostatodinia)
• Qualche fattore psicologico ha un ruolo importante nell’esordio, gravità,esacerbazione o mantenimento del dolore
• Il sintomo o il deficit NON è intenzionalmente prodotto o simulato
Caso clinico
• Nadia, 40 anni, originaria dell’Europa dell’Est, sposata con un figlio, ha lavorato in un negozio di arredamenti ma da qualche anno ha smesso, inviata dal medico curante
• Anamnesi medica: linfoma trattata con successo, cistite da raggi
• Anamnesi psichiatrica negativa
• Ormai da alcuni anni, in seguito alle cure per il tumore, ha sviluppato una importante sintomatologia algica in sede addominale e lombare
• Appare polarizzata sul dolore che descrive in maniera indefinita (sede, qualità), quando sta male (praticamente 1 giorno su 2) non riesce ad alzarsi dal letto, sintomi ansiosi (ansia anticipatoria), recentemente è stata al mare con un amica ed è stata meglio
• Ha effettuato numerose visite presso specialisti urologi, neurologi, ortopedici, fisiatri con conseguenti esami non dirimenti e farmacoterapie inefficaci
• E’ presente abuso di analgesici (FANS, tramadolo) e di benzodiazepine, ha utilizzato in maniera discontinua praticamente tutti gli antidepressivi e qualche stabilizzatore
• Racconta angosciata del periodo successivo alla radioterapia (comparsa del dolore, incontinenza) e dei numerosi specialisti cui ha ricorso
• Conflitti con il marito ?
4. IpocondriaCLINICA
• La preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere,
una malattia grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da
parte del soggetto, che causa disagio clinicamente significativo oppure
menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti
• La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica
• La convinzione di cui al Criterio A non
risulta di intensità delirante e non è limitata
a una preoccupazione circoscritta all’aspetto
fisico
• La durata dell’alterazione è di almeno 6
mesi.
Caso clinico
• Lorenzo, 31 anni, impiegato in banca, fidanzato, numerose amicizie, sportivo (canoa), inviato dal medico curante in quanto molto preoccupato per l’insorgenza di fascicolazioni (insorte circa 1 anno prima)
• Anamnesi medica: HBV positivo
• Anamnesi psichiatrica negativa
• Teme di avere una grave malattia neurologica allo stadio iniziale, il curante ed alcuni neurologi che ha consultato non sono riusciti a rassicurarlo; ammette di aver passato un periodo stressante e che nelle ultime settimane, in una situazione più tranquilla, le fascicolazioni sono quasi scomparse
• E’ presente una moderata sintomatologia ansiosa, emergono altri problemi fisici: cefalea, affaticabilità, sostiene una riduzione dell’efficienza e delle sue prestazioni sportive, lamenta dolore alla base del pene (consulta urologi, andrologi, effettua esami ecografici, RM rachide lombare)
• Nei successivi incontri manifesta preoccupazioni circa l’epatite, è convinto che presto svilupperà un tumore, che gli sia precluso il formarsi una famiglia, vuole smettere di fare attività sportiva in quanto teme di contagiare altri, ecc.
CLINICA
• Può iniziare ad ogni età, spesso preceduto da storia di sintomi medici inspiegabili o lamentele somatiche di vario tipo
• Il disturbo tende ad essere persistente
DECORSO
CLINICA
5. Disturbo di conversione
CLINICA
•Uno o più sintomi o deficit riguardanti funzioni motorie volontarie o sensitive,
che suggeriscono una condizione neurologica o medica generale, che causa
disagio clinicamente significativo, o menomazione nel funzionamento sociale,
lavorativo, o altre aree importanti, o richiede attenzione medica.
•Qualche fattore psicologico sia associato col sintomo o col deficit (l’esordio o
l’esacerbazione del sintomo o del deficit è preceduto da qualche conflitto o altro
tipo di fattore stressante)
•Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o simulato
•Il sintomo o deficit non può, dopo le appropriate indagini, essere pienamente
spiegato con una condizione medica generale, o con gli effetti diretti di una
sostanza, o con una esperienza o comportamento culturalmente determinati.
Caso clinico
• Una casalinga di 46 anni, in buona salute fisica, fu inviata dallo psichiatra del marito per un consulto.
• Discutendo di alcuni conflitti coniugali, il marito aveva descritto “attacchi” di capogiro che sua moglie gli riferiva e che la lasciavano piuttosto inabile.
• Al consulto, la moglie descrisse di essere sopraffatta da sensazioni di estremo capogiro, accompagnate da leggera nausea, per 4 o 5 notti alla settimana. Durante questi attacchi, la stanza intorno a lei sembrava “scintillante”, ed aveva la sensazione di stare “galleggiando” e di essere incapace di mantenere l’equilibrio. Inspiegabilmente, gli attacchi quasi sempre si manifestavano verso le 4 del pomeriggio. Di solito doveva sdraiarsi su un divano e spesso non si sentiva meglio fino alle 7 o alle 8 della sera.
• La paziente descrisse suo marito come un tiranno, esigente e verbalmente aggressivo nei confronti suoi e dei loro quattro bambini. Ammise di avere terrore del suo arrivo a casa dal lavoro ogni giorno, sapendo che avrebbe commentato che la casa era in disordine e che la cena, se preparata, non era di suo gusto.
• Recentemente, dall’esordio dei suoi attacchi, quando era incapace di preparare la cena, lui e i quattro bambini andavano da McDonald o in pizzeria. Dopo di che, egli si distendeva a letto a guardare una partita alla televisione, e la loro conversazione era minima. Nonostante i loro guai, la paziente affermava di amare e di aver moltissimo bisogno di suo marito.
CLINICA
6. Disturbo da dismorfismo corporeo
CLINICA
•Preoccupazione per un SUPPOSTO DIFETTO nell’aspetto fisico
•Se è presente una piccola anomalia, l’importanza che la persona le dà è di gran
lunga eccessiva
•La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo
•La preoccupazione non risulta meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale
(l’insoddisfazione riguardante le misure e la forma del corpo dell’anoressia
nervosa)
Disturbi somatoformi Problematiche
• Malessere del paziente
• Cronicizzazione
• Disabilità elevata
• Abuso di farmaci
• Esami diagnostici inutili
• Interventi chirurgici inutili
• Elevato uso di risorse sanitarie
• Burn out degli operatori medici
Disturbi somatoformi
• Cercare di stabilire una buona alleanza terapeutica
• Porsi obiettivi realistici: aiutare il paziente a convivere con i sintomi, non aspettarsi rapidi cambiamenti
• Informare i familiari più prossimi del piano di trattamento
TRATTAMENTO