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LE DUE EDIZIONI DE « EL LUGAR DE UN HOMBRE » DI SENDER: MÉXICO, 1939-1958 1. El lugar del hombre (México, 1939) è il primo romanzo, insieme a Provèrbio de la muerte \ pubblicato da Ramón J. Sender durante l'esilio che, iniziato nel 1938, lo ha portato prima in Messico e poi negli Stati Uniti, dove si è poi stabilito definitivamente. Sender, che aveva militato a lungo nelle fila degli anarchici e poi si era avvicinato, per breve tempo, al partito comunista, aveva già scritto opere impegnate dal punto di vista politico e sociale, volte sia ad un inquadramento del passato spagnolo ai fini di una comprensione del confuso presente (Mr. Witt en el Cantón), sia alla denuncia delle atrocità commesse dalla monarchia, prima (Imán, O.P.: Orden Público), e, poi, dalla repubblica (Viaje a la aldea del crimen). La potente rappresentazione del clima soffocante del primo quarto di secolo, particolarmente per quel che si riferisce alla realtà rurale - miseria dei contadini strumentalizzati e oppressi dai caciques, dal clero e dalla Guardia Civil —, è realizzata qui senza schematismo, con l'attenzione rivolta implici- tamente al « dopo », in modo da indurre il lettore ad un raffronto critico tra la situazione conflittuale del periodo precedente l'avvento della seconda repub- blica e l'esito che quei conflitti stavano avendo con la fine della guerra civile, l'esplosione del conflitto mondiale e l'insediamento del regime franchista. Ma la preoccupazione sociale, che è quella che appare per prima al lettore, non è esclusiva: si coniuga di continuo con la riflessione esistenziale relativa al significato, al posto - si pensi al titolo - che ogni individuo occupa nel contesto sociale; il che fa si che l'impianto dato da Sender sia quello di un romanzo sostanzialmente riferibile al realismo sociale, in cui però attua da reagente una vicenda individuale che per certi aspetti ricorda il pirandelliano Fu Mattia Pascal: la scomparsa e la successiva riapparizione di un personaggio. Tale congegno narrativo consente all'autore di affrontare il problema sociale e politico non solo sul piano della denuncia ma anche sul piano più costrut- tivo della penetrazione dei meccanismi che formano la dinamica fra l'indivi- 1 Quando intendo indicare il primo prescindendo dalle variazioni subite, abbrevio il titolo in Lugar. Abbrevio il tìtolo del secondo in Proverbio.

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LE DUE EDIZIONI DE « EL LUGAR DE UN HOMBRE » DI SENDER:MÉXICO, 1939-1958

1. El lugar del hombre (México, 1939) è il primo romanzo, insieme aProvèrbio de la muerte \ pubblicato da Ramón J. Sender durante l'esilio che,iniziato nel 1938, lo ha portato prima in Messico e poi negli Stati Uniti, dovesi è poi stabilito definitivamente.

Sender, che aveva militato a lungo nelle fila degli anarchici e poi si eraavvicinato, per breve tempo, al partito comunista, aveva già scritto opereimpegnate dal punto di vista politico e sociale, volte sia ad un inquadramentodel passato spagnolo ai fini di una comprensione del confuso presente (Mr. Witten el Cantón), sia alla denuncia delle atrocità commesse dalla monarchia, prima(Imán, O.P.: Orden Público), e, poi, dalla repubblica (Viaje a la aldea delcrimen).

La potente rappresentazione del clima soffocante del primo quarto disecolo, particolarmente per quel che si riferisce alla realtà rurale - miseria deicontadini strumentalizzati e oppressi dai caciques, dal clero e dalla GuardiaCivil —, è realizzata qui senza schematismo, con l'attenzione rivolta implici-tamente al « dopo », in modo da indurre il lettore ad un raffronto critico trala situazione conflittuale del periodo precedente l'avvento della seconda repub-blica e l'esito che quei conflitti stavano avendo con la fine della guerra civile,l'esplosione del conflitto mondiale e l'insediamento del regime franchista.

Ma la preoccupazione sociale, che è quella che appare per prima al lettore,non è esclusiva: si coniuga di continuo con la riflessione esistenziale relativaal significato, al posto - si pensi al titolo - che ogni individuo occupa nelcontesto sociale; il che fa si che l'impianto dato da Sender sia quello di unromanzo sostanzialmente riferibile al realismo sociale, in cui però attua dareagente una vicenda individuale che per certi aspetti ricorda il pirandellianoFu Mattia Pascal: la scomparsa e la successiva riapparizione di un personaggio.Tale congegno narrativo consente all'autore di affrontare il problema socialee politico non solo sul piano della denuncia ma anche sul piano più costrut-tivo della penetrazione dei meccanismi che formano la dinamica fra l'indivi-

1 Quando intendo indicare il primo prescindendo dalle variazioni subite, abbrevio il titoloin Lugar. Abbrevio il tìtolo del secondo in Proverbio.

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duale e il sociale, onde contribuire alla realizzazione di quello che Senderdefiniva nel '39 el único humanismo revolucionario posible2.

Di questo romanzo, l'edizione attualmente diffusa3 riproduce la secondaredazione, pubblicata per la prima volta nel 1958 a Città del Messico, e invista della quale il titolo venne mutato in El lugar de un hombre, mentre iltesto venne in più parti rimaneggiato dall'autore.

Dal confronto con la prima redazione ho avuto modo di capire l'impor-tanza che avrebbe da molti punti di vista, primo fra tutti quello storico-docu-mentario, la conoscenza del testo in cui si configurò inizialmente l'opera, in unmomento molto importante non solo nella biografia dell'autore ma nella storiadi Spagna ed anche nella storia del romanzo spagnolo, sulla cui scena sarebbeapparso di li a poco il celebre Pascual Duarte di Camilo J. Cela.

2. Intervistato nel 1970 da Peñuelas a proposito della composizione diLugar4, Sender dice di aver preso spunto da un fatto realmente accaduto inun paese dell'alta Aragona — la fuga di un uomo dalla convivenza con i suoisimili — e di averlo legato ad un altro episodio anch'esso suggerito da unfatto reale: un errore giudiziario che venne scoperto nella provincia di Cuenca.

Dall'aver stabilito, nella finzione letteraria, un rapporto al tempo stessocausale e cronologico fra i due avvenimenti, nasce la fabula del romanzo: inun paese dell'alta Aragona, a economia agricola e pastorale, un uomo poveris-simo di nome Sabino, giunto al massimo della degradazione fisica e morale,scompare per rifugiarsi in un altipiano desertico e selvaggio: il saso. Siamonell'ottobre del 1910 5. La particolare contingenza politica fa scattare un ineso-

2 Cfr. la "Breve noticia" anteposta all'edizione del '39.3 Chiamo A la prima edizione, México, Quetzal 1939, e B la seconda, México, C.N.T. 1958.

Il testo di A, mentre è noto alla critica statunitense, è invece praticamente sconosciuto inEuropa, dove si legge correntemente il testo di B ristampato dalla casa editrice Destino (Barce-lona, 1976).

Per il testo di A cito dall'esemplare PQ6635IAE65L8/1939 della Library of Congress diWashington; per quello di B cito dall'esemplare R.285.018 della biblioteca della UniversidadCentral di Barcelona. Nelle citazioni di passi comuni, le pagine di A precedono, separate da unasbarretta obliqua, le pagine di B. Vanno fra parentesi quadra le lezioni di A soppresse in B;fra parentesi quadra e tonda le aggiunte di B; le lezioni di A che sono state sostituite in Bvanno in corsivo, mentre le corrispondenti varianti di B vanno entro parentesi graffa. Le cifreromane indicano i capitoli del romanzo.

4 M. PEÑUELAS, Conversaciones con Ramón Sender, Madrid 1970, pp. 119-121.s Nella cronologia interna all'opera c'è una certa imprecisione, quando non contraddittorietà,

fra le due redazioni. La scomparsa di Sabino avviene il 22 ottobre 1910; su questa data A e Bconcordano in V, pp. 58/51 e Vil i , pp. 88/73; A la conferma in un passo di V, p. 59 espuntoin B. Invece, durante l'interrogatorio di Juan e Vicente, il giudice istruttore fa riferimento perdue volte a una data diversa: il 10 ottobre; la prima volta la domanda è formulata in A e in B

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rabile meccanismo di caccia alle streghe per cui la « colpa » viene fatta rica-dere su delle vittime prestabilite. Poiché, l'ultima volta che era stato visto,Sabino si trovava in compagnia di due braccianti del paese vicino, questi ven-gono accusati di averlo ucciso, imprigionati e in poco tempo stritolati trale maglie della giustizia, tradizionale alleata del cacique più potente delcircondario. Costui, infatti, aveva visto nella condanna per omicidio di Juane di Vicente — che, come la maggior parte dei loro compaesani, votavano peril partito liberale - una preziosa occasione per gettare il discredito su quelpartito a vantaggio del partito conservatore, di cui era il principale esponente.

L'effetto desiderato è raggiunto in pieno. Juan e Vicente « confessano »sotto tortura di avere ucciso Sabino e di averne gettato il cadavere ai maiali,mentre si diffonde nel circondario l'orrore per un delitto cosi efferato, cuisegue l'auspicato indebolimento dell'elettorato liberale.

nello stesso modo: ¿Ustedes mataron a Sabino el dia 10 de octubre ùltimo? (Vili, pp. 93/76);la seconda volta A inserisce una correzione con la data del 22, che supera di fatto, anche senon esclude, la data del 10: ¿fué el dia 10 [, digo el 22 de octubre último,] cuando matarona Sabino? (VIII, pp. 94/77). Nel primo caso c'è il dubbio se si tratti di un errore commessoinvolontariamente dall'autore o se sia invece un inganno del giudice per confondere gli inter-rogati. Nel secondo caso, la correzione aggiunta in A subito dopo la data erronea, indica unavolontà regolarizzatrice o da parte dell'autore, che avrebbe riferito la correzione alla prospettivasubdola del giudice, o da parte della redazione editoriale.

Quanto alla permanenza di Sabino sul saso, in un primo momento (VI, pp. 74/63) tanto Ache B parlano di un periodo di sedici anni, tre mesi e undici giorni, che porterebbe il ritrova-mento al 2 febbraio 1927, data che non concorda con gli altri riferimenti cronologici. L'anno,infatti, contrasta con quel 1925 che sia A sia B riportano all'inizio dèi cap. XVI (pp. 179/136).La data 1925 sembra dipendere dal progressivo affermarsi di un modo approssimativo di com-putare gli anni intercorsi tra la fuga e il ritrovamento di Sabino, sulla base, anche, del periodo- ovviamente più breve - trascorso in carcere da Juan e Vicente (cfr. XV, pp. 167/128, titolo:Quince años se cuentan pronto; XX, pp. 221/169, discorso diretto di Sabino: Han pasado quinceaños y parece que era ayer.

In un secondo momento, mentre B riferisce ad Antonia, moglie di Sabino, un calcolo deltempo trascorso dalla fuga in sedici anni e tre mesi (XX, p. 170), che conferma approssimativa-mente quello errato di VI, pp. 74/63, A le attribuisce un calcolo più preciso in sedici annie sei mesi (p. 221), che sposterebbe, benché sempre implicitamente nell'anno 1927, il tempodell'azione alla fine di aprile, in perfetta coincidenza con il dato che troviamo all'inizio delcap. XVI: Aquel domingo era el ùltimo de abril (pp. 179/136). Non è da escludere, pertanto,che tres sia il risultato di una trascrizione errata di seis; il che fa supporre, alla base, unautografo manoscritto, che Sender non doveva avere più sotto mano al momento della revi-sione per la stampa del '58.

Fra le tante ipotesi possibili, anche alla luce di quanto Sender ha riferito sul modo appros-simativo in cui sono stati pubblicati i primi libri dell'esilio (J. MARRA LÓPEZ, "Ramón Sendernovelista español", « Insula », n. 209, aprile 1964, p. 5), la più verosimile è che le regolariz-zazioni tardive e parziali di A siano da imputare ad una revisione dell'ultimo momento - sol-lecitata magari dalla redazione editoriale - effettuata sulle bozze o sul dattiloscritto consegnatoall'editore, senza che poi ne sia rimasta traccia sull'esemplare che l'autore ricorresse per lastampa del '58.

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Alla « confessione » segue, per i due, la condanna; la prigionia dura intutto quindici anni; poi il ritorno e le difficoltà del reinserimento.

Non passa molto tempo quando anche Sabino — il « morto », il « mo-stro », il « fantasma » - fa ritorno al suo paese ricondotto da un gruppo dicacciatori alla testa del quale — ironia della sorte — si trova proprio quel po-tente che meno di tutti avrebbe avuto interesse a farlo « risuscitare ».

Ecco cosi che Juan e Vicente, dopo tante sventure, esperimentano ora lavicenda della riabilitazione, felice per Vicente ma per Juan ancora più amaradi tutte le precedenti.

Mentre Juan muore accasciato nello spirito e nel corpo ~ e con lui muoionoi suoi disordinati impulsi alla vendetta - , Sabino, dopo un primo periodoin cui, strumentalizzato dalla propaganda liberale, si lascia trascinare per ipaesi ed esibire come una bestia rara al fine di rendere pubblica la menzognache i conservatori avevano costruito con la sua « morte », conosce un veroe proprio processo di emancipazione, esattamente opposto a quello che loaveva indotto all'isolamento: la sicurezza, che ora nasce in lui per la primavolta dal fatto di avere finalmente un lavoro, sia pur modesto, costituisce labase per conquistare ciò che non aveva mai avuto prima della fuga: la consi-derazione della gente, l'amore della moglie.

Intanto l'orizzonte è turbato tutto intorno dagli incendi appiccati nelletenute del cacique conservatore: sintomi inquietanti del disordine creatosi conil nuovo ribaltamento politico, avvenuto ora in favore dei liberali.

Questa è la sintesi degli avvenimenti principali del romanzo, che ho riordi-nato secondo la loro successione cronologica - ben differente dall'intrigo -e da cui ho escluso volutamente le variabili che differenziano le due redazioni.

È evidente l'intento morale e sociale, come pure il proposito di applicare,secondo una correlazione attenta, ma non meccanica, dei caratteri alle circo-stanze e dell'individuale al collettivo, i principi estetici del realismo socialista,di cui Sender è stato anche divulgatore6.

Questa è la robusta ossatura che rimane stabile nel romanzo in mezzo aicambiamenti che avvengono fra il '39 e il '58.

3. Anche se si cambia il modo di approccio e, invece che dall'interno,si osserva l'opera dall'esterno, a partire dalle strutture più superficiali, si hanetta l'evidenza di altre dimensioni, oltre quella sociale, cui è necessario rap-portare l'opera.

6 Sender firma la traduzione spagnola di un inedito di M. Gorki pubblicato con il titolodi "Autocrítica" su «Leviatán», giugno 1935 (cfr. Kraus Reprint, Nendéln-Liechtnstein, III,1974, pp. 95-101).

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II paesaggio montano, aspro e selvaggio, in cui è ambientata la vicenda,

la pervade di un brivido di mistero (lo irreal7) secondo un preciso progetto

estetico che l'autore espone in Proverbio 8 quando ci informa sulle letture del

protagonista:

A Saila le gustaban las novelas de aventuras, sobre todo las francesas, que necesitabandar a la intriga un poco de misterio no humano, un misterio lírico

fondato sul paesaggio; ed elenca una serie di possibili suggestioni paesaggi-

stiche, fra cui el carácter de una aldea montañesa, basate su detalles físicos.

Quindi prosegue:

/ . . . / ese misterio lo extraían generalmente de una manera torpe para incluirlo en laintriga como los pintores de tarjetas postales meten en el fondo de sus acuarelas unbrochazo marrón o rojo. La torpeza de lo lírico en esas novelas policíacas era uno desus encantos porque permitía al lector completar con sus medios ese misterio nunca bienplanteado, (p. 211).

Dal confronto con questo testo coevo9 nasce il sospetto che vada forse

identificato qui il nucleo progettuale di Lugar, alcuni aspetti del quale sono

senz'altro riferibili al romanzo poliziesco; si pensi a certe situazioni tipiche:

ricerca dell'assassino, errore giudiziario, correzione dell'errore giudiziario.

Questo paesaggio violento, sullo sfondo del quale agiscono caratteri dalla

psicologia elementare, il cui sistema di valori attribuisce categoria positiva alla

virilità contro l'effeminatezza, all'impassibilità e all'indifferenza contro il riso,

produce un effetto che Eoff definisce di « vigoroso primitivismo »1C.

7 La sensazione di irrealtà, in stretta connessione con l'emozione suscitata dal paesaggiomontano, è esplicitata significativamente nel capitolo di apertura: E» la rompiente que veníaa ser como una cortina de roca arenisca hacían sus nidos las águilas y los esparveres. Susgañidos llegaban al atardecer al balcón de mi cuarto repetidos por el eco que les daba unaextraña profundidad. En ese eco "veía" {sentía} yo la inmensidad de la noche que se acercaba.Cuando era niño (lo recordaba con emoción) en mis soledades hablaba con las « ripas », con losesparveres y con aquellas oquedades negras en donde localizaba yo todo lo irreal de mi infancia.(I, pp. 18/6).

8 México, Quetzal 1939. Cito dall'esemplare della Library of Congress che porta la segna-tura PQ/6635¡/E65P7.

Il romanzo ha subito un lungo processo di rielaborazione che è sfociato nelle seguentiedizioni: La esfera, Buenos Aires, Siglo Veinte 1947; The Sphere, traduzione di F. Giovanelli,London Grey Walls Press 1950; La esfera, Madrid, Aguilar 1969.

9 Proverbio - come ho già riferito - fu pubblicato dalla stessa casa editrice che pubblicòLugar, nello stesso anno 1939. Dalle fascette dei due libri, in cui si annunciano le opere diSender in corso di stampa e di prossima pubblicazione, risulta chiaro che Proverbio usci conun certo anticipo rispetto a Lugar.

10 S. H. EOFF, "El desafío de lo absurdo: Jean Paul Sartre, Ramón Sender", in El) pensa-miento moderno y la novela española, Barcelona 1965, p. 237.

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4. Ma il mistero non scaturisce solo dal paesaggio; è ampiamente com-preso nel concetto della casualidad che il personaggio del nonno afferma piùe più volte in forma quasi ossessiva (da anche il titolo al Io capitolo); adesso va riferito il personaggio di Ana Launer, la strega del paese, la cui pre-senza inquietante colma l'aria di stimoli alla vendetta e alla violenza; edanche il barbaro culto della croce in omaggio al quale Antonia, la madre diSabino, si toglie la vita in compenso della grazia ricevuta col ritorno del figlio.L'episodio, assente nel testo del '58, è presente invece in quello del '39, doveimpegna un considerevole numero di pagine sparse qua e là nel romanzo, piùspesso in posizione di fine-capitolo.

L'irrazionale è come un enorme potenziale energetico che mette in tensionela crosta di questo paesaggio naturale e umano.

È indubbio l'influsso esercitato su quest'opera - come del resto su moltealtre precedenti " di Sender — dalla letteratura psicoanalitica. Anche se l'unicoriferimento esplicito che troviamo nel romanzo si richiama a Freud12, sembradi capire che sia piuttosto Jung a suggerire concetti e temi che sono operativinel romanzo: penso al ruolo dominante della casualità nel mondo dell'uomoarcaico, in opposizione alla logica causale dell'uomo moderno"; penso allaricorrenza di motivi come quello del fuoco e, soprattutto, del vento 14, capaci

11 Mi riferisco principalmente a Imán, Barcelona 1930; El verbo se hizo sezo (Teresa deJesús), Madrid 1931; Mr. Witt en el Cantón, Madrid 1936; per non parlare di Proverbio, i cuiriferimenti, anche espliciti, a Freud e alla psicanalisi, sono innumerevoli.

12 Cfr. I, pp. 20/8.13 Nelle manifestazioni di Ana Launer, nella tradizione del Cristo de los Milagros (X,

pp. 118/92-3), nella mentalità magica di Antonia, come anche del pastore incontrato sul suso(IV, pp. 50/43), ma soprattutto nella certezza indiscutibile del nonno circa il potere e l'invio-labilità della casualidad (cfr. I, pp. 17/5, 19/8, 23/15; III, pp. 39-40/30; V, A, p. 65; XIX,pp. 216/165), Sender incarna i concetti espressi da Jung a proposito dello stato prelogico del-l'uomo (cfr. C. G. JUNG, "L'uomo arcaico", in II problema dell'inconscio nella psicologia moderna,Torino 1979, pp. 146-171): mi riferisco in particolare all'arbitrarietà del ragionamento dell'uomoprimitivo, per il quale tutto è casuale; alla sua credenza secondo cui lo psichico è obiettivo eviene da fuori; al conservatorismo insito in tale mentalità.

14 II vento, visto come agente psichico, piuttosto che fisico, ricorre spesso nelle opere diSender, anche anteriormente a Lugar; si pensi a O.P.: Orden Público, Siete domingos rojos,La noche de las cien cabezas. In Proverbio Sender spiega gli elementi, tra cui il vento, comemezzi attraverso cui il cosmo agisce sull'individuo col favore della solitudine, esercitando sudi lui una forza attrattiva di tipo magnetico (cfr. pp. 39, 47, 125, 128-9, 148).

Nel Lugar la presenza del vento è ricorrente (I, pp. 25/14; II, pp. 29/19; XX, pp. 226/172);in alcuni casi (IV, pp. 53-54/46-47; Vi l i , 89-90/73-74, 95/78), in cui acquista una pregnanzatutta particolare, intermittente. Del vento viene evidenziata la violenza travolgente, il rumoreossessivo (di solito percepito da un punto di ascolto situato in un interno), l'ampiezza dellospazio da lui percorso, che viene sentito come vuoto, cosmico, planetario.

E cosi che il saso acquista, per via connotativa, statura metafisica, valore simbolico.L'influsso perturbatore del vento, che scuote nel profondo la psiche e ridesta nell'uomo

l'atavismo, non agisce in una direzione univoca, ma esaspera in ognuno la tendenza a cui è

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di svolgere sull'uomo un fascino di tipo noumenico, che va rapportato allafamosa teoria degli archetipi dell'inconscio collettivo1S.

Le correzioni del '58 sono nella grande maggioranza soppressive; più raresono le sostituzioni o le aggiunte. Tutte tendono ad aumentare numericamenteman mano che si procede verso l'ultimo capitolo.

5.1. Un primo tipo — di estensione minima — risponde al livello dellapulitura del testo. Si tratta di soppressioni, talora di abbreviazioni, che rispar-miano alla lettura elementi inessenziali o palesemente ridondanti, oppure anchedevianti, sia dal punto di vista grammaticale e sintattico, sia dal punto di vistasemantico; talora di modifiche microscopiche (sostituzione di una congiun-zione, di un termine o al massimo di un sintagma, al fine di evitare ripetizionio cacofonie, oppure di stabilire una maggior congruenza tra segmenti di testoprossimi o contigui. Molto rare le aggiunte di un aggettivo o di una breveproposizione, di solito relativa con valore esplicativo, per lo più allo scopo dievitare possibili equivoci.

5.2. C'è poi un tipo di soppressioni — di brani di solito non superiorialla mezza pagina - che ora eliminano informazioni le quali, a testo ultimato,si sono rivelate all'autore inessenziali o ridondanti, ora eliminano inserti descrit-tivi, esplicativi e meditativi di cui si giudica che il lettore possa fare a menoperché reso idoneo a dedurne il contenuto dal contesto. Siamo sulla linea diquella aspirazione all'essenzialità che Sender dichiara nella citata intervista16,

predisposto: negli uomini del potere scatena l'istinto aggressivo, nel debole accresce il sensodi frustrazione o di impotenza. Il vento induce a riflettere sul significato dell'uomo e della morte.

Con queste caratteristiche il motivo sarà ripreso, in alternanza con quello del fuoco, inEpitalamio del prieto Trinidad (México 1942). Nella seconda redazione di Proverbio, La esfera(Buenos Aires 1974), pp. 173-179, il vento, agendo in uno spazio carico di suggestioni planetarie,collabora con il paesaggio - un paesaggio montano e invernale, come previsto in Proverbio,passo cit., p. 211 - nell'attirare il personaggio di Eva alla ricerca di tracce di morte.

15 Cfr. C. G. JUNG, Gli archetipi dell'inconscio collettivo, Torino 1977; "La psicologiaanalitica nei suoi rapporti con l'arte poetica", in 11 problema dell'inconscio... cit., pp. 29-51;in particolare da quest'ultimo, per le immagini primordiali, cfr. pp. 48-49: L'immagine primor-diale o archetipo è una figura, demone, uomo o processo, che si ripete nel corso della storia,ogni qualvolta la fantasia creatrice si esercita liberamente. /.../ essa è in certo qual modo larisultante di innumerevoli esperienze tipiche di tutte le generazioni passate. Si potrebbero scor-gere in essa i residui psichici di innumerevoli avvenimenti dello stesso tipo. /.../ nel momento incui giungiamo ad una situazione tipica, proviamo un improvviso sentimento di liberazione, senti-mento del tutto speciale, né deve stupirci di sentirci come trasportati o afferrati da una specie dipotenza sovrumana. In tali momenti non siamo più degli esseri particolari, noi siamo la specie,ed è la voce dell'umanità che risuona in noi.

tó Cfr. Conversaciones... cit., p. 102.

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e, in particolare per questo secondo gruppo, sulla via di una implicitazioneche tende a stimolare nel lettore quel modo più attivo di recepire il testo,auspicato nel brano già citato di Proverbio, p. 211.

Questo genere di varianti, che condensa il materiale narrativo con perditaminima di significato, fa del testo del '58 una sorta di sintesi di quello del '39.Per questo motivo, il lettore che conosce solo il testo definitivo, quando sitrova davanti quello della prima edizione e ripercorre l'iter correttorio insenso opposto a quello svolto dall'autore, trova nel testo del '39 una quantitàdi passi che spiegano, chiosano, amplificano quello del '58: sotto questo pro-filo, pertanto, A funziona come una sorta di lente di ingrandimento rispettoa B.

5.3.1. Rivestono un significato particolare quelle espunzioni che elimi-nano da passi descrittivi la componente sociologica: si veda per esempio ladescrizione del paesaggio autunnale che inaugura il capitolo V i l i (pp. 87/72),da cui B sottrae le tristi riflessioni che l'autunno suscita nei contadini, la cuiossessiva dipendenza dagli inganni delle stagioni denota la loro miseria. Siveda la soppressione di alcuni inserti descrittivi che ritraggono l'allucinantepovertà delle capanne che formano la periferia del paese di Sabino17, o diparticolari informativi di carattere economico, voluti in A da un minuziososcrupolo realistico 18.

Questo tipo di soppressioni, in un testo come Lugar basato sull'osser-vazione e l'analisi delle conseguenze dello sfruttamento di classe, e in cui altripassi descrittivi che denotano preoccupazione sociale vengono mantenutiI9,

17 IV, A, p. 56: entramos en el pueblo por una aglomeración de casas miserables. Il datoeconomico passa in B, p. 49, attenuato, nella variante della frase successiva che definisce sem-plicemente casa humilde la dimora di Adela. Ibidem: /.../ A aquella casa se la considerabacorno la más pobre del pueblo. Por eso don Jacinto había dicho con soltura que de momentopagaría él los gastos que hubiera. Hablando así se rifería a los veinte céntimos del barbero.J.../. V, A, p. 60: Dos piedras alargadas, unidas en ángulo, en el suelo de tierra, para hacerfuego. Un viejo puchero desportillado, sobre la ceniza, un cesto de pan colgado del muro, unacortina de saco en un rincón y al otro lado un catre con una sábana y una manta. / .../.

18 IX, pp. 101/81: eliminazione del particolare della bottiglia di vino, portata, insiemeai viveri, dalle donne ai detenuti.

Vi l i , A, p. 98: Vicente pensaba en los suyos, en que les había dejado dinero para quecomieran dos semanas. En ese sentido estaba tranquilo. Aunque su mujer tendría que ayudar ala de Juan, que seguramente estaba sin un céntimo.

19 Sulle capanne, viene mantenuta in B la sequenza descrittiva di I, pp. 17/5, come anchequella più sintetica che precede la dettagliata descrizione eliminata in V, pp. 60/53; vengono man-tenute le domande di Pepe Garcés sul tenore di vita del pastore (IV, pp. 51/44), e cosi purele osservazioni del cacique conservatore a proposito della discriminante economica che causalo svantaggio dei liberali rispetto ai conservatori (X, pp. 116/91).

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significa non tanto che la prospettiva sociologica abbia perso di attualitànel '58, ma semplicemente che l'autore, una volta postala a fondamento dellavicenda narrata, non ritiene più necessario ribadirla continuamente, al fine,didascalico, della crescita politica del lettore.

5.3.2. Varianti affini, talora legate alle precedenti, sono quelle che espun-gono riferimenti alla cronologia spagnola o alla situazione politica locale20.Significativo il gesto con cui Sender stacca da una parete della sala municipale,minuziosamente descritta, il ritratto di Alfonso XIII in uniforme militare21.

Grazie a questa tendenza, la vicenda narrata subisce un progressivo distaccodalla realtà storico-politica, per essere orientata verso una sorta di atemporalità.In tal modo si esaspera, anche sul piano della cronologia, quella tendenza allaindeterminatezza che si era rivelata in A, sul piano geografico, nella scelta dilasciare nell'anonimato il paese in cui è ambientata la maggior parte dellavicenda22, e nel gusto quasi illusionistico di incoraggiare, in parte, il lettoree in parte di frustrarlo nel tentativo di localizzare puntualmente l'azione, con-segnandogli, insieme a toponimi perfettamente identificabilia, altri che sonofrutto d'invenzione24.

5.3.3. Altre eliminazioni mostrano la tendenza, auspicata in Proverbioe già riscontrata in parte in Lugar, di stimolare nel lettore una maggior col-laborazione con l'autore. Si badi bene: la direzione correttoria che si delineanelle varianti non rivoluziona totalmente la tecnica del romanzo, ma certo laallontana dal polo grosso modo riferibile al romanzo analitico ottocentesco, ilcui punto di vista narrativo prevalente era quello dell'autore, per orientarlo

20 VII, pp. 79/67: polemica fra autorità ecclesiastica e civile sul problema del matrimonio.X, pp. 113/89 e 114/90: indignazione dei liberali per i maltrattamenti a Juan e Vicente, e lorosolidarietà con i detenuti. X, 115-16/91: concreto impegno nella classificazione degli immobili aifini tributari, svolto in passato da Vicente nella carica di consigliere comunale; misure praticheprese dal cacique conservatore per sfruttare a proprio vantaggio il caso di Juan e Vicente.XIII, pp. 147/112 e 150/115: valutazione in chiave economica dell'opposizione liberali/conser-vatori. XV, pp. 173/134 e 184/141: alterne fasi della lotta politica. XVII, pp. 196/146: raggirie maneggi in cui tale lotta si concreta.

21 VII, pp. 75/64.22 Si tratta sicuramente di Alcolea de Cinca, sovrastata com'è da uno scoscendimento tuttora

chiamato ripas dalla gente del luogo. In cima alle ripas, all'inizio dell'altipiano detto suso, sierge effettivamente la gran croce di ferro ricordata nel 1D capitolo. Cicogne e uccelli rapaci, perquanto passati al rango di motivi e simboli nella finzione senderiana, si annidano realmente sulcampanile e nelle ripas.

23 I toponimi: saso, Zaidin, Ontifiena, permettono di ambientare con sicurezza la vicendanel territorio della provincia di Huesca (Aragona) compreso tra i fiumi Cinca e Alcanadre.

24 Castelnovo, nome del paese di Juan e Vicente, non pare abbia un corrispondente nellageografia della zona. Il nome Orna corrisponde al fiume che si chiama in realtà Cinca.

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nella direzione del Bekaviourismo: soppressione di molti inserti di introspe-zione psicologica, più frequente adozione del punto di vista dei personaggi.

Questa linea implicitante e interiorizzante, se da una parte risponde a unatendenza in atto, negli anni '50, nella letteratura tanto americana che spagnola,dall'altro risponde ad una esigenza profonda che anima l'intero romanzo giàfin dal 1939 e che pertanto, confermandosi, acquista consapevolezza: l'esi-genza di penetrare nei meccanismi più riposti della psiche e di commisurareil comportamento umano alle forze segrete che lo orientano a un livello pri-mario ed elementare.

5.3.3.1. Entra in gioco, qui, la singolare teoria « ganglionare » di Senderche, alla negatività della coscienza - individuale e razionale - e del suo stru-mento conoscitivo, il cervello, contrappone la positività dell'inconscio - col-lettivo - e dei suoi organi, i « gangli », ai quali affida un ruolo fondamentaletanto sul piano pragmatico che sul piano conoscitivo.

Tramite l'inconscio, nel quale ritrova sedimentati millenni di esperienzeindividuali, e i gangli, attraverso i quali percepisce la propria origine atavicae acquisisce toda posible sabiduría ffi, l'uomo si sintonizza sia verticalmente,con la specie, sia orizzontalmente, con le masse26. Il suo comportamento ele sue scelte, tanto personali che politiche, saranno la risultante del modo incui queste forze agiscono sul suo sistema ganglionare.

5.3.3.2. Attraverso i gangli l'uomo conosce il mondo e il proprio esseresecondo approssimazioni successive, mentre il mondo e l'essere gli si dannoa conoscere in modo intuitivo: El "noumeno" nace también como el "quanta"de una noción inconsciente 2I.

Dai gangli arriva ogni giorno, ogni momento, una moltitudine di vocifebbrili, impazienti. Cuando entendemos una la aislamos y la sentimos tanclara que podemos darla al exterior, expresarla, hacemos un descubrimientofilosófico o un poema 28.

Con questo procedimento, di marca ancora una volta junghiana29, Sendergiunge all'immagine archetipica della sfera, in cui si raccordano tanto teoriedi filosofi dell'antichità arabi e greci quanto le moderne teorie della fisica ato-

25 Proverbio, p . 57 .26 R.J. SENDER, "El novelista y las masas", «Leviatán», maggio 1936, reprint cit.,

pp. 287-297.27 Proverbio, p . 5 0 .28 Proverbio, p . 50 .29 Cfr. C . G . J U N G , "L' inconscio personale e l ' inconscio sovrapersonale", in Psicologia del-

l'inconscio, Tor ino 1968, p p . 113-133.

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mica. L'idea della sfericità in movimento, risultato dell'eterna dinamica traforza centripeta e centrifugax, consente di conciliare quei contrari — gior-no/notte, principio/fine, vita/morte, suicidio/omicidio, aggressione/riprodu-zione... - che l'individuo, nella sua effimera e superficiale esistenza, percepiscesolo in un rapporto di opposizione.

Di questa teoria sferica, che prende corpo in Proverbio, e viene appro-fondita nelle redazioni successive che da essa, appunto, derivano il titolo Laesfera, risente profondamente anche Lugar, dove il reale e l'irreale, traspostinelle immagini della aidea e del saso, sono visti in una relazione, oltre cheoppositiva, di complementarità; dove la fuga di un uomo31 e la sua reinte-grazione nella società scatenano meccanismi di compensazione analoghi a quelliregolati dal principio della conservazione dell'energia; dove la fuga di Sabino,il suicidio di Antonia, la morte di Juan, rappresentano tre possibili opzioni(che le correzioni del '58 riducono a due, obbedendo al progressivo affer-marsi di un principio duale) di una sola tendenza — il ritorno all'indifferenziato,all'inorganico — contraria, in apparenza, ma di fatto complementare all'aggres-sività manifestata dai rappresentanti dell1'establishment.

Tornando all'orientamento per cosi dire behaviourista delle varianti del '58,mi preme evidenziare che esso in parte converge e in parte si identifica conla tendenza, derivante dalla teoria « ganglionare », che porta l'autore asopprimere sempre di più il proprio punto di vista per identificarsi, invece, allivello del profondo, del subliminale, con il punto di vista dei suoi personaggi.La qual cosa si concreta, sul piano della narrazione, in drastiche eliminazioni.

Il silenzio, o comunque la laconicità, è uno dei tratti più evidenti del-l'uomo fortemente dotato di natura ganglionare. Si ricordi in Proverbio l'in-sofferenza di Saila per le effusioni verbali dei suoi compagni di traversata.In Lugar si veda come è ritratto l'atteggiamento interiore dei contadini ffi,assorti nella considerazione della vicenda di Sabino, nella mattinata dome-nicale:

30 Si pensi al progetto di fuga su cui torna ossessivamente Saila in Proverbio, o all'attra-zione verso l'esterno, soprattutto verso la luna, che sentono violentemente i pazzi, esseri privi-legiati dal punto di vista ganglionare.

31 II marcharse è motivo di ossessione non solo per Saila ma anche per Sabino: nomi chesembrano legati non casualmente, da un gioco allitterante ed etimologico, con quella sabiduríaganglionar su cui torna insistentemente la riflessione di Proverbio.

32 È r icorrente in Sender l'affermazione che negli spagnoli, in part icolare nelle personede l popolo (cfr. Proverbio, p . 99) sono condensate in m o d o par t icolarmente felice l ' is t into el ' intuizione, dot i pe r eccellenza associabili a l l 'ambito ganglionare. T r a la gente del popolo , l afigura del n o n n o acquista s ta tura esemplare e mitica. Cfr. Lugar, Crònica del alba, il racconto"My Grandfather was a Mountainer", « Harper's Magazine», voi. 186, n. 1114, marzo 1943,pp. 377-379, rifuso poi nel prologo a Los cinco libros de Ariadna, New York 1957.

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Se lo tenían hablado todo y en cuanto a sus sentimientos no era necesario exterio-rizarlos a cada paso. (XVI, pp. 180/137).

Poche righe dopo, B cancella il passo che informa dell'oggetto di quelleconsiderazioni, realizzando anche nel testo quella censura della parola, intesacome mezzo per esternare e obicttivare pensieri e sentimenti, che è norma dicomportamento dei personaggi:

Había en todo aquello dos reflexiones sobre las que fluctuaba el misterio humanode la idiotez y de la locura. Se podía caer en lo estúpido. Pero se podía caer igualmenteen la locura por terror. Aunque nadie lo pensaba todos lo sentían de una manera tristey confusa. (XVI, A, p. 180).

Interiorizzazione e implicitazione, in B, hanno insomma anche il signifi-cato di una maggior immedesimazione da parte dell'autore nei sentimentiprimari che animano i suoi personaggi.

5.3.4. Per quanto riguarda il punto di vista assunto in modo esplici-to, Lugar si presenta all'inizio come un romanzo falsamente autobiografico.Pepe Garcés - nome con cui Sender inizia qui a trasporre se stesso nella fin-zione letteraria33 — ricorda uno scandalo scoppiato nel paese durante la suaadolescenza.

Il punto di vista assunto è il responsabile della distribuzione della materianarrativa secondo tre fasi cronologiche principali, che in A corrispondono atre « Parti ».

La narrazione si sviluppa in prospettiva memoriale. Nella prima parte(capp. I-VI) Pepe Garcés, adulto, rievoca, ora direttamente ora mediatamente,un fatto accaduto nella primavera del 1927, causa di grande scompiglio nelsuo paese e in quello vicino di Castelnovo, di cui fu testimone all'età di sedicianni: la ricomparsa di Sabino sedici anni dopo la sua sparizione.

Con la seconda parte (capp. VII-XV) viene fatto un salto indietro neltempo grazie al quale affiorano, in forza di un procedimento implicito di rico-struzione, le conseguenze della sparizione di Sabino durante il periodo 1910-1927: processo, carcere, liberazione di Juan e Vicente, e infine, con il ritornodi Sabino, loro riabilitazione.

Nella terza parte (capp. XVI-XX) Pepe Garcés riprende a narrare i fattidella primavera 1927, conseguenti al ritorno di Sabino, il cui svolgimentoviene seguito fino alla fine.

33 Cfr. Crónica del alba, New York 1963. Ricordo che il primo romanzo della raccolta,che porta lo stesso titolo, usci a México nel 1942.

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Va comunque precisato che, se la funzione dell'io narrante è costante-mente attiva in quanto principio astratto che sovrintende alla disposizione tem-porale del materiale narrativo, non si può dire la stessa cosa per la consistenzadi Pepe Garcés in quanto personaggio, che subisce invece considerevoli oscil-lazioni. Protagonista nel primo capitolo, testimone diretto dei fatti e perso-naggio di primo piano nei capp. II-IV, narratore che riporta fatti e antecedentiricordati da altri nel cap. VI, narratore implicito di fatti di cui è venuto aconoscenza indirettamente nei capp. V e VII, nella seconda e nella terza partel'io narrante viene sfocato a tal punto che non è più percepibile né comepersonaggio né come filtro morale o emotivo della narrazione; tanto che costi-tuisce una vera sorpresa, per il lettore, il ritrovare, all'altezza del cap. XVII,l'aggettivo possessivo mi davanti ai termini padre, madre, abuelo, oppure ilriconoscere in qualche raro inserto un pensiero o un giudizio estemporaneodell'io narrante.

Rispetto ad A, l'uso che si fa in B dell'io narrante in quanto personaggioo filtro della narrazione è ancora più riduttivo, anche se viene confermataquella tendenza per cui in A aveva avuto molto più rilievo nei primi settecapitoli che non nei restanti tredici, dove invece era stata data centralitàassoluta alle vicende scatenate dall'assenza, prima, e poi dalla presenza di Sa-bino. In particolare, viene preservata quella sorta di bivalenza, che rende PepeGarcés compartecipe dei due ambiti del razionale e dell'irrazionale: nel cap. I,dove il ragazzo viene iniziato dal nonno e da Ana Launer all'imprevedibilità,e pertanto al rispetto, del mistero e del caso, e nel cap. IV, dove l'io-narrante— che pur fa parte di un gruppo di cacciatori animato da forti istinti aggres-sivi - esperimenta, col favore del vento, una sorta di comunicazione ganglionarecon gli esseri atavici incontrati nel saso:

Y el [viento seguía sonando. Aquel] viento [(en la chimenea)] me identificaba amí con el pastor y con el « monstruo » a través del saso inmenso. (IV, pp. 54/47).

In tutti gli altri casi, invece, dove l'io-narrante non assolve più a questafunzione di guida del lettore alla scoperta dell'ignoto che è in ognuno di noi,la sua parte viene ulteriormente ridotta in B. Si indugia meno sul ruolo affi-dato al ragazzo nella battuta di caccia34, vengono eliminate battute K o chiosemeditative * che, sottolineando la già evidente avversione reciproca tra il

II, pp. 33/24.III, pp. 42/34.IV, pp. 51/44.

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ragazzo e il cacique conservatore, rischiano di oscurare l'antagonismo, che sista profilando come centrale, tra il cacique e il « monstruo » (personaggi chesi riveleranno poco a poco come poli magnetici di attrazione delle strutturedella persona, il primo, e dell'hombre, il secondo37). Si implicita ulterior-mente, ove è ancora possibile, la sua funzione di raccoglitore di notizie38, o dimente che riordina i dati assunti al fine di ricostruire lo svolgimento dellevicende39, oppure anche di narratore che, negli inserti introspettivi, opponeil proprio pensiero a quello di altri personaggi *.

Questa fitta serie di interventi soppressivi è dettata in B da un'esigenza diunità e al tempo stesso di concentrazione intorno agli avvenimenti causatidalla scomparsa e successiva riapparizione di Sabino.

5.3.5. Nella stessa direzione va, a mio avviso, l'eliminazione della tripar-tizione del libro e il conseguente rafforzamento di quei temi, situazioni, sim-boli e motivi similari che già in A stabilivano richiami e legami tra sequenzeappartenenti a parti diverse41.

37 Nella teoria ganglionare senderiana, Ybombre indica l ' integri tà individuale, m e n t r e lapersona indica la maschera sociale, inibitoria. Al p r imo vanno riferite le manifestazioni positivedel silenzio e della impassibilità, alla seconda va riferito il r iso, che sot tende tu t t a una seriedi connotazioni d i ipocrisia e violenza. Cfr. Proverbio, p . 98 : El hombre es el hecho. La per-sona es la reflexión, la vuelta del hecho sobre sí mismo. Pero al volver ya no es el « hecho »sino el material de diferenciación que extrae la persona para su uso. La persona todo lo ignora,pero todo lo quiere experimentar y en la experiencia obtiene sus grandes fracasos y sus triunfos.El hombre posee una conciencia no experimental de sí mismo. Es la fuente de toda verdaduniversal. Esa verdad surge del saber de los sentidos que traen su ciencia aprendida como lasrocas, los mares, los bosques. En el llanto de un recién nacido está el clamor de toda nuestraespecie en lucha por la adaptación. En su risa, todo su triunfo.

38 V, pp. 64/57.39 VII, pp. 78/66.40 XIX, p p . 2 0 1 / 1 5 2 .41 Si pensi al mot ivo delle cu-cutes, uccellini annunciatori delle feste primaveri l i , in 1,1,

11,15 e 111,16; al tema ritornante del circo del cojo Marín in 1,6 e 111,19; al tema della lottatra i cani dei due caciques, il conservatore e il liberale, in 11,13, che, mentre da una parte siricollega al ruolo simbolico dei cani del cacique conservatore, in 1,3, dall'altra prefigura, anchenell'esito, il duello fra i due caciques in 111,18 e 19. Si pensi infine al motivo del cicogninocaduto dal campanile mentre ensayaba a volar agitando sus alas (1,7), che mette in raccordol'io-narratore, reduce da una fuga da casa intrapresa al fine di probar la fuerza de sus alas (1,1),con il « monstruo », di cui ripete l'atteggiamento di indifferenza (1,4; 1,7), condividendo colragazzo e con Sabino la separazione dal nucleo d'origine, prima, e poi il reinserimento, che,per il cicognino, avviene in 111,16.

Al ritrovo in casa del cacique conservatore (11,10) fa da contrappunto il ritrovo in casadell'altro cacique, don Manuel, in 11,13.

La ripetizione, o rievocazione, nelle battute finali del libro, di personaggi e motivi secon-dari accennati all'inizio, contribuisce notevolmente a dare coesione alla materia narrativa: cfr.il personaggio di Tomaser associato al motivo della testa d'agnello arrostita, in 1,2 e 111,20;

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II testo di B, pertanto, tende non più a separare le tre fasi cronologichein cui si articola la narrazione, bensì ad evidenziare, di queste, gli elementitonali, tematici e simbolici di raccordo, che danno coesione e unità al libro,nel quale prende ora risalto il primo capitolo: la persistenza, in esso, del pro-tagonismo dell'io-narrante in contrasto con il resto dei capitoli, dove la suapresenza viene ulteriormente sfocata, la forte sensazione di irrealtà prodottadal paesaggio, e l'enigmaticità quasi oracolare delle asserzioni del nonno e diAna Launer, che culmina nell'episodio dimostrativo della sciagurata cavalcatanotturna, indicano che B rafforza la funzione del primo capitolo in quanto sin-tonizzatore sulla lunghezza d'onda del subliminale e ganglionare.

5.3.6.1. Risponde al bisogno di essenzialità l'eliminazione, attuata in B,di personaggi dal ruolo attanziale scarso o quasi nullo. Scompare la madredi Pepe Garcés assieme alla soppressione della sua unica battuta42. Vengonoconcentrati in un solo personaggio, di nome Ignacio, gli infortuni che in Acapitano a due personaggi diversi, anche se portatori dello stesso nome43.L'eliminazione dei brevi interventi pietosi del carceriere*1 fa si che questopersonaggio viva solo nelle riflessioni dei detenuti4S.

5.3.6.2. Lo stesso vale — rispondendo anche, probabilmente, ad unamaggiore intenzionalità — per i personaggi secondari che rappresentano inqualche modo un doppione, poiché in essi viene ricalcata la tipologia descrit-tiva e il ruolo di altri personaggi la cui funzione è molto più rilevante.

È il caso del maggiordomo di don Manuel, il cui servilismo ripete esatta-mente, anche per il modo e l'occasione in cui si manifesta, il servilismo delcacique conservatore46. È il caso, anche, del sergente della Guàrdia Civil diOntiñena che, benché si contrapponga per un atteggiamento di rivalità erivalsa al sergente della Guardia Civil di Castelnovo, ne ricalca le caratteri-stiche e il ruolo. La sua eliminazione47 è strettamente legata alla soppressione- su cui ritornerò in seguito - delle torture a cui sottopone Juan e Vicente.

cfr. il motivo dei proiettili di piombo per la caccia grossa in mano di due rivali (don José eil viejo Morel in 1,3; cacique conservatore e cacique liberale in 111,19), che trasmette in formasubliminale al lettore l'informazione che il potenziale di violenza che scatenerà il duello finaleè già attivo all'inizio dela vicenda narrata.

42 V, pp. 65/57. In B la madre di Pepe Garcés verrà soltanto menzionata in modo indiretto.« XIV, pp. 160/123. Cfr. XIII, pp. 152/116.44 IX, pp. 105/84, 110-111/87.« IX, pp. 104-105/83.* XIII, pp. 154/118.47 XI, pp. 127/98, 131-132/101-102.

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5.3.6.3. Il fatto che i due parroci, del paese anonimo e di Castelnovo,rispondano ad una tipologia diversa, sembra dovuto ad un intento dimostrativoche punta implicitamente a sottolinearne l'identità del ruolo48. B rafforza questatendenza procedendo ad una maggior differenziazione, orientata, nel caso delcurato del paese anonimo, verso una caratterizzazione più positiva * e, in quellodel curato di Castelnovo, verso una caratterizzazione più complessa e nega-tiva50 che lo rende molto prossimo a Mosén Miliari51.

5.4.1. L'eliminazione del lungo brano occupato dalla atroce, e nel con-tempo grottesca, tortura ai testicoli inflitta a Vicente52 sembra dovuta siaall'intento di risparmiare al lettore un passo che potrebbe suonargli ripetitivo(un altro supplizio, sempre agli organi sessuali, è stato infetto appena primaa entrambi i detenuti, anche se con minor sadismo) sia ad una nuova tendenzaall'attenuazione del tremendismo del romanzo. Certo è che la prima tendenzasemplificatrice è già stata ampiamente riscontrata nei paragrafi precedenti,mentre la seconda trova conferma in altre espunzioni, su cui si soffermerò piùavanti.

Nell'ambito delle violenze usate a Juan e Vicente, B sopprime anche lefrustate con vergas de buey53 e, successivamente, la brevissima ma folgorantesequenza (forse spia di una latenza surrealista) del pugno che, scaricato suVicente da una guardia civil, lo fa finire per un attimo - un attimo scottante -con il viso a contatto con un cadavereM.

48 L'alleanza di fondo che, a dispetto dell'atteggiamento esterno assunto dai singoli, uniscetradizionalmente la chiesa alla ricchezza e al conservatorismo, è esplicitata nel pensiero indirettodel cacique conservatore, in un passo di A (X, p. 122) espunto in B per ragioni riconducibili allatendenza bebaviourista (5.3.3.).

* V, pp. 62/55: eliminazione del tratto della sporcizia, che era stato affiancato in A aquello della povertà. VI, pp. 70/60: sostituzione del curato allo zio nella persona che donala zappa a Sabino in occasione delle nozze; il cambiamento è causato anche dalla scomparsa delpersonaggio dello zio di Sabino (cfr. 5.4.4.). V, pp. 64/56, 64/57: eliminazione, dalla prospet-tiva del curato, della motivazione economica per spiegare la fuga di Sabino; va ricondottaall'intento di dimostrare nei due sacerdoti, che dal punto di vista umano sono tanto diversi,la stessa incapacità di cogliere l'aspetto economico, e pertanto sociale e politico, dei problemi.

50 Cfr. in XIV, p p . 161 /123 , le t r e eliminazioni che aggravano la prevenzione nei confrontidei due detenuti da parte del curato di Ontifiena, indifferente sia alle loro sofferenze sia allanecessità di accertare di persona la loro colpevolezza.

51 Figura di sacerdote attraverso la cui memoria Sender filtra la narrazione della tragicamorte di Paco el del Molino, durante la guerra civile, nel romanzo che usci nel 1953 con iltitolo, appunto, di Mosén Milla». Il romanzo fu ripubblicato nel 1960, con il titolo definitiovdi Réquiem por un campesino español. Ignoro se il testo abbia subito cambiamenti di rilievofra la prima e la seconda edizione. Può essere interessante notare che la caratterizzazione di Pacoel del Molino è per non pochi aspetti vicina a quella di Vicente.

» IX, pp. 102-103/82.» IX, pp. 106/85.54 XI, pp. 134/103; XII, pp. 140/106.

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All'eliminazione del sergente di Ontiñena va ricollegata, anche, la cancel-lazione del truculento tormento della trave inflitto a Juan s , cosi come la parti-colare « ingegnosità » di questa tortura va collegata allo spirito di competi-zione che anima il sergente di Ontiñena nei confronti di quello di Castelnovo M.

La soppressione della tortura della trave incide in modo considerevole siasul contesto immediato - dove causa anche il cambiamento di titolo del capi-tolo XII ^ - sia sull'intero romanzo; e non solo sul piano tonale - nel sensodi una maggior sobrietà e misura — ma anche sul piano dell'azione, poichési perde il nesso logico-causale che lega alla tortura subita la spiegazione cheJuan da alla Guardia Civil della sparizione del cadavere di Sabino.

Il corrispondente di tale nesso sul piano artistico è una tra le sequenzepiù dense di pathos in cui Sender abbia dato corpo alla sua teoria ganglio-nare x: dalla bocca di Juan, appeso per le gambe ad una trave a cui di solitovenivano appesi i maiali, caia con largos intervalos una gota de sangre queiba a engrosar las manchas ennegrecidas de las que otras veces destilaban loshocicos de los cerdos. Era también una sangre oscura y densa.

L'osservazione conclusiva, che rende percepibile, attraverso il sangue, lacontinuità fisica, e quasi l'identità fra l'uomo e l'animale, può essere intesasia in una prospettiva oggettiva sia nella prospettiva soggettiva di Juan, chesubisce, e di Vicente che assiste alla tortura.

Esigenza di economia e intento di smorzare le tinte truculente giustificano,a mio avviso, solo in parte l'eliminazione di una sequenza tanto significativadal punto di vista della trasposizione in immagini della tematica senderiana.

» XII, pp. 138-139/105.* XII, A, p. 138.57 Pp. 137/105.58 Del senso profondo - già fortissimo in Imán (cfr. F . CARRASQUER, "Imán" y la novela

histórica de Ramón ] . Sender, Amsterdam 1968, p . 70) - della continuità che lega l 'uomo atu t te le forme della vita organica e inorganica, Proverbio ci fornisce la grammatica concettuale,basata sulla teoria ganglionare. Cfr., per esempio, p . 50: Eso que parece el logro complejo,brillante, difícil, de la psique no es sino la presencia en flor de los ganglios. En ellos se me hadicho que la vida vegetal sigue viviendo en nosotros, en nuestras arterias y en nuestros huesos;de ellos sale esa imagen de mis vértebras que recuerdan los nudos de los tallos de las plantas yde ahí la sensación vegetal de mis sueños, a veces, en los que hay una fresca humedad de saviay en los que algo nos dice: "cuando yo era hierba..." o "cuando yo era arbusto...". Son losganglios quienes nos dicen que la historia del planeta vive en nosotros y que la vida vegetalnos habla en las raíces que son nuestros ganglios /.../.

Cfr. p . 5 1 : /.../ si en nuestro inconsciente viven las especies todas animales y no hay dudade que viven porque su presencia la sentimos hasta en hechos prácticos de atavismo y tenemostambién el atavismo vegetal más lejano pero presente (tan lejano que sólo se manifesta clara-mente en los sueños) y lo sentimos a veces en la realidad como u n fenómeno de estética, nomenos claramente está en nuestros ganglios aunque llegue más difícilmente a nuestra conciencia,lo inorgánico de nosotros mismos, nuestra vida mineral /.../. ( I l rigo in tondo è mio).

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Alla base dell'espunzione sta l'obiettivo, che in B diviene primario, di can-cellare l'unico elemento che poteva dimostrare a Vicente l'innocenza di Juan.

5.4.2. Nella stessa direzione vanno altri due consistenti blocchi di cor-rezioni. Il primo - assimilabile dal punto di vista tecnico all'orientamentobehaviourista — tende a diradare la frequenza con cui i pensieri di Juan eVicente oscillano tra fiducia e sfiducia reciproca, facendo pesare alla fine inmodo più deciso la sfiducia w.

B, insomma, mentre tende ad attenuare, sia pur di poco, il senso delladistruzione fisica delle due vittime, rappresentata dalle torture, mira adaggravarne la devastazione psicologica.

5.4.3. Si incrocia con questa linea correttoria, grazie ad una sorta ditravaso del motivo dell'alternanza tra pensieri notturni — più pessimistici —e diurni — più ottimistici60 - , il secondo blocco di espunzioni che si ricon-duce alla cancellazione di un personaggio, responsabile della morte di Juan:Telesforo61.

Telesforo è l'adultero che assedia e viola il focolare di Juan; della suapresenza insidiosa Juan è avvertito in A ancor prima del processo ffi, mentrein B non intravede se non dopo la riabilitazione tó — cioè circa quindici annidopo — la possibilità che la moglie, durante la sua prigionia, abbia avuto unaltro uomo.

Nelle ultime tre serie di correzioni ricordate si delinea chiaramente l'in-tenzione di rendere dominante, anzi esclusiva, durante la prigionia, la tragediadevastante del sospetto fra le due vittime, che assolvono per il momento aduna sola funzione, alternativa e complementare a quella di Sabino. Queste

s> Vil i , pp. 92/75; IX, pp. 105/84, 106-107/85; XI, pp. 128/99; XV, pp. 170/130.60 I I passo d i A , p p . 167-8 descriveva la penosa altalena in cui si dibat teva, nei quindici anni

di carcere, il pensiero di J u a n riguardo alla moglie e al rivale, oscillante fra l 'odio e la volontàdi giustificazione, t ra la rabbia e la rassegnazione, t ra u n sordo rancore verso la moglie el ' impulso omicida nei confronti de l rivale. I n ques to ossessivo agitarsi fra oppost i sent imentil 'al ternanza notte-giorno faceva propendere J u a n ora verso la soluzione violenta ora verso quellapacifica, ora cont ro la moglie ora cont ro Telesforo. La cancellazione del passo - el iminato in Bcome tu t t i quelli in cui veniva menzionato il rivale - viene in pa r t e controbilanciata da u n avariante che, in B, p. 129, reintroduce, sia pure sfumata, l'alternanza fra pensieri notturni epensieri diurni, applicata questa volta all'oscillazione tra sfiducia e fiducia reciproca nel pen-siero dei due detenuti.

61 La scelta onomastica è significativa. Il significato etimologico è: "portatore di morte".L'eliminazione avviene in XIV, pp. 160-161/123; XV, pp. 167-168/128, 169/130, 175/135;XVI, pp. 186/142, 187/142, 188/143; XVII, pp. 191/144, 192/145, 193-194/146, 194/146.

« XIV, A, p. 160.« XVI, B, p. 142.

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tre serie di varianti, pertanto, riconducono tutte ad uno stesso cambiamentoche investe la fabula e l'intrigo.

Mentre in A la coppia Juan/Vicente si disgiungeva già all'altezza delcap. XIV secondo l'opposizione morte/vita M, in B la disgiunzione della coppiaavviene in un momento successivo alla riabilitazione (cap. XVI), e la figuradell'adultero prende corpo non più in forma oggettiva, bensì, molto più sot-tilmente, in forma soggettiva nel sospetto di Juan.

Pertanto l'iter vitale della coppia Juan/Vicente si scinde non solo e nontanto in forza di cause obiettive, come il tradimento della moglie o la ma-lattia di Juan, ma anche e soprattutto per via di elementi indecifrabili cheprendono corpo nella soggettività di Juan.

Il modello del romanzo è sperimentale tó: dati un evento (x) e le sue con-seguenze (y) (y': processo e carcerazione di Juan e Vicente; y": avanzatadei conservatori a svantaggio dei liberali, a Castelnovo), si cerca di vedere se,con l'inversione del movimento impresso a x, anche le conseguenze y sonoreversibili. La disgiunzione della coppia, che in B avviene non prima, ma soloal momento dell'inversione di tendenza di x, mostra in modo significativoin y' che, sul piano individuale, è possibile tanto un'effettiva inversione (Vi-cente) quanto un esito assolutamente indipendente (Juan): è la casualidad, inultima analisi, il principio oppositivo che scinde la coppia Juan/Vicente.

Il nuovo orientamento impresso in B alla fabula costituisce, oltre cheuna correzione verso una maggiore esattezza dimostrativa, un reale guadagnodal punto di vista della qualità artistica. Il fantasma, l'ombra del nemico èmolto più spaventosa e temibile della sua concreta presenza; lo conferma ilfatto che il desiderio di vendetta di Juan è più generico in A, dove purel'adultero ha un'identità precisa, che non in B, dove Juan si lascia dirigere daglianimosi consigli di Ana Launer verso una sola alternativa possibile: A ellao a él(A. In A il ragionamento di Juan è più pacato e politico poiché individuanell'apparato repressivo le responsabilità della sua disgrazia67, mentre in B

M Ho già accennato al significato di morte che, nella vita di Juan, porta la presenza diTelesforo. È suggestivo - per contrasto - attribuire intenzionalità anche alla scelta del nomeVicente, legato sia nell'etimo sia nel senso al latino VINCERE.

65 Cfr. S. EOFF, "El desafío..." cit., p. 251. Per la quadripartizione in: Discorso, Intrigo,Fabula, Modello narrativo, mi attengo a C. SEGRE, « Le strutture narrative e la storia », « Stru-menti Critici », n. 27, giugno 1975, pp. 98-207.

66 Bat tu ta significativamente aggiunta in B (cfr. XVI , p p . 189 /143) .61 X V I , p p . 1 8 8 / 1 4 3 : [Todo el día estuvo Juan abstraído. Veía a su mujer como a un ser

que le habían robado los jueces, los guardias. Parecía que la policía, la guardia civil, los tribu-nales, estaban organizados desde su origen simplemente para robarle aquello a él y dárselo aTelesforo. Y eran tan gigantescas aquéllas fuerzas y tan débil ]uan, con sus pulmones deshechosy su hombría herida «para siempre» que poco o nada podía intentar..].

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è molto più cieca la rabbia, più violento l'istinto vendicativo, che resta tragi-camente irrisolto a causa della morte. Anche se non per molto: presto lovedremo riprendere vita negli incendi che i contadini appiccheranno a catenanelle tenute del cacique conservatore.

5.4.4. Obbedisce senz'altro alla volontà di stemperare le tinte truculentedel romanzo quel gruppo di eliminazioni che cancella passi impegnati nelladescrizione di malattie ripugnanti.

È il caso delle infermità dello zio di Sabino M e della madre del caciqueconservatore *, le quali sono legate da un rapporto che è nel contempo di simi-larità (ambedue riguardano le "parti basse" e suscitano disgusto) e di opposi-zione: infatti, mentre la madre del cacique, grazie alle terapie moderne chela ricchezza le mette a disposizione, non solo può prolungare la sua inutileesistenza, ma anzi acquista prestigio sociale ™, lo zio di Sabino muore prema-turamente dopo una vita di frustrazioni nell'amore e nel lavoro.

5.4.5. In B viene eliminata, anche, una considerevole serie di braniche fanno capo all'episodio della manda11: la promessa che la madre di Sabinofa al Cristo di dargli la propria vita se le farà riavere vivo il figliolo, e chemantiene al ritorno di questo.

L'episodio, che matura dal punto di vista psicologico in un clima senti-mentale morboso, in cui l'atteggiamento iperprotettivo in Antonia si rivelain gran parte responsabile della debolezza, e quindi della fuga, di Sabino72,è giocato essenzialmente sulla contrapposizione, di tipo economico-sociale, trala madre di Sabino e la moglie del cacique: nelle offerte, nelle decorazioni lumi-nose, nel denaro, insomma, di cui quest'ultima ricolma la cappella del Cristo,Antonia avverte la forza schiacciante con cui il potente vuole che suo figliosia morto; e affinchè faccia emergere la verità che lei sente istintivamente

68 VI, pp. 68-69/59. La soppressione del passo determina anche la scomparsa del perso-naggio. Cfr. XVII, pp. 196-197/148.

« X, pp. 123-124/96.70 Cfr. X, A, p . 123: Aquello era verdaderamente desagradable, pero ella lo convertía en

una especie de misterio fisiológico del que sacaba una aureola de ser superior.Sui privilegi che la ricchezza procura , anche sul p iano sanitario, Sender istruiva implicita-

men te il le t tore , verso la fine del l ibro , pe r mezzo delle parole con cui il cacique esprimeva lasua rassegnazione per la perd i ta di una gamba in duel lo: [— Bah; podré comprar otra piernaen Alemania.} (XIX, p p . 211 /161 ) .

71 VIII, pp. 99/80; IX, pp. 112/88; X, pp. 118/92, 120/93; XIV, pp. 157/120, 162-163/124;XVI, pp. 185/141; XVII, pp. 198/149; XVIII, pp. 199/150; XIX, pp. 215/165, 217-218/166;XX, pp. 220/168.

72 Cfr. VI, pp. 70/60, 71/61, 72-73/62; VII, pp. 82-83/70; VIII, pp. 98/80; XVII,pp. 198/149; XVIII, pp. 199/150.

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- cioè che Sabino è vivo - offre in dono al Cristo la propria vita. Spera intal modo che il peso della sua offerta superi e vinca i doni della moglie delcacique.

La soppressione, che avviene in B, delle tre serie di passi sulle malattiee sulla manda - dove predomina un certo gusto per il miserabilismo e Vescre-menticialismo annunciatore del tremendismo degli anni '40 — se da una parteva in sintonia con altre eliminazioni già riscontrate, sia nella direzione di unamaggior sobrietà (5.4.1.) sia nel senso di una crescente implicitazione dellaprospettiva sociologica (5.3.1.), dall'altra deve aver creato un profondo squi-librio nella struttura del romanzo, a cui, nella prima metà, è venuto menoun blocco di contrapposizioni strutturanti imperniate nel contrasto cacique/Sa-bino, mentre nella seconda metà è venuto mancare un personaggio, Antonia,anch'esso opposto e simmetrico rispetto a quello di Sabino (si pensi all'alter-nanza: morte di Sabino vs. vita di Antonia, vita di Sabino vs. morte di Antonia).Sabino, in A, è legato secondo rapporti di opposizione e similarità anche adun altro personaggio: Juan. Li accomunano tre elementi: la preoccupazione« sociale » per la vergogna che, a causa delle sventure toccate loro, ricadràsui figli73; un'analoga situazione vitale che provoca la loro alternativa e sim-metrica esclusione dal mondo degli uomini74; e infine la necessità di fronteg-giare una situazione coniugale devastata. Davanti a quest'ultimo passo, però,i destini dei due personaggi si divaricano: mentre Juan soccombe, Sabino siarma psicologicamente per riportare sulla moglie una vittoria che è anchesuscitatrice di amore.

L'episodio del recupero del proprio posto in famiglia da parte di Sabino,con le tinte maschiliste con cui si configura in A75, va rapportato alla fun-zione contrappositiva che questo aveva rispetto allo scioglimento della storiadi Juan.

Ho già accennato al fatto che Sabino, Juan, Antonia, rappresentano trediverse possibilità di realizzare quell'ansia di fuga che spinge l'uomo, soprat-tutto se stretto dalle avversità, verso una liberazione totale e fine a se stessa.

In A il personaggio di Sabino, pur avendo sempre una funzione portantee strutturante, rappresenta un uomo in mezzo a tanti, la cui parabola vitaleè continuamente commisurata a quella degli altri, cui è legata da tutta unarete di rapporti di alternanza e complementarità.

73 Cfr. V, pp. 73/62 e IX, pp. 107/85. Ambedue i passi sono espunti in B.74 J u a n mostra anche, in A , la consapevolezza di questa analogia fra sé e Sabino. Cfr. X V I I ,

pp. 193/146 e XVIII, pp. 206-207/157 (ambedue le sequenze sono eliminate in B).75 Cfr. XX, p p . 220-226/168-172.

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In B, con l'eliminazione dell'episodio della manda, che comporta l'arre-tramento e l'atrofizzazione del personaggio di Antonia, e con la serie di limita-zioni imposte al dramma coniugale di Juan, Sabino finisce per campeggiaresolitario nelle ultime pagine del romanzo: si concentrano cosi tutte su di luile strutture della riflessione che mirano all'obiettivo primario di identificareil posto dell'uomo nel mondo. Di qui il cambiamento del titolo, che passa daEl lugar del hombre a El lugar de un hombre, secondo lo spirito che attribuiscesi all'opera il valore di una meditazione sull'uomo in generale, ma a partire,però, dalla considerazione sulla vicenda di un solo uomo che, per di più, lasperimentalità del modello vuole collocato in una situazione limite, all'ultimogradino della scala sociale: cada hombre, hasta el más miserable, ocupa un lugaren el mundo y ahora se está viendo (XIX, B, p. 165). Queste sono le paroledi commento del nonno, significativamente aggiunte in B.

L'integrazione che Sabino raggiunge nella società grazie alla riconciliazionecon la moglie — ottenuta ora su un piano non più competitivo, come avvenivain A, ma di reciproca dedizione76 — non va più riferita comparativamente allasorte di Juan o di Antonia, ma va invece rapportata a quella situazione inizialedi relación humillada con los demás n che aveva causato la sua fuga sul saso.

La fuga si rivela momento-chiave, atto non certo calcolato, anzi istintivoe quasi automatico: Un barrunto que me dio, risponde Sabino a quanti glienechiedono spiegazione78, evidenziandone l'involontarietà e quasi la necessità,paragonabile al distacco di un frammento da un corpo celeste.

5.5.1. Nel saso, luogo simbolico dell'irreale, denso di suggestioni cosmi-che79, Sabino ha realizzato quella vuelta a lo inorgànico cui aspira Saila inProverbio m. Perse le ultime tracce differenziatrici della sua persona, Sabinoha percorso a ritroso il cammino evolutivo della specie: la descrizione dello

16 Cfr. XX, p p . 2 2 4 / 1 7 1 . Men t r e in A , all ' invito di Adela a restare con lei la no t te , Sabinor isponde « quasi cinicamente », so t toponendo l 'accettazione a una serie d i condizioni e di rinviicon cui in tende finalmente dominar la , in B Sabino accetta e resta con FAdela, che /.../ también/.../ ardió por él aquella noche.

77 VII, pp. 80/68.78 V, p p . 61/53-54; A, p . 64; V I I I , p p . 8 8 / 7 3 ; XX, B, p . 172.79 Cfr. I , p p . 17-18/5-6, 25-26/15-16 e I I , p p . 32-33 /23 , dove l 'al t ipiano desertico del saso,

sovrastante la aidea, è sent i to , at traverso una serie d i immagini e ricordi , come il luogo dellamor te , la fine misteriosa che incombe sui vivi. Si pensi alla descrizione del « roquedal de Aineto »e alla sua definizione d i paisaje lunar, in I I I , p p . 4 0 / 3 0 - 3 1 , e alla sensazione di immensi tàplanetar ia p rodot ta dalla descrizione d i I , p p . 2 5 / 1 4 : El saso se perdía en el horizonte sindejar sospechar su fin. Decían que no terminaba en nuestra provincia, sino que ligaba con otra.Terminar « en otra provincia » era como si terminara en otro planeta.

80 Cfr. p p . 212-215.

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stato in cui viene trovato dai cacciatori presenta tracce di somiglianzà con iplantigradi81 e denota una fase di incipiente mineralizzazione E .

Se ci si rapporta alla teoria ganglionare senderiana, risulta che la stradaverso l'atavismo imboccata da Sabino, lungo la quale sono state cancellatequelle sovrastrutture che lo inibivano nella vita associata e che fanno capoalla persona (differenziata e deperibile), conduce verso Y hombre, indifferen-ziato e immortale.

La persona è la maschera individualizzante che l'uomo assume per ade-guarsi alla convivenza con gli altri uomini, insomma alla civiltà. Il riso è lasua manifestazione più significativa: porta in sé le tracce ataviche dell'aggres-sività83 ed inoltre esprime il disagio della persona davanti a fenomeni nonspiegabili razionalmente, denotando cosi la sua incapacità di penetrare la com-plessità del reale. Ad essa Yhombre contrappone l'impassibilità. È questol'atteggiamento che il nonno e Ana Launer, esseri particolarmente dotati disapienza ganglionare, oppongono all'io-narrante nel primo capitolo; è questal'espressione che il « monstruo » oppone nel IV capitolo ai cacciatori chel'hanno appena catturato:

Todos [sonreían y] trataban de demonstrarle que eran sus amigos, pero el «monstruo»seguía con su seriedad indiferente. Yo pensaba: la risa es la flor de lo que llaman lacivilización, pero el hombre civilizado ríe mucho, para parecerlo más, y eso es una formaestúpida de civilidad. El « monstruo » no encontraba en todo aquello el menor estímulode risa y no reía. (IV, pp. 47/39-40).

Il contrasto colloca il « monstruo » in una posizione di superiorità: aldisagio dei cacciatori, espresso dal riso, egli oppone l'impassibilità; alle loro

81 IV, pp. 46/38: Los dedos pulgares estaban mucho más separados de los otros cuatroque en nosotros y habían quedado en una posición que recordaba la de los plantígrados. Encuanto a sus pies, [eran enormes. Sus dedos se habían desarrollado mucho y los movía casicomo los de las manos.].

82 Las aletas de su nariz tenían escamas brillantes, mineralizadas. /.../ había en todo él [,]algo polvoriento y reseco, que le daba un aire más ausente todavía. Las uñas de las manos ylos pies, alargadas [(,)] se doblaban hacia abajo y [algunas] se acanalaban a los lados formandoun pico en el centro. Otras estaban rotas y mostraban la dermis descubierta, seca también perorojiza, como llagada. La piel a trechos quemada, se desprendía. En la espalda y los brazosestaba curtida y denegrida, como el cuero de una petaca. /.../. En sus rodillas había durezasmineralizadas y sus manos estaban agrietadas y secas y tenían también callosidades con brillosmetálicos. /.../ En cuanto a sus pies, /.../ eran unos pies de piedra por los que parecía nocircular la sangre. (IV, pp. 45-46/38).

83 Cfr. Proverbio, p . 5 7 : Miles de años de lucha animal por la vida salen a flor de nuestrosganglios en la manifestación de la mayor parte de nuestros afectos. /.../ La sonrisa desdeñosacon que acompañamos la mirada fija a nuestro enemigo — que no tiene nada de sonrisa — no essino el « enseñar los dientes » de todas las fieras y casi todos lo mamíferos antes de iniciar lalucha.

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parole il silenzio; all'esibizione del prestigio sociale, condensato nel nome,la più assoluta indifferenza. Il nome, segno della differenza economico-sociale,rinvia alla persona e richiama un altro binomio oppositivo — nombre/hom-bre u - caro alla narrativa senderiana:

Yo soy - le decía - don "Jacinto" {Ricardo} de Paula y Hornachuelos, y vengoen persona a buscane y a « reintegrarte » a la sociedad. Al « monstruo » parecían tenerlesin cuidado aquellos nombres que llevaban unida, en toda la comarca, una supersticiónde [grandeza y] poderío. (IV, pp. 46/39).

5.5.2. Nella « irrealtà » e atemporalità del saso Sender mette a frontenel cap. IV, incarnate nel cacique e in Sabino, le due categorie della personae delì'hombre. Nel luogo simbolico dell'assenza, dove si manifesta il contro-valore della presenzass, e dove si ribaltano i rapporti vigenti nel mondo asso-ciato *, Yhombre è finalmente collocato in posizione di superiorità rispettoalla persona. Come in Sabino convergono le strutture della hombría reperibilisparsamente nei personaggi del nonno, di Ana Launer, del pastore incontratonel saso, di Juan e di Vicente, cosí nel cacique conservatore confluiscono i trattidella persona rintracciabili variamente nei rappresentanti dell'establishment:giudice, segretario, sergenti della Guardia Civil... In quest'ultimo si sommano,esagerati talora fino all'effeminatezza, il riso, la dolcezza dei modi e l'eleganzanel vestire87.

Solo che, mentre in A tali caratteristiche erano fissate, sul piano denotativo,nel nome di don Jacinto w — e la connotazione era affidata, oltre che a questitratti, ad un'ampia gamma di inserti di tipo sociologico, (cfr. 5.3.1.) - , in Bla cancellazione di passi connotativi del rapporto economico, di classe e quindidi potere fra i personaggi, è cosi massiccia che si rende necessario fissarequesto rapporto una volta per tutte sul piano denotativo. Da questa esigenza

84 I I b inomio opposit ivo hombre/nombre sarà centrale in El rey y la reina, BuenosAires 1949.

85 Cfr. A , "Breve not icia" , p . 13 : Sobre hechos históricos tramados sin artificio el lugardel hombre aparece vacío y ese vacío determina el valor de la ausencia, lo que no es en definitivamás que el "contravalor" de la presencia.

86 Nella soli tudine del saso non ha p iù alcun valore la discriminante economica, chedetermina nella società il contrasto t ra pover tà e ricchezza. Cfr. V I I , A , p . 80.

87 Pe r il r iso, l'affabilità e l'eccessiva dolcezza, cfr. I I , p p . 27 /17-18 ; I V , p p . 5 0 / 4 3 ;V, pp. 58/51; VII, pp. 78/67; Vili, pp. 95/78 e 96/78-79 (B presenta varianti attenuative);X, pp. 116/91 e 124/96; XIX, pp. 220/160. Per la superiorità sociale condensata nell'abito, cfr. II,pp. 32/23; Vili, pp. 89/74 e 91-92/75 (A più lungo e dettagliato di B); IX, A, p. 110; X,pp. 122/96; XI, A, p. 128; XI, pp. 129/100.

88 I I giacinto è pianta pregiata pe r la bellezza e varietà dei fiori, d i cui è caratteristicala delicatezza (cfr. per esempio, M . M O L I N E R , Diccionario del uso del español, Madr id 1967,II, p. 180).

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nasce il nuovo nome che contrassegna il cacique, che ne fissa fin dal secondocapitolo, una volta per sempre, la caratteristica distintiva grazie ad un giocoverbale che è al tempo stesso allitterante, etimologico e semantico: el primercontribuyente - el proprietario más rico — del pueblo: don Ricardo (II, B,p. 17). Il parametro sociologico, significativo del rapporto di classe, non vieneeliminato ma consegnato, per mezzo del nome, alla denotazione.

Ciò che si delinea ora come oggetto preferenziale dell'intento dimostrativo(l'importanza e l'imprevedibilità della casualidad) è affidato, oltre che ad undiverso delinearsi della fabula, allo scontro fra elementi connotativi di segnoopposto: l'eleganza, l'affabilità, l'effeminatezza, il riso, da una parte; la sem-plice virilità, il silenzio, l'impassibilità e l'indifferenza, dall'altra.

Con un'abile strategia di correzioni quasi sempre espuntive, più raramentesostitutive o aggiuntive, Sender orienta il testo nel '58 in modo sensibilmentediverso dal '39: ridotto all'essenzialità il dato sociologico, eliminati quasi alcompleto i riferimenti alla realtà politica locale e al contesto storico, messain maggiore risalto rispetto alle altre la figura di Sabino - la cui vicenda diventacentrale ed esemplare — la storia viene fissata in una sorta di atemporalità chele conferisce valore archetipico ed emblematico.

Il potenziamento del ruolo dell'inconscio - ambito nel quale, per Sender,il principio economico cessa di essere strutturale - , determinato dall'insiemedelle varianti esaminate in questo studio, rivela che il romanzo, a metà stradanel '39 fra il sociale e l'esistenziale, nel '58 ha preso decisamente la secondadirezione.

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COMUNICAZIONI A TEMA LIBERO

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