autopromotecnews n. 4 - luglio 2015

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La ripresa dell’auto in Italia in un contesto economico ancora debole. di Nicola Giardino Editoriale 4 N° 4 - Luglio 2015 Autopromotec 2015, una vetrina sul mondo (e sul futuro) di Marco Di Pietro Un evento sempre più globale Redazione Se devi cambiare auto, chiedi consiglio al medico di Aldo Ferrara Pensioni: emerge la necessità di consentire l’anticipo, ma le soluzioni ancora non sono chiare di Matteo Prioschi Imu e Tasi sui macchinari: il Governo ci sta ripensando di Saverio Fossati Il futuro del service e le auto intelligenti di Alberto Armaroli Energia e risonanza, nuovi spunti organizzativi. di Franco Marzo 9 18 12 21 6 15 23 La relatività di Renzo Servadei Il progetto

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Trimestrale di informazione e cultura del postvendita automotive, realizzato da Autopromotec: la biennale internazionale delle attrezzature e dell'aftermarket automobilistico.

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La ripresa dell’auto in Italia in un contesto economico ancora debole.

di Nicola Giardino

Editoriale 4

N° 4 - Luglio 2015

Autopromotec 2015, una vetrina sul mondo (e sul futuro)

di Marco Di Pietro

Un evento sempre più globale

Redazione

Se devi cambiare auto, chiedi consiglio al medico

di Aldo Ferrara

Pensioni: emerge la necessità di consentire l’anticipo, ma le soluzioni ancora non sono chiare

di Matteo Prioschi

Imu e Tasi sui macchinari: il Governo ci sta ripensando

di Saverio Fossati

Il futuro del service e le auto intelligenti

di Alberto Armaroli

Energia e risonanza, nuovi spunti organizzativi.

di Franco Marzo

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La relatività

di Renzo Servadei

Il progetto

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La ripresa dell’auto in Italia in un

contesto economico ancora debole.

Nicola GiardinoDirettore Editoriale

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AutopromotecNews compie un anno. Un lasso di tempo relativamente breve. Eppure è incredibile il susseguirsi di una serie di fatti importanti, a cominciare dal consolidamento della ripresa del mercato automobilistico nazionale, anche se in massima parte trainato dalle vendite al noleggio a lungo termine.

Nonostante i fondamentali della nostra economia siano purtroppo ancora deboli, negli ultimi dodici mesi sono stati immatricolate 1.474.828 autovetture contro 1.330249 unità del corrispondente periodo precedente, ovvero un incremento del 10,86%. Ma non è tutto. Nel primo semestre dell’anno in corso l’incremento sullo scorso anno è salito al 15,2%. Un segno indiscutibile dell’ormai esaurita spinta del ciclo negativo. Ovviamente il dato è grezzo e va approfondito con cura, perché connesso alle mutate abitudini dei consumatori sempre più orientati verso forme alternative all’acquisto dell’auto che frenano le vendite ai privati. Di fatto i concessionari ancora stentano a riequilibrare i loro bilanci, falcidiati da oltre un milione di vendite perdute in pochi anni, con conseguenze facilmente immaginabili sull’intero comparto della distribuzione automobilistica nazionale. Piace comunque pensare che lentamente (e senza trionfalismi) ci stiamo avviando verso la fine del tunnel, anche se al termine del ciclo negativo non saremo più come prima nelle abitudini e nei consumi. Per la ripresa vera e propria bisognerà attendere ancora, ma la strada imboccata è quella giusta. Lo

EDITORIALE

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testimoniano i dati di produzione che, ancora più della vendita, rappresentano l’indice che più di tutti rivela lo stato di salute dell’intera Automotive nazionale. Secondo gli economisti, ogni posto di lavoro direttamente impiegato nella produzione di auto ne genera almeno altri cinque nell’indotto. Soprattutto per effetto della ripresa della produzione nell’impianto FCA di Melfi negli ultimi mesi dello scorso anno, la produzione nazionale di auto è aumentata del 30%, grazie al buon gradimento della clientela dei nuovi modelli Jeep Renegade e Fiat 500X. Incremento che persiste in forma stabile nel primo semestre dell’anno in corso. C’è ancora molta strada da percorrere per recuperare il terreno perduto anche per la miopia dei nostri politici a non voler difendere la produzione nazionale, sottovalutandone l’impatto sull’economia nazionale e sul livello di occupazione. Ma è un segno molto incoraggiante, soprattutto in vista di un possibile rilancio del marchio Alfa Romeo con la gamma della nuova Giulia, appena presentata, che potrebbe da sola far recuperare buona parte della produzione perduta a partire dal 2007, quando il governo lasciò l’allora Fiat al suo destino per poi gridare al tradimento quando ha trasferito all’estero parte della produzione e, successivamente, la sede con impatto negativo soprattutto sull’occupazione. Bene ha fatto il governo attuale a riannodare i rapporti con il management FCA. Secondo una dichiarazione di Alfredo Altavilla, responsabile FCA per la regione EMEA, il gruppo, oltre ai nuovi lavoratori già assunti a Melfi, entro l’anno prevede altri mille nuovi posti di lavoro negli stabilimenti di Atessa, Cassino, Termoli, Verrone e Cento. I nuovi assunti saranno inoltre accompagnati dagli incrementi dei volumi produttivi e dai rientri dalla cassa integrazione. A fine anno inizierà a Mirafiori la produzione della Levanto, il SUV a marchio Maserati. Secondo i dati Anfia, anche i veicoli commerciali, dopo la grande crisi, presentano tangibili segni di ripresa produttiva con un incremento del 53,7% nel primo quadrimestre 2015 rispetto al 2014. Grazie a questo fermento, nel 2014, la produzione nazionale totale di autoveicoli (autovetture e veicoli industriali) ha sfiorato le 700.000 unità. Ci fa molto piacere riportare notizie positive e vorremmo sperare di poter continuare a farlo anche in futuro.Nel nostro primo di attività anno abbiamo avuto anche la possibilità di vivere l’esperienza dell’edizione 2015 di Autopromotec, nel corso della quale il nostro Magazine ha debuttato in forma quotidiana, fornendo nei giorni di Fiera un vero e proprio giornale cartaceo prodotto il giorno prima da una squadra di collaboratori che hanno assicurato una costante informazione sugli avvenimenti e i convegni del giorno precedente senza trascurare commenti di settore e aggiornamenti legislativi. Un’esperienza interessante anche perché ha offerto la possibilità di fornire ai visitatori una finestra sulla componentistica, sulle attrezzature di officina e sul postvendita dell’auto. Settori in piena salute, come messo in luce nei convegni e negli incontri che hanno fatto da sfondo alla rassegna bolognese. È un mercato però ancora molto frammentato, benché molto sia stato fatto negli ultimi anni: la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa, con qualche pericolo dietro l’angolo.

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La relatività

Renzo ServadeiDirettore Responsabile

Nonostante le difficoltà economiche, i gufi e le tasse, gli italiani hanno ancora un grande amore e conseguentemente una grande cura per la propria auto.

Mentre è relativamente facile conoscere l’andamento del mercato dei veicoli nuovi in quanto si tratta di beni mobili registrati - anche se occorre entrare in profondità di analisi per vedere quanti siano i Km 0, quanti veicoli siano effettivamente stati venduti a privati e quanti a flotte, a che condizioni, e l’elenco potrebbe continuare - più complesso è il discorso relativo all’aftermarket. Nel post vendita, infatti, oltre a non avere un registro abbiamo molteplici fenomeni che influenzano la percezione del mercato. Una volta ottenuto il dato occorre poi calarlo in una curva di ciclo economico per cercare di effettuare previsioni sul futuro.Uno degli elementi da tenere in considerazione per questa analisi è rappresentato dai consumi di carburante. Prendiamo a riferimento il quinquennio 2009/2014: il dato che ne emerge è indubbiamente molto pesante. Se parliamo di vetture benzina vediamo come a fronte di un decremento del parco circolante del 9,6%, da 20.911.084 a 18.895.138 unità, abbiamo un calo del consumo di benzina complessivo pari al 27%, il che consente di calcolare il fatto che il consumo unitario per veicolo è calato del 20,9%. Ogni vettura nel 2009 consumava mediamente 708 litri di benzina, oggi siamo a 560. Indubbiamente, le innovazioni tecnologiche introdotte dai costruttori, che vanno verso una riduzione dei consumi, potrebbero ridimensionare la portata della crisi come causa di questo calo, ma se diciamo che le auto a benzina oggi percorrono circa il 20% in meno dei chilometri di cinque anni fa per causa della crisi non siamo lontani dal vero.

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IL PROGETTO

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Più complessa da analizzare la situazione del diesel perché è difficile scindere i consumi derivati da utilizzo vetture e camion. In ogni caso il parco vetture è aumentato dell’14%, mentre i consumi complessivi di gasolio sono scesi dell’11,7 %, determinando una calo dei consumi unitari del 22,6%. Pur con tutti i distinguo di cui sopra, il dato è comunque pesantissimo, anche per le casse dello Stato, che a furia di stangare gli automobilisti ha generato un effetto boomerang.Un settore con tutti segni più è il GPL: più parco circolante, da 1.473.803 a 2.042.120 unità con un incremento del 38,6%, più consumo di carburante, da 1.099.025 a 1.564.000 tonnellate, con una variazione del 42,3% e più consumi unitari, da 1.434 litri a 1.473 litri con un incremento del 2,7%. La crisi ha avuto quindi un impatto molto importante rispetto all’utilizzo dell’automobile.Il fatto che la situazione in molti settori dell’autoriparazione sia migliore ed in alcuni casi nettamente migliore rispetto ai dati sul calo delle percorrenze unitarie, conferma che l’aftermarket è per molti aspetti un settore naturalmente anticiclico. A noi piace anche pensare che una parte degli automobilisti, nonostante le difficoltà economiche, i gufi e le tasse abbia ancora un grande amore, e conseguentemente una grande cura per la propria auto.

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FIERA

Autopromotec 2015,

una vetrina sul mondo (e sul futuro)

Marco Di PietroAmministratore delegato di Axed Academy SRL

Diciamo la verità: per noi giornalisti dell’Automobile, anche per quelli che, come il sottoscritto, propendono per un approccio di taglio economico, il comparto del Post-Vendita viene talvolta inteso come un aspetto minore della distribuzione auto, lontano anni luce dagli scintillanti saloni di vendita delle concessionarie e dallo sfavillante mondo delle novità automobilistiche.In realtà, non è affatto così: assistenza, ricambi e servizi simboleggiano un settore che, negli ultimi anni, si è evoluto in maniera tumultuosa e rapidissima, complice anche la crisi economica che ha imposto al mercato una brusca frenata alle logiche industriali e commerciali in vigore in precedenza.

Oggi questo comparto rappresenta “IL” fiore all’occhiello dell’industria nazionale, con migliaia di produttori, piccoli e grandi, con una rete di assistenza, ufficiale e non, che raggiunge livelli qualitativi e di professionalità che non hanno eguali perlomeno a livello continentale. Un

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Componentistica, assistenza, pneumatici, ricambi in vetrina. Bologna per cinque giorni ha rappresentato il centro nevralgico degli affari di un settore in cui l’ingegno italico svolge da sempre un ruolo di primo piano. Con grande cura anche per l’aspetto culturale del business.

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settore dove la capacità di innovare e sperimentare sono la parola d’ordine assoluta.Frequentando, per motivi professionali, questo comparto, già me ne ero accordo da qualche tempo, ma la conferma di trovarmi davanti a una punta di diamante purissima l’ho avuta quando mi si è offerta l’opportunità di vivere per un paio di giornate il più importante evento internazionale dell’anno: Autopromotec, la grande fiera di Bologna dedicata alle attrezzature e all’aftermarket automobilistico. Erano almeno dieci anni che non avevo l’occasione di partecipare all’Autopromotec: mi sono trovato davanti a una rassegna che nulla aveva a che vedere con quello che rappresentava in passato. Autopromotec non può più certamente definirsi una semplice “rassegna”. È diventata il riferimento fieristico dell’aftermarket a livello globale negli anni dispari.

Autopromotec non attira certo curiosi e appassionati, bensì tutti gli attori della filiera produttiva, distributiva e operativa del comparto: dai boss delle aziende produttrici, ai commerciali, ai responsabili Post-Vendita delle industrie automobilistiche ai semplici meccanici. I numeri di Autopromotec, tra l’altro, fanno segnare un confortante segno “più”: è cresciuto il numero dei visitatori dell’1,4% ma, soprattutto, sono in forte ascesa gli stranieri: +9%.Girando per gli stand, era facile notare il quantitativo di addetti ai lavori di origine asiatica, sia espositori, sia acquirenti. Bologna è stata per qualche giorno una Capitale internazionale, con l’inglese come lingua ufficiale. Una Capitale che ha monopolizzato l’attenzione del mondo Automotive.

Il comparto delle autoattrezzature e della componentistica italiana gode di ottima salute: la capacità di sapere inventare, l’abilità di concretizzare a livello produttivo con tempi di reazione immediata sono asset riconosciuti universalmente alle aziende del nostro Paese.Autopromotec ha rappresentato una vetrina sotto potentissimi riflettori, grazie ai contenuti della convegnistica che si è tradotta in un numero incredibile di micro e macro-eventi: 20 appuntamenti nell’area AutopromotecEDU, più 33 seminari e workshop organizzati dalle associazioni di categoria, dalle Istituzioni e dai media specializzati. In più, 13 presentazioni stampa a cura delle aziende. In cinque giorni di fiera, si è registrata la presenza di 500 giornalisti, di cui quasi la metà di provenienza estera.

Un appuntamento, infine, ormai diventato tradizionale per Autopromotec: la consegna dei trofei d’Eccellenza Gipa, assegnati alle persone e alle aziende che si sono distinte particolarmente nei 24 mesi precedenti (Autopromotec ha cadenza biennale). Tra le reti generaliste il premio è andato a Toyota, tra i Premium Brand a Mercedes-Benz. Nell’ambito delle strategie di comunicazione, hanno vinto Bosch tra i Componentisti e Ford tra le Case. Premi importanti anche per le aziende Metelli, Rhiag, Sogefi e per Anfia e Groupauto. I due premi più ambiti sono poi andati a Francesco Caracciolo (Coup di Coeur) e a Maria Luisa Cosso (Premio della Stampa specializzata).

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Come giustamente evidenziato dall’economista Giacomo Vaciago nella sua apprezzata relazione al convegno inaugurale, la vitalità delle attività convenute a Bologna per prendere parte ad Autopromotec è la dimostrazione che la crisi ha colpito duro l’acquisto delle auto nuove senza danni eccessivi per l’utilizzo o il “consumo” di quelle circolanti. I servizi di manutenzione e di riparazione se la sono cavata infatti con danni minori. Negli ultimi mesi, grazie al cielo, anche la domanda di auto nuove ha invertito la tendenza negativa, seppure la spinta di una voglia di ripresa ancora stenta perché frenata da un irrisolto problema di sofferenze bancarie. Senza un’adeguata decisione politica in merito, anche l’attuale timido ottimismo potrebbe svanire. E se lo dice un esperto di politica monetaria come Vaciago, c’è da credergli.

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Il futuro del service e le auto intelligenti

Alberto Armaroli

Troppo spesso quando proiettiamo il nostro sguardo sul futuro tendiamo a concentrarci su singoli elementi, e questo succede con ancora maggiore frequenza quando affrontiamo argomenti che consideriamo, erroneamente, prevalentemente tecnici come il service. Tentiamo quindi di allargare la nostra visione all’evoluzione dell’automobile, del servizio e della tecnologia in generale riassumendo i risultati degli studi più recenti. Se consideriamo la guida assistita da computer oggi possiamo definirla parzialmente automatizzata perché richiede comunque un continuo controllo del sistema e il conducente deve essere in grado di intervenire in ogni istante. Nel 2020 la guida sarà altamente automatizzata, non sarà più necessario un monitoraggio costante e il guidatore dovrà intervenire solo se sollecitato a farlo. Nel 2025 avremo la guida totalmente automatizzata e non sarà richiesto alcun intervento da parte del conducente, che a questo punto sarà un passeggero. Questo grazie a un sistema integrato di scambio continuo di informazioni tra migliaia di sensori e computer nei veicoli e nelle strade che consentiranno alle auto “intelligenti” di controllare se stesse, l’ambiente intorno a loro e anche i passeggeri a bordo. Si prevede una diminuzione significativa dei costi di gestione dell’automobile grazie a una maggiore efficienza della meccanica e dell’elettronica. Inoltre le Case includeranno nel prezzo di listino almeno tre anni di manutenzione purché eseguita presso i Concessionari ufficiali, per aumentare la fidelizzazione dei clienti. Le città sempre più affollate e la

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Entro i prossimi dieci anni si prevede una diminuzione significativa dei costi di gestione dell’automobile grazie a una maggiore efficienza della meccanica e dell’elettronica. Cambierà, così, anche lo scenario dell'assistenza.

POSTvENDITA

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tendenza a ridurre i consumi di carburante faranno preferire auto più piccole, apprezzate soprattutto da giovani e anziani. La diffusione dei veicoli elettrici porterà all’avvento di una nuova esperienza di service in officine molto più “pulite”, diagnosi rapidissime e veloce scambio dei componenti da sostituire con sistemi plug and play. Si svilupperanno catene nazionali fast-fit per la rapida sostituzione dei pneumatici e le operazioni più semplici di normale manutenzione con interventi senza appuntamento. Vedremo un aumento significativo del mobile servicing effettuato presso l’abitazione o il posto di lavoro degli automobilisti con furgoni attrezzati. Gli intervalli di manutenzione si allungheranno a 30.000 chilometri, o due anni, grazie a lubrificanti e componenti long-life, al monitoraggio dell’efficienza delle auto con il collegamento continuo tra i sistemi diagnostici del veicolo e la Casa produttrice e alla maggiore affidabilità complessiva delle automobili. Con la diagnosi continua si potrà organizzare al meglio l’accettazione in officina e la predisposizione dei ricambi e della manodopera necessaria alle riparazioni in modo da poter effettuare la maggior parte degli interventi in meno di 30 minuti, giusto il tempo per i clienti di bere un caffè e di leggere la posta sullo smartphone. Con il crescere dell’affidabilità e dell’automazione i Clienti saranno sempre meno interessati a conoscere gli aspetti tecnici del funzionamento delle loro auto e si affideranno a punti di assistenza sulla base della fiducia. Fiducia che sarà basata più che sull’immagine di marca o sulle informazioni istituzionali, sullo scambio di pareri e opinioni tra gli utenti sempre più connessi in rete. Questo scambio continuo di informazioni costringerà le Case e i Concessionari a essere più trasparenti sui costi di manutenzione e riparazione e a essere più responsabili per gli eventuali errori. Un’altra tendenza che risulta chiaramente dalle ricerche è la differenziazione tra vendita e service per quanto concerne gli spazi fisici. L’assistenza richiederà sempre spazi adeguati per attrezzature, magazzino e personale. La vendita vedrà l’affermarsi degli showroom virtuali che potranno tornare nei centri urbani, mentre nelle periferie i saloni affiancheranno le officine occupando spazi più ridotti, rispetto a quanto avviene oggi, e meno dominanti. Possiamo prevedere due tendenze per soddisfare i clienti futuri: service piccoli e distribuiti oppure service grandi e concentrati. Nel primo caso le officine dovranno essere più flessibili, avere uno stock di ricambi limitato ma fornitori rapidi nelle consegne, disporre di personale ridotto ma in grado di intervenire su molti modelli di auto, non essere necessariamente legate a un punto vendita, proporre tariffe di manodopera convenienti. Nel secondo caso le officine dovranno disporre di ampi spazi interni ed esterni, offriranno linee di servizio rapido, supporteranno diverse marche, saranno integrate con punti vendita, ospiteranno i clienti in aree di attesa dotate di computer che serviranno all’infotainment, neologismo che comprende l’informazione e l’intrattenimento, vendendo un’immagine che giustifichi tariffe premium. I riparatori indipendenti di oggi, che naturalmente faranno parte dei service piccoli (ma non tanto) e i distribuiti dovranno qualificarsi ulteriormente per intervenire su vetture sempre più complesse nell’elettronica. Per potere operare al meglio nella diagnostica avranno bisogno di accedere ai dati rilevai dai numerosi computer di bordo. Dati che le Case vorrebbero blindare con collegamenti diretti

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via Internet tra auto e i server dei fabbricanti, lasciando ai riparatori indipendenti l’accesso solo alle informazioni sulla funzionalità dei sistemi anti inquinamento. Questo sarebbe però un atteggiamento miope che dovrebbe, secondo le Case, portare forzosamente gli automobilisti a servirsi solo delle Concessionarie. Sappiamo però che i clienti mal tollerano le imposizioni e un comportamento restrittivo dei fabbricanti porterebbe a una situazione di conflitto. Conflitto che verrebbe portato a livello delle autorità nazionali e internazionali che molto probabilmente si schiererebbero a favore degli utenti e dei riparatori indipendenti. Quale la soluzione migliore? Dipende da che esperienza di service vorremo fornire ai clienti e dall’equilibrio che vorremo avere tra esigenze delle Case, dei Concessionari e dei riparatori indipendenti.

Tecnologia & Qualitàla Strada dell’Innovazione

Associazione Italiana Costruttori AutoattrezzatureItalian Garage Equipment Manufacturers Association

www.asso-aica.it

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Pensioni: emerge la necessità

di consentire l’anticipo, ma le soluzioni

ancora non sono chiare

Matteo Prioschi Giornalista de Il Sole 24 Ore

La riforma della previdenza di fine 2011, meglio conosciuta come riforma Monti-Fornero, varata in una situazione di emergenza, ha messo in sicurezza i conti, ma ha introdotto regole rigide e innalzato i requisiti minimi per ritirarsi dal lavoro. La priorità, tre anni e mezzo fa, era dare delle risposte all’Europa che chiedeva un intervento sul bilancio pubblico e porre fine agli attacchi speculativi che stavano mettendo in seria difficoltà l’Italia. La risposta messa a punto dal Governo di allora e approvata dal Parlamento ha cancellato il trattamento di anzianità e alzato i requisiti minimi di età e di contribuzione per accedere alla pensione, collegandoli inoltre all’incremento della speranza di vita.Oltre al problema degli esodati, cioè di quelle persone disoccupate che per effetto di queste scelte si sono trovate senza un lavoro e con la data di pensionamento posticipata anche di

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Sono previste entro l’anno nuove regole che consentiranno di andare in pensione un po’ prima di quanto previsto dai requisiti standard, ma a fronte di una riduzione piuttosto consistente dell’assegno mensile. Ci sono però anche altre soluzioni, formalizzate in proposte di legge depositate in Parlamento.

PREvIDENzA

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diversi anni, la riforma ha comunque elevato in modo consistente i minimi senza al contempo prevedere vie di uscita anticipate. O meglio, un’uscita anticipata con requisiti ridotti c’è, ma è disponibile solo per chi è soggetto interamente al sistema contributivo e quindi ha iniziato a versare i contributi dal 1996: costoro se hanno almeno 20 anni di contributi e, nel 2015, 63 anni e 3 mesi di età, possono andare in pensione se l’importo dell’assegno maturato è di almeno 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.Per tutti gli altri la pensione (anticipata) si raggiunge indipendentemente dall’età con 42 anni e 6 mesi di contributi se uomini o 41 anni e 6 mesi se donne. Per quella di vecchiaia servono invece almeno 20 anni di contributi e un’età di 66 anni e 3 mesi per gli uomini e le donne dipendenti del settore pubblico, oppure un’età di 64 anni e 9 mesi per le lavoratrici autonome, o di 63 anni e 9 mesi per le lavoratrici dipendenti del settore privato. Per effetto del continuo adeguamento di questi requisiti all’incremento della speranza di vita, nonché del progressivo pareggio dei minimi richiesti a uomini e donne, nei prossimi anni “l’asticella” continuerà ad alzarsi. Tanto per iniziare, dal 2014 saranno necessari 4 mesi in più di età o di contributi e per il trattamento di vecchiaia nel 2018 serviranno 66 anni e 7 mesi per tutti. Il tutto a fronte di un mercato del lavoro che stenta a ripartire dopo la crisi, per cui chi perde l’impiego in età avanzata fatica a ritrovare un’occupazione in modo da raggiungere i requisiti previdenziali minimi che al contempo diventano sempre più elevati. Senza contare, inoltre, che molte persone giunte a una certa età faticano a continuare a lavorare.Da qui la crescente consapevolezza che sarebbe opportuno prevedere delle possibilità di “fuga” anticipata. Ma questa esigenza si scontra con la necessità di non determinare un incremento della spesa previdenziale. Ecco quindi che la soluzione potrebbe consistere in una rivisitazione dell’opzione donna, introdotta nel 2004 con la legge 243. In base a questa norma le donne possono andare in pensione con 35 anni di contributi e, attualmente, 57 anni e 3 mesi (o 58 anni e 3 mesi se lavoratrici autonome). Però l’assegno viene calcolato interamente con il metodo contributivo, anche se si è iniziato a lavorare prima del 1996 e quindi si ha diritto a quello misto retributivo-contributivo. Ciò comporta un taglio dell’importo del 25-30 per cento. Ebbene, nonostante ciò, a fronte dell’aumento dei requisiti minimi standard soprattutto a partire dal 2012 il numero delle lavoratrici che hanno scelto questa soluzione è cresciuto molto, passando da 1.377 nel 2011 a oltre 11.500 nel 2014. Questo perché con l’opzione si riesce ad andare in pensione 3-4 ma anche fino a 10 anni prima che con le regole base.Una versione allargata agli uomini, modificando verso l’alto gli anni di contributi e di età, potrebbe essere la soluzione messa in campo dal Governo a fine anno per consentire di andare in pensione in anticipo salvaguardando al contempo i conti previdenziali dato che con il sistema contributivo l’assegno è calcolato in base a quanto si è versato durante la vita lavorativa e all’età al pensionamento. Quindi, spostando da 57 a 60-62 anni il minimo per smettere di lavorare si ridurrebbe anche il taglio dell’importo della pensione.

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Tuttavia ci sono anche altre soluzioni a disposizione e formalizzate in proposte di legge depositate in Parlamento. Una prevede il pensionamento a partire da 62 anni di età e con almeno 35 anni di contributi. Per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 anni richiesti oggi per la “vecchiaia” si subisce una riduzione dell’importo del 2 per cento. Quindi il taglio massimo è dell’8 per cento. Decurtazione che però non copre interamente il costo dell’operazione (anticipando di 4 anni per intenderci, il taglio dovrebbe essere più alto dell’8%) tant’è che l’Inps ha calcolato che a regime questa soluzione comporterebbe una spesa extra per lo Stato di 8,5 miliardi all’anno.Quale alternativa è stato ipotizzato il ripristino delle “quote” cioè il pensionamento quando si raggiunge il numero 100 (101 per gli autonomi) sommando l’età anagrafica (che deve essere minimo di 62 anni) e i contributi (minimo 35). Anche in questo caso per ogni anno di anticipo rispetto all’età “standard” si subisce un taglio dell’assegno del 2-3 per cento. Ma anche qui il sacrificio del singolo lavoratore non è sufficiente per coprire i costi, tant’è che si determina un buco di 10,6 miliardi all’anno a carico dello Stato.Infine c’è la possibilità di introdurre la “staffetta generazionale”, che però sembra la meno probabile: il lavoratore anziano vicino alla pensione passa da full time a part time, continuando però a maturare per lasciare il posto a un giovane a part time. In questo periodo l’anziano incassa metà stipendio e metà pensione.

I rEqUISITI STAndArd vALIdI nEL 2015 E nEI ProSSImI 4 AnnI*

Pensione di vecchiaia: età minima richiesta, con almeno 20 anni di contributi

Uomini, settore privato e pubblico

Donne, settore pubblico

Donne, dipendenti settore privato

Donne, lavoratrici autonome

2015 66 anni e 3 mesi 66 anni e 3 mesi 63 anni e 9 mesi 64 anni e 9 mesi

2016 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi 65 anni e 7 mesi 66 anni e 1 mese

2017 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi 65 anni e 7 mesi 66 anni e 1 mese

2018 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi

2019 67 mesi 67 anni 67 anni 67 anni

Pensione anticipata: anni di contributi indipendentemente dall'età

Uomini DonneOpzione per gli assunti dal 1° gennaio 1996**

2015 42 anni e 6 mesi 41 anni e 6 mesi 63 anni e 3 mesi

2016 42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi 63 anni e 7 mesi

2017 42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi 63 anni e 7 mesi

2018 42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi 63 anni e 7 mesi

2019 43 anni e 3 mesi 42 anni e 3 mesi 64 anni

* i valori del 2019 dovranno essere confermati** a questi lavoratori si applica interamente il sistema contributivo. Devono avere almeno 20 anni di contributi e l'importo della pensione deve essere almeno 2,8 volte quello dell'assegno sociale (circa 1.200 euro lordi)

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Un evento sempre più globale

Redazione

Analizzando lo scenario degli eventi fieristici, si può individuare un trend per cui le manifestazioni sono soggette a un processo non solo di selezione ma anche di polarizzazione. Alcune si specializzano diventando sempre più locali, mentre altre si consolidano in senso globale e internazionale. Autopromotec rientra indubbiamente in questa seconda casistica. I dati dell’edizione 2015, conclusa lo scorso 24 maggio, lo confermano.Aumentati del 9% i visitatori internazionali che continuano a trovare una forte attrazione nell’eccellenza dell’offerta tecnologica che caratterizza la fiera e che permette l’incontro diretto con i produttori. Aumentano anche del 12,5% gli espositori stranieri (663 in tutto), che in Autopromotec trovano lo sbocco essenziale verso il mercato internazionale. Pensiamo ad esempio al fatto che per la prima volta, come ci segnalano diversi giornalisti tedeschi, espositori del loro paese hanno finanziato campagne di comunicazione per divulgare sulla stampa specializzata la propria presenza ad Autopromotec. Un investimento che solo due anni fa sarebbe stato riservato solo alle fiere tedesche.Proprio la stampa internazionale regala a questa edizione un significativo attestato: il 46% dei 514 giornalisti registrati nei giorni di fiera è giunto da oltre confine, e ad oggi si contano, a partire dal

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Grazie agli sforzi di promozione e networking globale Autopromotec ha centrato l’obiettivo di mantenere e rafforzare il proprio standing internazionale. L’edizione 2015 è cresciuta ancora, mostrando un’incidenza sempre maggiore delle presenze estere: un’importante conferma per la fiera e soprattutto per le aziende che ospita.

FIERA

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2014, oltre 530 articoli sulla manifestazione pubblicati sulla stampa internazionale generalista e specializzata di tutti i continenti. Circa 120 testate, altro dato in continua e cospicua crescita nel corso degli anni.La crescita internazionale è senz’altro il frutto di lunghi anni di lavoro mirato, e in parte sostenuta con gli investimenti pubblicitari e la collaborazione di diversi consulenti specializzati in PR nei paesi strategici per quanto riguarda espositori e visitatori, ma d’altro canto si tratta anche di un percorso pianificato dagli organizzatori con l’ausilio di diversi Enti per ospitare sempre più delegazioni internazionali di buyer del settore. Vediamo ad esempio il rafforzamento degli incontri B2B internazionali che sono stati organizzati a beneficio degli espositori. Come per le scorse edizioni, sono stati individuati diversi mercati target per il settore e, con la collaborazione di vari interlocutori istituzionali e privati, sono state organizzate 24 delegazioni di buyer internazionali (praticamente raddoppiate rispetto al 2013). 115 delegati provenienti dai 24 Paesi hanno effettuato 662 incontri B2B ufficiali con gli espositori all’interno della Buyers Lounge, presso l’area del Circuito delle Idee, e molti altri incontri si sono svolti direttamente presso gli stand degli espositori, che hanno così avuto importanti occasioni commerciali e industriali a livello globale. Da citare il ruolo essenziale dell’accordo di collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane – grazie al quale hanno partecipato alla Fiera ben 15 delegazioni; inoltre la manifestazione ha beneficiato del fondo straordinario assegnato da ICE per il potenziamento dei grandi eventi in Italia, che è stato fondamentale per poter incrementare le attività promozionali. Altre delegazioni sono state organizzate con progetti di collaborazione con consulenti privati, curati direttamente dagli organizzatori e realizzati con il cofinanziamento da parte della Regione Emilia-Romagna, e con la collaborazione di Unioncamere Emilia-Romagna che ha inoltre permesso di gestire operativamente la pianificazione degli incontri con tutti i buyer tramite una piattaforma specifica di business matching.Lo sguardo globale della manifestazione si è espresso come già in passato anche nell’attività convegnistica di AutopromotecEDU, che ha offerto agli operatori importanti momenti di analisi strategica sugli scenari futuri a livello globale. L’International Automotive Aftermarket Meeting (IAAM) quest’anno ha trattato il temi dell’information technology e alle molteplici implicazioni sull’intera filiera. Anche i quattro focus paese con approfondimenti dedicati a mercati come Vietnam, Turchia, Brasile e Sudafrica hanno riscosso molto interesse.Significativa e sempre più importante la presenza e la partecipazione delle associazioni di categoria internazionali, a partire dalla Turchia, al centro di uno specifico progetto realizzato con la collaborazione di OIB - Associazione turca che riunisce oltre 2.600 aziende attive soprattutto nella componentistica auto con 19,5 miliardi di dollari di fatturato annui di esportazioni, alla ricerca di nuove opportunità in Europa – che ha riunito 11 aziende turche in una area-paese presso il padiglione 21.Altro grande produttore automobilistico europeo, la Spagna, ha partecipato con Sernauto,

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associazione che rappresenta gli interessi del settore automotive sia in Spagna che a livello sovranazionale ed è l’ente autorizzato dal Ministero per il Commercio Internazionale spagnolo per la promozione dell’intero settore automobilistico all’estero, e che in Autopromotec riconosce una “una piattaforma in cui incontrare distributori locali, europei e d’oltremare, e in cui fare network strategico con i principali player dell’industria e rimanere aggiornati sulle ultime informazioni di mercato”, come affermano i suoi rappresentanti.Figiefa, l’associazione europea dei distributori dell’aftermarket automotive, ha tenuto come di consueto la propria assemblea in occasione di Autopromotec, mentre nel settore delle autoattrezzature erano presenti rappresentanti delle rispettive associazioni europea (EGEA) e britannica (GEA). Importante presenza associativa anche per il settore dei pneumatici, che ha visto oltre all’assemblea di BIPAVER, l’associazione europea dei ricostruttori di pneumatici, anche la partecipazione di ALARNEU, l’associazione, di recente costituzione, dei ricostruttori di pneumatici dell’America Latina, che si è presentata al pubblico di Autopromotec con un incontro dedicato. Presenti in fiera anche l’associazione dei rivenditori di pneumatici britannica (NTDA) e statunitense (TIA). Con il coordinamento della Camera di Commercio Italiana di Rio Grande do Sul è stata invitata in fiera anche l’associazione brasiliana degli autoriparatori (ASERV), mentre tramite ICE hanno partecipato anche associazioni di categoria provenienti da Giappone, Corea, Arabia Saudita, Kazakistan, Marocco e Libano.Bologna ha concretizzato il valore del network. Autopromotec ha confermato il ruolo di epicentro di relazioni, incontri, scambi a tutti i livelli dell’intera filiera automotive mondiale dando voce alla vitalità, al dinamismo e allo spirito di innovazione dell’industria italiana dell’aftermarket che gli vale un ruolo di primissimo piano a livello mondiale, con esportazioni che arrivano all’80% della produzione nel caso di alcune eccellenze. L’internazionalizzazione rimane un asset fondamentale di Autopromotec. Destinato ad avere ancora maggiore centralità per il futuro.

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Energia e risonanza,

nuovi spunti organizzativi

Franco MarzoSmart Management

Pochi ricordano che la parola organizzazione ha come radice la parola greca ergon che vuole dire energia, lavoro. Se le parole hanno un senso allora vuol dire che per produrre energia occorre far lavorare le persone in modo organizzato. E qui viene il difficile. Come si fa? Considero la musica una delle espressioni umane meglio organizzate di tutti i tempi, una di quelle che ha saputo creare energia dal nulla: i suoni. Per le imprese la musica offre numerosi modelli interessanti a cui ispirarsi: la leadership, chi meglio del direttore d’orchestra può esemplificare il ruolo di guida e motivazione? La prestazione, chi meglio di un’orchestra sa lavorare in squadra con strumenti diversi? I processi, cosa c’è di più preciso di uno spartito per definire funzioni, ruoli, compiti, e tempi? E infine cosa più dell’applauso può dimostrare la soddisfazione e l’energia che avete trasmesso al vostro “pubblico”? La musica oggi viene considerata una buona metafora organizzativa anche per il fatto che è un modello win-win, in cui o si vince tutti o non vince nessuno. Fino a ieri non era scontato. Le organizzazioni si ispiravano all’arte della guerra, al Principe di Machiavelli, alla conquista del mercato o del cliente. Per farlo ogni arma era legittima, comprese quelle di persuasione di massa a colpi di pubblicità. Oggi il mondo sta

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La musica oggi viene considerata una buona metafora organizzativa anche per il fatto che è un modello win-win, in cui o si vince tutti o non vince nessuno.

MANAGEMENT

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cambiando velocemente. I clienti sono potentissimi, si informano su internet, danno i voti alle aziende e ai loro rappresentanti. Le armi improprie vengono immediatamente disinnescate e rese inefficaci. Il cliente si è posto sullo stesso piano degli eserciti ed è diventato “pubblico”. Il suo rapporto con il fornitore è infatti pubblico, alla luce del sole, senza trucchi e senza inganni. Il concerto deve essere sempre dal vivo e mai più in play back, gli strumenti devono essere sempre accordati, qualsiasi stonatura viene percepita immediatamente da tutti. Le aziende win-win “vincono” solo se il loro pubblico “vince” e applaude. Il successo non si fonda più sulla vendita o sul consumo del prodotto, ma sulla costruzione di una relazione generativa che nutre il rapporto, fa stare bene, trasmette energia. In un recente convegno un illustre relatore parlava di un’azienda americana che aveva saputo costruire con il cliente una relazione di “extreme trust”, fiducia estrema. Per chiarire il concetto di estreme trust ha parlato di aziende che diventano “mamme”, che anticipano i bisogni dei loro clienti, che si preoccupano se si trovano in difficoltà, che li nutrono e li proteggono come figli per vederli crescere sempre più numerosi ed affezionati.In questo scenario la musica offre un’altra metafora interessante: la risonanza. Se mettete vicini due diapason della stessa forma e dimensione e ne colpite uno, il suono si trasmetterà al secondo e lo farà vibrare con la stessa nota. In altre parole, senza toccarlo, gli trasmette energia e lo mette in movimento. Ma attenzione! Se le note dei due diapason sono diverse, potete colpirlo quanto volete e con tutta la forza che potete, ma il secondo diapason non vibrerà e non suonerà mai! La risonanza dei diapason (ma vale anche per le corde della chitarra) si genera attraverso due forze distinte: una materiale, la percussione fisica, e una immateriale, la frequenza della nota. Anche la vostra azienda-orchestra funziona così. Possiede prodotti e servizi “materiali” di gran qualità ma non basta più. Gli strumenti e i “musicisti” devono essere perfettamente accordati, il suono deve essere in armonia non solo con i bisogni, ma anche con i sentimenti del pubblico. La relazione con il cliente diventa “sentimentale”. L’amore è forse la forma più potente di risonanza, l’accordo che oltre a sintonizzare le corde sintonizza anche i cuori (accordo dal latino cor, cordis, “cuore”). I grandi artisti amano veramente il loro pubblico, non lo dicono solo per posa. Se amate i vostri clienti potete anche fare a meno di capire cos’è la risonanza, diversamente vi consiglio di assoldare un buon musicista e farvelo spiegare bene. Ma attenzione, la risonanza riguarda tutto il pubblico degli stakeholder: clienti, collaboratori, azionisti, partner commerciali, e voi dovete farli vibrare, energizzarli e scatenare il loro applauso. Buona musica a tutti!

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˝Le virgolette di Franco Marzo

Ad ognuno il suo mestiere: per l’assistenza agli pneumatici rivolgiti esclusivamente ai Rivenditori Specialisti.

Il pneumatico è un elemento primario di sicurezza.È l’unico contatto con la strada.

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Una ricerca effettuata in 32 negozi di una catena americana tempo fa pose in evidenza che i punti vendita in cui lavoravano commessi entusiasti e positivi erano anche quelli in cui gli affari andavano meglio (Daniel Goleman - Essere Leader). Viceversa è devastante non solo sugli affari un atteggiamento diffusamente sciatto o scontroso del personale. Lo stesso Goleman riferisce, infatti, che “in certi reparti di cardiologia, dove le infermiere erano generalmente di umore depresso, il tasso di mortalità tra i pazienti era quattro volte più elevato rispetto ad altri reparti analoghi”. Lo strumento per trasmettere la positività è il Sorriso. Da ragazzo feci il venditore di orologi. Il primo giorno il capo mi dette un solo consiglio: “devi sorridere, sorridere sempre! Così!” e mi mostrò tutta la sua dentatura. Sembrava una follia, vendere era faticoso, non c’era niente da ridere. Tuttavia mi imposi di seguire il consiglio anche senza eccessiva fiducia nei risultati. Un giorno però un cliente in vena di confidenza, confessò che mi riceveva sempre volentieri perché ero sempre sorridente. Era la conferma di cui avevo bisogno. Da quel giorno divenni un convinto praticante del Sorriso, scoprendone i molti risvolti positivi. Ne ricordo 3 - Il Sorriso è contagioso. Se volete collaboratori positivi, dovete sorridere voi per primi! - Il Sorriso non nasce solo da anime “sorridenti”, si può costruire anche allo specchio con l’allenamento: se siete tristi sorridete, in breve lo sarete di meno - Il sorriso contiene forza ed energia, per questo si trasmette (anche al telefono!). Dopo tutto, il sorriso è il modo più elegante per…“mostrare i denti!!!”.

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Imu e Tasi sui macchinari:

il Governo ci sta ripensando

Saverio Fossati

Cosa sta succedendo ai macchinari che rischiano di dover pagare Imu eTasi? Il Governo ci sta ripensando. E nella nuova stesura del decreto legislativo sulla riforma del catasto troverebbe posto una modifica alla legge di Stabilità che di fatto aveva assoggettato all’obbligo di rendita catastale tutti gli impianti fissi al suolo posseduti dalle imprese. Un problema molto sentito anche dal mondo dei concessionari, che di norma ne hanno alcuni di grandi dimensioni installati nelle proprie sedi. Al momento il decreto legislativo è rinviato a dopo le vacanze ma il Governo non ha molto tempo per varare una riforma da sempre considerata centrale. La legge delega fiscale, infatti, scade a fine settembre.

Il problema è nato ormai dieci anni fa con il Dl 44/2005, che ha stabilito che «i fabbricati e le costruzioni stabili sono costituiti dal suolo e dalle parti ad esso strutturalmente connesse, anche in via transitoria, cui possono accedere, mediante qualsiasi mezzo di unione, parti mobili allo scopo

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La nuova stesura del decreto legislativo sulla riforma del catasto potrebbe modificare la legge di Stabilità che di fatto aveva assoggettato all’obbligo di rendita catastale tutti gli impianti fissi al suolo posseduti dalle imprese. Un problema molto sentito anche da autoriparatori e concessionari, che di norma ne hanno alcuni di grandi dimensioni installati nel capannone.

IMMOBILI

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di realizzare un unico bene complesso». Quindi anche «gli elementi costitutivi degli opifici e degli altri immobili costruiti per le speciali esigenze dell’attività industriale (...) anche se fisicamente non incorporati al suolo». Ed eccoci al punto. Da quel momento l’agenzia del Territorio (ora incorporata dall’agenzia delle Entrate) ha sempre sostenuto la necessità di attribuire un valore catastale che potrebbe portare a incrementi sino a oltre il 1000 per cento per effetto della contabilizzazione anche dei valore dei macchinari imbullonati al suolo che vengono considerati (e valutati) come se fossero parte del valore dell’edificio. Un po’ come dire che se in una casa c’è un quadro di valore alle pareti anche gli estimi catastali ne potrebbero risentire. Oltretutto il confine tra beni produttivi mobili e immobili viene considerato dal Fisco con estrema elasticità ed è sufficiente che una macchina sia imbullonata a terra (anche il forno elettrico di una pizzeria potrebbe esserlo) per trasformarla in “immobile” e far scattare il salasso. Poco importa sostenere che le macchine imbullonate sono smontabili e rimontabili altrove (così come i quadri possono essere spostati da una parete all’altra della casa oppure in un’altra casa), perché dopo la legge di Stabilità, che richiamava espressamente l’interpretazione “estensiva” dell’agenzia delle Entrate, anche i giudici (persino quelli di Cassazione), investiti della questione, hanno sostenuto che la smontabilità non è un requisito indispensabile al fine di stabilire la “mobilità” del bene. E a soffrire di più sono le imprese che hanno macchinari di alto valore. Non solo: anche se le norme sono le stesse, alcuni uffici (in Emilia Romagna) le applicano e altri (in Sicilia) no. Anche la via della resistenza giudiziaria non è semplice in quanto le commissioni tributarie (ma anche la Cassazione, con la sentenza 3166/2015) finiscono per dare ragione al Fisco.Come tirarsi fuori? La via maestra è quella di un provvedimento che prima blocchi gli accertamenti e poi definisca una volta per tutte ciò che è mobile e ciò che non lo è, dando una definizione realistica che non metta ancora una volta in ginocchio le imprese. E così si è fatto strada nel Governo un ripensamento: a quanto risulta (e il vice ministro dell'Economia, Luigi Casero, lo aveva confermato a metà giugno nel corso di un convegno), la rendita catastale degli edifici industriali (i "capannoni") verrebbe ricondotta, nel corso della «stima diretta» fatta dall'agenzia delle Entrate, alla rilevazione della redditività immobiliare dell’area industriale, dei fabbricati e dei relativi impianti fissi che ne accrescano la qualità e l’utilità nei limiti dell’ordinario apprezzamento, senza invece considerare nella stima macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti, funzionali solo allo specifico processo produttivo.Questa modifica, che troverebbe posto nel decreto legislativo che entro fine settembre il Governo dovrebbe varare per la riforma del catasto, risolverebbe le cose. Ma c'è un problema: il gettito di Imu e Tasi atteso invece dalla revisione prevista dalla legge di Stabilità (si parla di 300 milioni) sparirebbe e la Ragioneria Generale dello Stato avrebbe già espresso forti perplessità. Tuttavia sembra che il Governo intenda tener duro (forse anche perché poteri forti come Confindustria ed Enel si sono molto impegnate a sostenere la modifica). Entro fine settembre il provvedimento potrebbe arrivare, magari anche stralciato dalla riforma del catasto e come norma a sé.

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Se devi cambiare auto,

chiedi consiglio al medico

Prof. Aldo FerraraCoordinatore dell’European Research Group on Automotive Medicine, E.R.G.A.M

Per quanto in crisi, ma in fase di recupero, il mercato ed il mondo dell’auto sembrano congelati su schemi fissi. La pubblicità del prodotto è affidata ai media generalisti e quelli specializzati in genere tendono a valorizzare solo alcuni aspetti della vettura. J.D. Power nel gennaio 2015 definisce le tipologie di acquirenti in base all’età e dimostra come nelle generazioni giovanili (X e Y Gen, nati cioè dopo il 1965 ed il 1976 rispettivamente) la ricerca è orientata sugli optional elettronici, i c.d. gadgets, molti dei quali peraltro relativi alla sicurezza attiva, quali il bluetooth, il navigatore, computer di bordo etc. I “boomers”, ossia i nati prima delle date indicate, hanno preferenze standard quali grandezza del bagagliaio, colore, consumi etc. Ma tra questi estremi esiste una via intermedia della quale ancora poco si conosce. Essa riguarda la scelta dell’auto in funzione del comfort, sinonimo di benessere, che indica la strada alla sicurezza. Il comfort è una peculiarità oggettiva dovuta alle caratteristiche della vettura, ma può dipendere anche dalle necessità individuali e dell’adattamento del driver alla sua vettura. In specie, quest’ultima condizione riguarda il comfort del paziente, noto come tale, o quello di colui che è

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Non se ne parla molto, eppure vi sono diversi accorgimenti per scongiurare alcuni possibili pericoli alla guida in presenza di patologie: all’atto dell’acquisto dell’auto andrebbero presi in seria considerazione aspetti clinici che la vettura può mitigare.

AUTO E SALUTE

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candidato ad esserlo. Per fortuna esiste una serie di consigli con lo scopo di scongiurare alcuni possibili pericoli alla guida in corso di patologie croniche o se, in pieno benessere, si affronta un viaggio durante il quale avviene un malore improvviso. Il rischio sulla strada spesso dipende da un limite molto sottile: se non si sta bene, se si assumono farmaci, se c’è il possibile rischio di un malore di cui avvertiamo i prodromi. Esiste uno spaccato, almeno per l’Italia, di un ventaglio di patologie cui non si fa riferimento in relazione alla guida, come il diabete di cui soffrono 3 milioni di italiani, con le crisi iperglicemiche, specie nel traffico urbano, e con le ipoglicemie post-prandiali che possono portare alla perdita di coscienza. Ovvero le obesità (3 milioni di soggetti) con l’alea della sonnolenza al cockpit oppure ancora 5 milioni di allergici e di asmatici che, in corso di crisi, vanno in guida cieca per almeno 2 secondi, a causa di starnuto o di lacrimazione congiuntivale. O ancora i 3 milioni di pazienti che assumono psico-farmaci e corrono il grave rischio dell’incoming sleep, al pari dei russatori o degli insonni che, svegli di notte, si addormentano alla guida diurna. In breve, il panorama di un Paese malato che guida. Esistono patologie, tra cui quelle descritte come diabete, malattie cardio-vascolari, sindromi varicose, preludio di emboli, disturbi neurologici, dalla cefalea alla vertigo, che sono indipendenti dalla vettura e che quindi sono ininfluenti nella scelta dell’auto. Tuttavia all’atto dell’acquisto vanno presi in considerazione invece quegli aspetti clinici che la vettura può mitigare. Nel caso di pazienti con glaucoma o cataratta, molta attenzione va posta non solo alla nettezza del parabrise, che, se sporco, aumenta l’opacità al visus. In questi casi si raccomanda l’uso di vetri fotocromatici che attenuano il fenomeno dell’abbagliamento (uscita dalle gallerie, fari di auto in senso contrario). A tale tipologia di pazienti è consigliato utilizzare degli specchietti retrovisori (esterni e quello interno) maggiorati per controbilanciare la perdita di visione laterale. Un altro esempio è costituito dalle Malattie del Tratto Respiratorio integrato. Uno starnuto, il ricorso al fazzoletto, lo stropicciarsi del globo oculare in corso di crisi congiuntivale significa, a 65 km/h, una guida cieca di circa 50 metri. Come ovviare? In questi casi ha una fondamentale importanza la climatizzazione che deve essere congrua: a) mai adottare temperature estreme per l’eccessiva deumidificazione che provocano; b) non utilizzare il fascio di ventilazione forzata verso il centro del torace, onde evitare il riflesso dello starnuto; c) ricorrere al tetto apribile quale unico strumento del ricambio aereo efficace. Questo consiglio è indirizzato al fumatore il quale spesso ignora che l’apertura dei finestrini è ininfluente sulla clearance del particolato e del combusto, ivi comprese le PM10 in vettura.Un driver affetto da patologia varicosa o insufficienza venosa inferiore, un tempo esclusiva per il genere femminile ma adesso in aumento per quello maschile, deve acquistare una vettura con sedile apposito corredato da un modulo-supporto che mitiga l’angolo tra la gamba e la coscia in posizione assisa per evitare compressioni sul ritorno venoso del sangue.Un paziente allergico deve improntare la scelta dell’optional a tutto quanto può evitargli la crisi in auto. L’attenzione è rivolta agli interni della vettura: magari scegliere la selleria in pelle, facilmente lavabile mentre nel tessuto poroso vi è facile insediamento per allergeni, acari, polveri e materiale

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respirabile, quindi igienicamente sconsigliabile, malgrado le migliori attenzioni. Anche un paziente con dermatite da contatto, che di solito trova ruvidi i tessuti dei sedili, si sentirà più a suo agio con la pelle traspirante che ne limita sudorazione e macerazione cutanea. Anche le plastiche della plancia hanno la loro importanza: plastiche dure sono porose e dunque permeabili alla polvere; quelle morbide, di migliore fattura, sono più fitte nella trama plastica.Un paziente affetto da artrite reumatoide, con localizzazione alle articolazioni (sinovite, borsite, etc.) deve evitare l’acquisto di un'auto dotata di freno meccanico di stazionamento, il c.d. freno a mano, appunto che richiede sforzi normali per un qualsivoglia soggetto ma erculei per un artritico. La sua soluzione è il freno di stazionamento elettro-meccanico, in dotazione a vetture dei segmenti C, D e superiori che, posto sulla plancia o sul cockpit, con una semplice pressione digitale blocca la vettura.Un paziente affetto da ipertrofia prostatica può avere il vantaggio di un’indicazione, visiva o sonora, del limite di percorrenza, che gli suggerisce la fermata (pit-stop urologico). Molte vetture premium sono dotate di segnalatore di percorrenza, settabile al limite delle 2-4-6 ore etc.Per le obesità occorre trovare la giusta ergonomia della posizione al cockpit. Sedili sagomati sono più avvolgenti di quelli piatti e specie in curva il torace troverà migliore assetto. Sono consigliabili per questi soggetti vetture ad alto baricentro che ne consentano l’ingresso e l’uscita con maggiore facilità, ciò che è d’obbligo per i pazienti affetti da cifoscoliosi della colonna vertebrale il cui ingresso in auto è sempre fastidioso. Per quanto attiene gli altri disturbi della colonna, cura massima va adottata per la scelta della tipologia di appoggiatesta, preferibilmente a larga superficie, per evitare di appoggiarvi la nuca ed adattivo per i colpi di frusta.A tutti è rivolto il consiglio di selezionare la vettura in ordine alla propria sensibilità in relazione alla cinetosi (mal d'auto), curando il ricambio aereo dalla cui inefficacia (ristagno di cattivi odori e di fumo) può anche dipendere questo disturbo non grave ma tale da rendere il viaggio un incubo. Ma in questi casi appare primaria la trazione della vettura cui spesso non poniamo sufficiente attenzione. Bambini o adulti canditati a questa evenienza devono viaggiare su vetture dotate di trazione anteriore o integrale. Se la vettura è a trazione posteriore il rollio da trazione sarà minore nei sedili anteriori. In tutti questi casi è il baricentro della vettura che appare fondamentale. Non per nulla una nota Industria, da sempre fornitrice di auto a trazione posteriore, pone i sedili in posizione ribassata, al di sotto del piano di trasmissione, per evitare che imbardata e trazione laterale eccessive portino alla cinetosi.Come documentato, esistono numerose condizioni, solo alcune delle quali in questa sede enunciate, che impongono una scelta oculata delle vettura ai fini di assicurare comfort che è sinonimo di sicurezza. È avveniristico dunque pensare che un giorno si scelga la vettura in funzione di un questionario medico, opportunamente preparato?

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SInoSSI TABELLArE

INGRAvESCENTI RIMEDI COMUNI OPTIONAL DELLA vETTURA UTILI

Allergie agli inalanti o da contatto Steroidi e antistaminiciPulizia costante della vetturaTessuti in pelle anziché stoffa

Cefalea AntidolorificiVetri fotocromaticiSistema di controllo della linea di carreggiata

Distress articolareAnti-infiammatori senza steroidi (FANS)

Freno di stazionamento elettromec-canicoTelecamera per visione posteriore in retromarcia

Turbe circolo venoso Antiaggreganti ed anticoagulanti

Seduta allungata con supporto al sedileAlert periodico visivo o sonoro per deambulare

Effetti dei farmaci Eye Control

Effetti del fumo Rinnovo costante dell’aria respirabile

Effetti dell’alcolRinnovo costante dell’aria respirabileSistema di controllo della linea di carreggiata

Sonnolenza frequenteAttention System Eye Control

Riduzione del visusVetri fotocromaticiParabrezza stratificato a nanomole-cole a pulizia perenne

Sovrappeso e obesitàSedili avvolgenti, cinture di sicurezza non diaframmatiche ma al cingolo scapolare (tipo Porsche)

EvENTI ACUTI RIMEDI COMUNI OPTIONAL DELLA vETTURA UTILI

Cinetosi, crisi vagale Antistaminici antivagali

Trazione della vettura: integrale o anterioreSedili ribassatiTetto apribile per ricambio aereo

Colica renale o addominale AntidolorificiAlert periodico visivo o sonoro per pit stop urologico

Crisi d’asma Beta2-stimolantiSensori di controllo dell’umiditàTetto apribile

Ipoglicemia Alimenti zuccherini

PrurigoEvitare indumenti di lana, fibre sinte-tiche o contraffatte con acido fuma-rico

Rinite o coriza Spray nasali decongestionantiSistema di controllo della linea di carreggiata

Vertigine

Attention systemEye controlBlack boxSistema di controllo della linea di carreggiata

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N°4 - Luglio 2015

Direttore editoriale: Nicola GiardinoDirettore responsabile: Renzo ServadeiCoordinamento testi: Guido GambassiRedazione: Sabrina Negro / [email protected]à: Gloria Guasina / [email protected]

Editore: Promotec srl, Via Emilia 41/b, 40011 Anzola Emilia (BO) Tel. +39 051 6424021 Fax +39 051 733008 CF: 01169290374 P. IVA: 00536491202 http://www.autopromotec.com/magazine

Hanno collaborato a questo numero: Franco Marzo, Matteo Prioschi, Renzo Servadei, Marco Dipietro, Saverio Fossati, Alberto Armaroli, Aldo Ferrara.

È vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi senza preventiva autorizzazione scritta dell’editore.

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