la pazza gioia - fice selezione 1...schiera ennio morricone, alla sesta candidatura dal ’78 (i...

11
Bimestrale d’informazione cinematografica edito dalla FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai numero 1 2016 ANNO XVI - NUOVA SERIE - N.1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2016 - Euro 3,00 - SPED. ABBONAMENTO POSTALE 70% - FILIALE DI ROMA I I n n u u o o v v i i C C o o r r t t i i F F I I C C E E Berlinale Sundance Oscar anteprima Lo chiamavano Jeeg Robot di GabrieleMainetti La pazza gioia di Paolo Virzì interviste Eddie Redmayne Paolo Genovese, Sarah Gavron David Grieco, Charlie Kaufman, Rocco Papaleo, Alessandro Piva, Carlo Verdone

Upload: others

Post on 23-Feb-2020

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Bimestrale d’informazione cinematografica edito dalla FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai

numero1 2016

ANN

O X

VI -

N

UO

VA S

ERIE

- N

.1 -

GEN

NAI

O/F

EBBR

AIO

201

6 -

Euro

3,

00 -

SPE

D. A

BBO

NAM

ENTO

PO

STAL

E 70

%

- F

ILIA

LE D

I RO

MA

II nnuuoovvii CCoorrttii FFIICCEE

BerlinaleSundance

Oscar

anteprima

Lo chiamavanoJeeg RobotdiGabrieleMainetti

La pazza gioiadi Paolo Virzì

intervisteEddie Redmayne

Paolo Genovese, Sarah GavronDavid Grieco, Charlie Kaufman,

Rocco Papaleo, Alessandro Piva, Carlo Verdone

s p e c i a l e

6 V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

••• I premi dell’Academyhollywoodiana suggellano un’annata recordper i botteghini, con blockbuster straccia recordgrazie al ritorno dei dinosauri e della saga diGeorge Lucas: il corollario è l’assenza di veri epropri outsider del cinema indipendente adesclusione di Room, magnifica sorpresa checonsacra l’irlandese Lenny Abrahamson, che sipensava avrebbe ottenuto la sola nominationper la protagonista Brie Larson ma che haportato a casa anche quelle per il film, la regiae la sceneggiatura. Per il resto l’annata 2015,senza capolavori, ha trascurato qualche film(Suffragette) e lasciato l’amaro in bocca adaltri, come The hateful eight, duecandidature, e Carol, sei ma senza competereper il miglior film e per la regia di Todd Haynes.Gli otto candidati alla massima categoriaoscillano tra cinema d’impegno civile cheriflette su avvenimenti della storia recente erecentissima (la bolla finanziaria de La grandescommessa, felice e sapida ricostruzione didinamiche ostiche con uno stile scoppiettante;l’inchiesta sugli abusi di molti prelati di Bostonai danni di minori ne Il caso Spotlight, eanche la guerra fredda ne Il ponte delle spie),storie di sopravvivenza e vendetta (Revenant –Redivivo) e (dis)avventure spaziali(Sopravvissuto – The martian) e post-apocalittiche (Mad Max: Fury Road, cherivitalizza la serie lanciata negli anni ’80). Oltrea loro, lo zampino irlandese con Room (anche

Osc

se il progetto è canadese per scrittura eambientazione) e Brooklyn, i due outsider chesi sono conquistati rispetto e credibilità festivaldopo festival. Mad Max, le cui 10 candidaturehanno sorpreso (meglio ha saputo fare soloRevenant, con 12), ha debuttato in realtà alfestival di Cannes, dove ha raccolto ampiconsensi per la visionarietà dello sguardo diGeorge Miller, unico settantenne in unacinquina, quella della regia, all’insegna dei 50anni: Iñarritu, vincitore lo scorso anno conBirdman, ne ha 52 (se vincesse, sarebbe il terzoanno consecutivo per un regista messicano, dueanni fa toccò a Cuaron per Gravity), TomMcCarthy di Spotlight 49 come Abrahamson eAdam McKay della Grande scommessa 47: nefanno le spese Spielberg e Ridley Scott, unicoescluso alla festa di The martian. Una cinquinache riflette l’assenza di autori consacrati e diopere nettamente favorite, ma che rivelapersonalità già apprezzate dai cinefili (McCarthyvanta L’ospite inatteso nella sua filmografia) alfianco di una rivelazione come McKay, noto perle commediacce con Will Farrell e provenientedal Saturday Night Live. Indiscutibile la cinquinadei film d’animazione, con almeno due titoli cheavrebbero meritato di entrare nella rosa delmiglior film, Inside out della Pixar e Anomalisadi Kaufman-Johnson, e poi due gioielli di graziae poesia come il giapponese Quando c’eraMarnie dello Studio Ghibli (distribuito in Italia afine agosto come evento speciale) e il brasiliano

•••Era l’ultimo dei grandi, EttoreScola, l’ultimo di quel favoloso gruppo diregisti e sceneggiatori che hanno resoimmortale il cinema italiano “ridendo escherzando”, come recita il titolo deldocumentario dedicatogli dalle figliePaola e Silvia, che ai primi di febbraiouscirà nelle sale grazie a Rai Cinema.Prima di diventare regista Scola è stato ungrande sceneggiatore, con una lungaesperienza di scrittura dialoghi, che glipermette di toccare le vette assolute de Ilsorpasso di Dino Risi e Io la conoscevobene di Antonio Pietrangeli. VittorioGassman e Stefania Sandrelli, protagonistidi quei due capolavori, sono anche i suoiattori prediletti, la coppia sulla quale Scolacostruisce la sua personale storia dell’Italiadel dopoguerra con C’eravamo tantoamati e La famiglia. In quei filmcompaiono i temi della disgregazionedelle ideologie e dell’inadeguatezza dellavita reale rispetto alle aspettative giovanili,che sono ricorrenti nel suo cinema, insiemea quello dell’incapacità dell’intellettuale diincidere sul mondo e la sua derivaautoreferenziale, di cui La terrazza è unarappresentazione impietosa.Da uomo di sinistra, Scola è attentoall’evoluzione del Pci, che cerca di metterein scena nel momento drammatico dellasua scissione in Mario, Maria, Mario, eracconta con affetto i quartieri popolaridella sua città in Gente di Roma. Quandoperò elegge a protagonisti i sottoproletaridelle periferie in Brutti, sporchi e cattivi, lofa con una ferocia grottesca, casospiazzante nella sua filmografia,solitamente in magico equilibrio fra ironiae malinconia, comicità e sobrietà,caratteristiche che trovano in Una giornataparticolare la massima sintesi. I corpi diMarcello Mastroianni e Sophia Loren,l’altra coppia speciale del suo cinema, sonomateria incandescente e struggente nellemani di Scola, che trasforma la microstoriad’Italia, colta nel suo momento più buio, inun’avventura umana indimenticabile.

BARBARA CORSI

MAD MAX: FURY ROAD

Brie LarsonLeonardo DiCaprio

Ettore Scola

L’ultimodei grandiHa raccontato l’Italia e gliitaliani del dopoguerra, conguizzi beffardi (“Brutti sporchie cattivi”) e storie universali

ar 2016

Il bambino che scoprì il mondo (portato inItalia dalla Cineteca di Bologna) e ildivertimento di Shaun the Sheep dellabritannica Aardman: uno smacco per i Minionse i tanti prodotti seriali di Hollywood.Particolarmente d’essai anche la cinquina delfilm straniero: favoriti sono l’ungherese Il figliodi Saul, che ha già vinto il Golden Globe, e ilfrancese (ma turco per la regia el’ambientazione) Mustang; con loro incinquina due film presentati a Venezia, ildanese A war e il giordano Theeb, ambientatonel deserto del Wadi Rum e “prima volta” agliOscar per l’incantevole paese mediorientale,così come per la Colombia candidata con Elabrazo de la serpiente di Ciro Guerra,proveniente da Cannes come i due favoriti.Tra le cinquine degli interpreti, quelle femminilisono le più agguerrite, con Charlotte Ramplingche mette esperienza e carisma sul piatto(bravissima in 45 anni) nell’affrontare legiovani colleghe: oltre alla già premiata CateBlanchett per Carol, se la vedrà con la 26enneBrie Larson di Room, la 21enne Saoirse Ronandi Brooklyn e la 25enne diva JenniferLawrence di Joy. Ancor più interessante lacategoria delle non protagoniste, dove sonorelegate due interpretazioni di pari dignità permotivi di calcolo: la svedese Alicia Vikander eRooney Mara sono coprotagoniste, l’una conEddie Redmayne in The Danish girl e l’altracon la Blanchett in Carol, ma tant’è; con loro,

Jennifer Jason Leigh per Hateful eight, RachelMcAdams per Spotlight e Kate Winslet perSteve Jobs, che vede in lizza anche MichaelFassbinder per il ruolo omonimo: l’attoreirlandese se la vedrà con il fresco vincitoreRedmayne, con Bryan Cranston-Trumbo neL’ultima parola, con Matt Damon perso suMarte e con il favorito Leonardo DiCaprio, cheal sesto tentativo potrebbe fare centro per ilruolo drammatico di Revenant, per cui ècandidato come non protagonista Tom Hardy(primattore di Mad Max): con lui in cinquinaMark Ruffalo per Spotlight, il notevoleChristian Bale de La grande scommessa e idue favoriti: se Mark Rylance (che alcuniricorderanno in Intimacy – Nell’intimità, chefece scalpore a Berlino per le esplicite scene disesso) a nostro avviso non teme rivali come spiarussa ne Il ponte delle spie, rischia disoccombere alla celebrazione di SylvesterGardenzio Stallone, che grazie a Creed stavivendo un ritorno di popolarità.Se i maestri latitano tra i registi, non avviene lostesso per le colonne sonore, la cui cinquinaschiera Ennio Morricone, alla sesta candidaturadal ’78 (I giorni del cielo, l’ultima fu Malena nel2000; ha vinto solo l’Oscar alla carriera nel2006), e John Williams, 50 candidature e 5Oscar: 87-83 in termini anagrafici, e chissà chetra i due leoni non la spunti l’islandese JohannJohannson per le atmosfere solenni di Sicario,o il prolifico e poliedrico Carter Burwell per

Carol, mentre sembra meno favorito ThomasNewman per Il ponte delle spie. La“buttano” in musica anche i documentari, con iritratti di Amy Winehouse e Nina Simone (Amydi Asif Kapadia e What happened, MissSimone? di Liz Garbus), ma hanno maggiorichance The look of silence di JoshuaOppenheimer, ricostruzione degli orrori delladittatura indonesiana, Cartel land di MatthewHeineman sulle guardie di confine tra Usa eMessico, Winter of fire di Evgeny Afineevskysulla guerra in Ucraina. Forte presenza didocumentari anche, ed è una novità, nellacinquina della migliore canzone, dove c’èl’unica nomination per Youth di Sorrentino(Simple song #3 di David Lang): Antony prestala sua meravigliosa voce a Manta Ray, cheaccompagna Racing extinction di LouiePsihoyos, mentre Lady Gaga canta Til ithappens to you per il doc The huntingground sugli abusi sessuali nei college. Menoambiziosi The Weeknd e Sam Smith per 50sfumature di grigio e Spectre. Tra lesceneggiature, oltre a Nick Hornby candidatoper Brooklyn, spuntano il racconto cyborg Exmachina e il rap anni ’80 di Straight outtaCompton, per il resto trascurato in un’annatache vede solo bianchi tra gli attori candidati,ma questa è un’altra storia con eterna codapolemica negli Usa. Appuntamento per laconsegna delle statuette il 28 febbraio.

• MARIO MAZZETTI

Cinquantenni d’assalto

V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6 7

s p e c i a l e

LA GRANDE SCOMMESSA

Cinquantenni d’assaltoGli otto film candidati oscillano tra impegno civile e storie vere da una parte, avventuravisionaria dall’altra. Ottima cinquina per l’animazione, qualche sorpresa tra i filmstranieri, Morricone per la colonna sonora di Tarantino e una canzone per Sorrentino

8

••• Durante la cena di ungruppo di amici storici viene lanciata pergioco una proposta apparentemente innocua:rendere pubblici gli sms, i whatsapp, imessaggi che arriveranno sui cellulari diciascun commensale. Tutti accettanoallegramente ma le conseguenze sarannodevastanti e imprevedibili: si può riassumerein poche righe ciò che racconta Perfettisconosciuti, il nuovo film di PaoloGenovese in arrivo il prossimo 11 febbraio.“L’idea”, spiega il regista, “nascedall’esperienza di una coppia di amici: lui,coinvolto in un incidente stradale, finì inrianimazione e i suoi effetti personali,cellulare compreso, vennero consegnati allamoglie, che attraverso il telefonino scoprì lavita segreta del marito. Risultato: l’amicofortunatamente si è salvato ma la coppia èscoppiata. La verità”, prosegue Genovese,“è che ognuno di noi oggi ha tre vite: unavita pubblica, una vita privata e una vitasegreta che è nascosta nel cellulare,diventato una sorta di scatola nera dellenostre esistenze”.Insomma, come afferma uno deipersonaggi del film, tante coppie sisfascerebbero se ognuno di noiguardasse il cellulare dell’altro…Effettivamente il pericolo esiste, tuttavia ilcellulare del partner, oltre ad amanti etradimenti, potrebbe rivelare anche aspettisconosciuti e positivi della personalità di chici vive accanto, esattamente come accadenel film. Tengo a precisare che Perfettisconosciuti non è un film sul cellulare,quanto una riflessione sui rapportipersonali, che intende dimostrare come lafelicità e l’equilibrio di coppia non sianoaffatto una condizione stabile, bensì

precaria e a volte illusoria.Girato in unità di tempo, di luogo ed’azione, dal punto di vistacinematografico Perfetti sconosciutidev’essere stato un film difficile.In questo film l’ambientazione è unica, unanormalissima casa borghese, la musica èridotta al minimo e tutto è affidato aidialoghi. Sul copione abbiamo lavorato alungo, con un gruppo eterogeneocomposto dal romanziere Filippo Bologna,dal regista Paolo Costella, dall’attoreRolando Ravello e dalla sceneggiatricePaola Mammini. È stato importantecoinvolgere nella scrittura le esperienze ditante persone, perché ognuno di noi ha unrapporto diverso con il cellulare. Eroperfettamente consapevole della sfida edella necessità di avere un copione a provadi bomba e mi ha rassicurato il fatto che,quando ho proposto il film agli attori, dopola lettura hanno tutti accettato conentusiasmo. Evidentemente, se il copioneera piaciuto a sette attori su sette la qualitàc’era. Un altro aspetto interessante è che inquesto caso il copione non era diviso inscene ma si trattava di una scena unica. Iltesto, infatti, potrebbe essere propostobenissimo in palcoscenico, oparadossalmente realizzato al cinema conun unico piano sequenza.Lei ha preteso che Perfetti sconosciutivenisse girato dal vero e la lavorazionesi svolgesse effettivamente di notte.So benissimo che il film si sarebbe potutogirare in studio e in “notte americana”effettuando le riprese di giorno, maavvertivo il bisogno di un’ambientazioneautentica, anche temporalmente, perchégirare di notte ha prodotto sul set

un’atmosfera più intima e dialogante e hacontribuito a creare nel cast un vero spiritodi gruppo.I protagonisti incarnano differentiprototipi psicologici e sociali?Il gruppo è formato da sette amici che siconoscono da sempre ma che hanno finitoper appartenere a classi sociali diverse. Lacoppia dei padroni di casa è formata daMarco Giallini, chirurgo plastico di periferiache offre di rifare due seni al prezzo di uno,e da Kasia Smutniak, analista. Una secondacoppia è quella formata da ValerioMastandrea, funzionario dell’Enel, e daAnna Foglietta, casalinga; la terza daEdoardo Leo, uno che si arrabatta (tassista,rivenditore di sigarette elettroniche), edAlba Rohrwacher, veterinaria. Il settimopersonaggio è Giuseppe Battiston,disoccupato. La cena è stata organizzataproprio perché Battiston, divorziato e daanni single, avrebbe dovuto presentare agliamici la fidanzata Lucia, che invece nonpartecipa alla serata perché ufficialmentemalata. In realtà la sua assenza è dovuta aben altri motivi: si tratta di una delle tantesorprese e degli innumerevoli segreti cheemergeranno durante la cena.Sembra di capire che con Perfettisconosciuti, pur restando fedele allacommedia, questa volta lei abbiapuntato su un film più amaro e cattivorispetto al suo film precedente.Sei mai stata sulla luna? era una fiaba,invece Perfetti sconosciuti è unacommedia cinica e amara dove si sorride e siride, perché l’ironia è la mia arma, ma conpiù cattiveria rispetto a ciò che ho fattofinora.

• FRANCO MONTINI

Paolo Genovesei n t e r v i s t a

V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

La nostra scatola neraIl cellulare come memoria segreta, che racchiude ciò che non vorremmo trapelassemai: è lo spunto della commedia-gioco al massacro “Perfetti sconosciuti”, consette tra i nostri interpreti più interessanti

LE REGIE - Con Luca Miniero: La scoperta di Walter (corto, 1998), Piccole cose di valore non quantificabile (corto, 1999), Coppia (corto, 2002), Incantesimo napoletano (2002),Nessun messaggio in segreteria (2005), Questa notte è ancora nostra (2008). Da solo: La banda dei Babbi Natale (2010), Immaturi (2011), Immaturi – Il viaggio (2012), Una fami-glia perfetta (2012), Tutta colpa di Freud (2014), Sei mai stata sulla Luna? (2015), Perfetti sconosciuti (2016)

Anna Foglietta e Valerio Mastandrea

Alba Rohrwacher, Edoardo Leo, Giuseppe Battiston e Marco Giallini

10

••• “Il mio approccio è semprelo stesso: quando mi avvicino a un ruolocerco, se possibile, di incontrare la persona cuiè ispirato, come nel caso di Stephen Hawkingper La teoria del tutto. Per me, infatti, èmolto importante basare il mio lavoro sullarealtà: sul modo di parlare, sulla postura, suidettagli dell’esistenza di queste persone, dicui appropriarmi per avere una chiaveinterpretativa corretta”. A proposito di TheDanish girl di Tom Hooper, per cui è statocandidato nuovamente all’Oscar perl’interpretazione dell’artista Lili Wegener,primo caso di cambio di sesso nella Danimarcaanni ‘20, Eddie Redmayne spiega: “LiliWegener avrebbe dato tutto per vivere unavita autentica: una frase che ho scritto suldorso della sceneggiatura che utilizzavo sulset. Per me questo film è il racconto di unviaggio alla ricerca di se stessi”. Interpretatoal fianco di Alicia Vikander, il film, già inconcorso a Venezia e candidato a quattroOscar, mostra una volta di più il gran talentodi Redmayne nelle sue trasformazioni, inattesa di vederlo nello spin off della saga diHarry Potter, scritto da JK Rowling e intitolatoAnimali fantastici e dove trovarli.Su cosa ha basato la sua recitazione perl’interpretazione in The Danish girl?Sui racconti di persone che hanno davverocambiato sesso: le loro emozioni, paure, letrasformazioni, i cambiamenti, gliaggiustamenti. Mi ha colpito molto ilracconto di una mia amica, che ha descrittocon cura il periodo di iper femminilità che eraarrivata a vivere e nel quale stava, di fatto,prendendo le misure del diventare donna. Perlei quelle settimane erano paragonabili alperiodo di pubertà di un’adolescente, chevede il proprio corpo trasformarsi e pianopiano va a formare un gusto, una personalità,un’idea di sé che, in fin dei conti, corrispondea una nuova identità e, in certi casi, a unasorta di rinascita personale. Un misto di

eccitazione e sconvolgimento che desideravopoter restituire agli spettatori.Cosa l’ha colpita di più mentre sipreparava?Sono rimasto affascinato dalla gentilezza edalla volontà di trasparenza di alcuniesponenti della comunità trans. Sono ancoraconquistato dalla loro generosità nelraccontarmi come, in alcuni momenti, il loroproblema principale fosse l’eccedere in unsimile momento di cambiamento. Inoltre nonpuoi non rimanere sorpreso quando tiaccorgi come le differenze tra sessualità egenere portino a ulteriori, inaspettatecomplicazioni. Per me la cosa più importanteè stata riuscire a raccontare tutto in manieraveritiera, senza errori né esagerazioni.Qualcosa che dovevo alle persone che mihanno aiutato.Tra le quali c’è Lana Wachovski, l’exfratello della celebre coppia diregisti…Sì, avendo lavorato con lei perJupiter – Il destino dell’Universoè stata la prima persona cui mi sonorivolto, anche perché sapevo cheavrei interpretato The Danish girlprima ancora di girare con lei e Andy.Mi ha aiutato molto soprattutto acapire quale icona per la comunità transfosse Lili e quali fossero le mieresponsabilità nell’accettare un ruolo cosìcomplesso.Aveva qualche timore?Ho sempre delle paure piccole e grandiper qualsiasi ruolo. In questo caso, però,erano secondarie rispetto al privilegio diportare sullo schermo una personalitàdel genere. Mi sento molto fortunatoper la possibilità diconfrontarmi abreve distanzacon duepersonalità come

quelle di Hawking e di questa donna. Inoltreera importante studiare la letteratura allabase della vicenda, anche se si sospetta che lememorie di Lili, pubblicate postume, abbianosubito delle interpolazioni che ne hannocompromesso l’affidabilità; dal libro di DavidEbershoff invece è tratta la sceneggiatura diLucinda Coxon.Sembra prediligere interpretazionirischiose…Non la vedo così: interpreto ruoli per cuiscatta qualcosa dentro di me, è una sorta dialchimia tra me e il personaggio offertomi.Non faccio calcoli e non mi preoccupo deglieventuali rischi, alla fine non si tratta di unavera e propria scelta, bensì di qualcosa di piùimmediato che si basa sull’istinto e sul gusto.Lei pianifica la sua carriera?Tutt’altro, non sto mai a chiedermi cosa

accadrà dopo, quale sarà la prossimamossa. Interpreto i personaggi che

mi vengono offerti operandouna scelta di carattere artistico,che non ha niente a che vederecon un’eventualepianificazione.L’Oscar ha cambiato la suavita?

Ricevo molte piùsceneggiature con ruoli

molto interessanti, mala mia vita non è

cambiata: mialzo semprealle cinque perandare sul sete torno la seratardi dopoaver dato ilmassimo nelmio lavoroche, peraltro,adoro.• MARCO SPAGNOLI

Eddie Redmayne i n t e r v i s t a

V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

LE PRINCIPALI INTERPRETAZIONI - The good shepherd - L'ombra del potere (2006), Savage Grace (2007), Elizabeth: The golden age (2007), L'altra donna del re (2008), Black death - Un viag-

gio all'inferno (2010), Marilyn (2011), Les misérables (2012), La teoria del tutto (2014), Jupiter - Il destino dell'universo (2015), The Danish girl (2015), Animali fantastici e dove trovarli (2016)

Un’altra donnaArriva nelle sale “The Danish girl”, con l’attore premio Oscar e la straordinariaAlicia Vikander, storia del primo caso transgender della storia

Alicia Vikander

12 V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

David Griecoi n t e r v i s t a

••• Ancora Pasolini cinematografato.Giusto. Da quarant’anni la morte restamistero delittuoso a più ipotesi, snodoepocale per verosimile ordito e pesopolitico: segreto di Stato fra i tanti daldopoguerra in poi? Verità sepoltaartatamente sotto varie pseudo verità?Macchinazione? Il titolo per questo film,riassuntivo di tante ipotesi, è proprio Lamacchinazione di David Grieco, raccontofilmico sugli ultimi quattro mesi di vita delpoeta-regista friulano, che esce per lameritevole Microcinema il 17 marzo: scrittodal giornalista e regista di Evilenko conGuido Bulla prima che uscisse un anno fal’omonimo libro dello stesso Grieco, il cuiincipit parte invece dalla fine del film einquadra il post mortem, come il rapporto diamicizia e professionale fra Grieco e ilpoeta- regista friulano.Grieco elenca e collega: “Pasolini ucciso daPelosi, che ha fatto prima da informatoreper il furto delle bobine del film Salò e poida esca per l’agguato all’Idroscalo. Pasoliniassassinato dalla famigerata Banda dellaMagliana. Pasolini eliminato su ordine diEugenio Cefis perché indagava sui loschitraffici del presidente di Eni e Montedison,che avrebbe fondato la P2, e stava scrivendosul tema Petrolio. Pasolini fattosi Cristopianificando il proprio martirio… Il filmintreccia tali ipotesi, ciascuna contenente unpezzo di verità. Allora che tipo di film è?Azzardo a mettergli un cappello di genere:moderno western all’italiana, assimilabile alprofetico Todo modo di Petri, dell’annosuccessivo alla morte di PPP, con cornice allaBrutti sporchi e cattivi di Scola per quelle

borgate di confine in cui avvienel’omicidio”.La macchinazione ha avuto prevedibilirifiuti produttivi, è stato realizzato con lesole forze di Propaganda Film di MarinaMarzotto e To Be Continued di AliceButtafava, più partecipazione della RomaLazio Film Commission. Il regista-testimoneprecisa: “il 1975 è l’anno del Pci al recorddel 35% alle amministrative, il Paese è inbilico. A fine agosto ignoti rubano bobinedel girato del già controverso Salò o le 120giornate di Sodoma, poi uscito postumo.Perché? Seguono strane trattative con lamalavita romana di periferia, che stavaformando la poi mitizzata Banda dellaMagliana, disgraziati che trafficando eusando cocaina sbroccarono e andò comesappiamo, finché arriva il momento perPasolini di fidarsi di quel Pino Pelosi chefrequenta da un po’ e che forse è il tramiteper recuperare le pizze del suo film. Così losventurato Pier Paolo andò di seraall’idroscalo di Ostia, dove fu ucciso da piùpersone”.Lei, 24enne cronista de L’Unità e amico diPasolini, arrivò fra i primi su quel luogo.Vidi i resti martoriati del suo corpo, con mevenne e constatò quell’orrore il medicolegale Faustino Durante. Poi scrissi pervolontà della famiglia la memoria di partecivile per il processo che avrebbecondannato Pelosi a 9 anni di carcere, peromicidio in concorso con ignoti. Il film vuolemostrare non solo com’è stato atrocementeucciso, ma anche l’ultimo periodo di Pasoliniprivatamente normale, quotidiano, dalpensiero accessibile, non provocatorio ed

FILMOGRAFIA - Evilenko (2004), Lamacchinazione (2015)

estremo come quando era intervistato dallaRai. Idee che vengono fuori da un’intervistacon un giornalista francese, i cui estratticollegano questi ultimi suoi mesi.Perché Massimo Ranieri per incarnarePPP?Nel film un terzo degli interpreti è compostoda attori, il resto no. Ranieri? È giustointimamente, gli somiglia per angolosità diviso, altezza, capelli. Sei mesi prima delfatale 2 novembre 1975, Pier Paolo eMassimo s’incontrarono in uno spogliatoiodi calcio e il mio amico constatò una fortesomiglianza. Ranieri ha avuto timore diaccettare il ruolo ma poi ha impiegato unniente a “essere” lui.C’è nel film il “cerchio” composto dallaMaraini, da Moravia, Siciliano, Davoli, ifratelli Citti?No. Un personaggio chiave è Arturo Pinna,vicino di casa di Pasolini, meccanico e scafatodriver della malavita che poi sarebbescomparso nel nulla dopo avere informatoPier Paolo dell’affare bobine di Salò; lointerpreta in modo eccellente Libero DeRienzo. Roberto Citran è un personaggionon esistito ma summa di più persone reali,Milena Vukotic è la mamma del poeta.La colonna sonora ha unaparticolarità…Sentirete i 23’ della suite di Atom heartmother dei Pink Floyd, brano poi irripetibileper gli stessi musicisti. Roger Waters lo definì“tema di un western immaginario”. I diritti?Costati poco, la band ha risposto chiedendoun prezzo politico, trattandosi – hannodetto – di un film su Pasolini.

• MAURIZIO DI RIENZO

Tante ipotesi per un delittoQuarant’anni dopo, “La macchinazione” (libro e ora film) mette insieme i tasselli di unpuzzle ancora irrisolto: l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, interpretato da Massimo Ranieri

Massimo Ranieri

14 V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

Berlinale 2016s p e c i a l e

MR. HOLMES

••• È il primo grande festivaldell’anno, la Berlinale, in un clima freddo esovente innevato, riscaldato dalla cinefilia edalla qualità delle offerte provenienti da ognidove. Si comincia alla grande con i fratelliCoen, fuori concorso con Ave, Cesare!,ambientato nella Hollywood anni ’50 tra eccessidelle star e qualche mistero, un cast all star cheva da George Clooney a Scarlett Johannson, daJosh Brolin a Frances McDormand, da RalphFiennes a Tilda Swinton. La giuria, presiedutada una Meryl Streep al debutto (un bel colpoper il direttore Dieter Kosslick, riuscito inun’impresa dove altri avevano fallito), avrà difronte una selezione sulla carta di buon livello.Il film con il maggior numero di celebrità,dopo quello dei Coen, è Genius, opera primadi Michael Grandage, direttore artistico eproduttore teatrale: il film, interpretato daColin Firth, Jude Law, Nicole Kidman e GuyPearce narra il complesso rapporto tra loscrittore Thomas Wolfe e l’editor letterario piùfamoso d’America, Maxwell Perkins. Moltaattesa per Midnight special, nuova regia diJeff Nichols (Take shelter, Mud), con MichaelShannon e Jaeden Lieberher, padre e figlio infuga dopo la scoperta dei poteri speciali delragazzino. Sono due i documentari in concorsoda tenere d’occhio, uno dei quali èFuocoammare di Gianfranco Rosi, già Leoned’oro con Sacro GRA: dopo aver raccontato lavita di una comunità nel deserto del Nevada inBelow sea level, intervistato un narcotrafficanteprima di Sean Penn in El sicario, room 164 e laRoma del Grande Raccordo Anulare, Rosi siè immerso per più di un anno a Lampedusa perdocumentare chi vive sul confine d’Europa e chici sbarca per proseguire più a nord. Il film usciràin sala grazie a Cinecittà Luce e a RaiCinemasubito dopo il festival. Alex Gibney, apprezzatoper Going clear e The Armstrong lie, proponeZero days, che indaga sui cyber crime e sullasorveglianza della Rete. Dal Canada, Denis Côtépresenta Boris sans Béatrice, ritratto d’unuomo appagato, delle sue relazioni e d’un

incontro decisivo e spiazzante. Spike Lee inChi-Raq adatta la Lisistrata di Aristofane informa di musical satirico sulle gang di Chicago.Ricca la rappresentanza europea: è unacoproduzione franco-anglo-tedesca Alone inBerlin di Vincent Perez, dal romanzo del ’47 diHans Fallada ispirato a una storia vera, quelladella coppia di operai berlinesi che, alla mortedel figlio al fronte nel 1940, inizia a distribuirevolantini per indurre alla resistenza anti Hitler:ne sono protagonisti Emma Thompson,Brendan Gleeson, Daniel Brühl. Dalla Francia,Mia Hansen-Løve presenta L’avenir, conIsabelle Huppert professoressa di filosofia chesi ritrova abbandonata dal marito; DominikMoll approda con la commedia esistenzialeDes nouvelles de la planète Mars, mentreAndré Téchiné torna ai suoi temi prediletti conQuand on a 17 ans, scritto con CélineSciamma e interpretato da Sandrine Kiberlain,storia d’un adolescente nel Sud della Franciapreso di mira per i suoi modi effeminati. Dicoproduzione francese anche Death inSarajevo di Danis Tanovic (No man’s land) eSaint-Amour di Benoît Delepine e GustaveKervern, padre e figlio agricoltori in conflitto,con Gérard Depardieu e Benoît Poelvoorde.Promette molto bene La comune di ThomasVinterberg, che dopo Il sospetto ammorbidiscei toni con la storia di due universitari che sitrasferiscono in una comune con la figlia,ricalcando le esperienze dell’infanziadell’autore. Dal Portogallo Cartas da guerradi Ivo Ferreira, in bianco e nero, dove le letteresono quelle alla moglie dello scrittore LoboAntunes, soldato in Africa; dalla PoloniaUnited States of Love di Tomasz Wasilewski,ritratti al femminile alla caduta delcomunismo. E poi l’Iran, con A dragonarrives! di Manu Haghighi, il ritorno di LeeTamahori con Mahana, storia di rivalitàfamiliare nella Nuova Zelanda rurale anni ’60,dalla Cina Crosscurrent di Yang Chao, leFilippine con l’autore di culto Lav Diaz, chepresenta il nuovo A lullaby to the sorrowful

mystery, ambiziosa produzione sullo sfondodella Rivoluzione contro gli spagnoli di fine ‘800.Tra i film fuori concorso, il nuovo documentariodi Michael Moore, Where to invade next, iritratti dello scrittore John Berger, alla cui regiacollabora Tilda Swinton, e del musicista Yo-YoMa; il nuovo Kiyoshi Kurosawa Creepy, Aserious game di Pernilla August, i biopic Aquiet passion di Terence Davies sulla poetessaamericana Emily Dickinson e Miles ahead di econ Don Cheadle, su Miles Davis. Panoramaschiera diversi titoli interessanti, tra cui gli inglesiWar on everyone di John M. McDonagh, satiraambientata in New Mexico, e The ones belowdi David Farr, con Clémence Poésy e DavidMorrissey, e poi Maggie’s plan di RebeccaMiller, con Greta Gerwig, Julianne Moore eEthan Hawke, While the women are sleepingdi Wayne Wang con Takeshi Kitano, Fukushimamon amour di Doris Dörrie, Goat di AndrewNeel con James Franco. Il belga Bouli Lannerspresenta il western apocalittico Les premiers,les derniers, di cui è anche interprete assiemead Albert Dupontel e Suzanne Clément. Tra idocumentari, l’influenza della serie tv Dallas suimoti in Romania (Hotel Dallas),Mapplethorpe: look at the pictures di FentonBailey e Randy Barbato, con testimonianzeillustri. Si festeggiano inoltre i 30 anni del TeddyAward, riservato alle opere su tematicheomosessuali, con una rassegna che includel’apripista Different from the others, film diRichard Oswald del 1919. Completano ilprogramma le opere su infanzia e adolescenza diGeneration, i film di ricerca del Forum (tra gliautori Guillaume Nicloux, Dans le bois conDepardieu, e Eugène Green, Le fils de Josephcon Mathieu Amalric) e i “film gourmet” diCulinary Cinema, oltre all’Orso alla carriera aldirettore della fotografia tedesco MichaelBallhaus e alla versione restaurata di Der müdetod di Fritz Lang, del 1921, conaccompagnamento dal vivo all’interno dellaBerlinale Classics.

• MARIO MAZZETTI

Lettere e confessioniDal 6 al 16 febbraio riflettori puntati sul festival di Berlino: aprono i Coen, Meryl Streep presiede la giuria, Gianfranco Rosi e Thomas Vinterberg in gara

AVE, CESARE!

FUOCOAMMARE

16 V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

••• Il festival dello Utah, fondato daRobert Redford e diretto da John Cooper, siè aperto con i dovuti scongiuri dopo la“maledizione del botteghino” che ha colpitoin patria alcune delle opere più apprezzatenel 2015: Quel fantastico peggior anno dellamia vita, The diary of a teenage girl, MistressAmerica e soprattutto The end of the tournon hanno mantenuto le aspettative, ma seil cinema d’autore stenta a trovare un suopubblico anche nella vecchia (e colta)Europa, la situazione del cinemaindipendente è ancor meno rosea negli Usa,al di fuori delle logiche da blockbuster. Restail fatto che il Sundance è una vetrinapreziosa per il cinema non mainstream, e unmercato internazionale la cui selezione siriverbera in festival e rassegne di tutto ilmondo. Quest’anno il festival ha schierato,nelle Premières, un parterre di registi diprim’ordine: Todd Solondz, il regista diHappiness e Storytelling ultimamente pocoattivo, mette al centro di Wiener-dog unbassotto come traît d’union di diverse storieinterpretate da Greta Gerwig, Kieran Culkin,Danny DeVito, Ellen Burstyn, Julie Delpy;Whit Stillman (Metropolitan, Ragazze allo

sbando) ha adattato un racconto giovanile diJane Austen, Love & friendship, cheaffronta i temi tipici dell’autrice (matrimonioincluso), con Kate Beckinsale e ChloeSevigny; Kenneth Lonergan (Conta su di me)in Manchester by the sea, con CaseyAffleck e Michelle Williams, descrive unritorno a casa che rievoca un passatofamigliare burrascoso; Ira Sachs, registadell’apprezzato I toni dell’amore, haproposto Little men con Greg Kinnear,Paulina Garcia, Jennifer Ehle, l’amicizia aBrooklyn tra due ragazzi, uno dei qualicileno, messa in crisi dalla lite tra le rispettivefamiglie; Kelly Reichardt (Wendy and Lucy)tratteggia un ritratto corale di Certainwomen di provincia, con Laura Dern,Kristen Stewart, Michelle Williams; JoshuaMarston (Maria full of grace) esordisce ininglese con Complete unknown, la festa dicompleanno d’una coppia con un’invitatache l’uomo mostra di aver conosciuto: nelcast Michael Shannon, Rachel Weisz, KathyBates, Danny Glover; Asif Kapadia, con Ali &Nino, tragica storia d’amore tra un principemusulmano e un’aristocratica georgiananell’Azerbaigian allo scoppio della Grande

Guerra (nel cast anche Riccardo Scamarcio),torna alla finzione dopo Amy; AnneFontaine (Gemma Bovery) ambienta nellaPolonia del 1945 il drammatico Agnus Deicon Lou de Lâage (vista ne L’attesa diMessina), dove una dottoressa si occupa didiverse suore rimaste incinte. Film dichiusura è The fundamentals of caring,commedia di Rob Burnett con Paul Rudd,uomo in crisi che diventa il badante d’undiciottenne (Craig Roberts) affetto dadistrofia muscolare. L’attore John Krasinski èalla seconda regia con The hollars, il ritornonel Midwest di un’aspirante artista, conragazza incinta, al capezzale della madre;tra gli autori stranieri, il messicano DiegoLuna con Mr. Pig narra il riavvicinamentotra un agricoltore e la figlia (Danny Glover eMaya Rudolph). L’irlandese John Carney(Once, Tutto può cambiare) con Sing Streetmette in scena la nascita di una band nellaDublino anni ’80, con molti riferimenti agliU2. Captain Fantastic di Matt Ross affida aViggo Mortensen il ruolo di padre severo disei figli in una località remota del Pacifico,costretto a fare ritorno nella società civile;un altro Ross, Matthew, ha diretto ancora

Sundance Fs p e c i a l e

Lo specchio del mondoLo specchio del mondoSempre al centro dell’attenzione cinefila il festival dello Utah, che dà paririlevanza a cinema di finzione e documentari. Italia assente dalla selezione

BELGICA

estival 2016

V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6 17

Michael Shannon, Imogen Poots edEmmanuelle Devos in Frank & Lola, sexynoir girato tra Las Vegas e Parigi. Il recenteromanzo di Philip Roth Indignazione,ambientato in un college dell’Ohio nel ’51, èl’occasione per il debutto alla regia delproduttore James Schamus, che dirige LoganLerman e Sarah Gadon. È ambientata invecein una città nel sud degli Usa nel cruciale1941 la love story tra una donna e unmisterioso asiatico, Sophie and the RisingSun, diretto da Maggie Greenwald.Scisso come sempre tra finzione edocumentari, il Sundance ha schierato tra leDocumentary Premières la chicca Eat thatquestion – Frank Zappa in his ownwords di Thorsten Schuttle, con rareimmagini d’archivio del geniale musicistascomparso nel ‘93. E poi Werner Herzog, cheha presentato Lo and behold, reveries ofthe connected world sugli orizzonti dellaRete. Altri ritratti: Michael Jackson alle presecol successo di Off the wall, confezionato daSpike Lee; il fotografo RobertMapplethorpe, la poetessa Maya Angelou,la designer Gloria Vanderbilt col figlioanchorman Anderson Cooper (Nothing leftunsaid di Liz Garbus), il regista RichardLinklater. Ma anche il lavoro di medici einsegnanti per prevenire violenza etossicodipendenze in Resilience di JamesRedford e il dibattito sul controllo delle armiin Under the gun di Stephanie Soechtig.Il Sundance naturalmente è anche concorso,suddiviso come sempre in quattro segmenti:finzione e documentari, dagli Usa e dal resto

del mondo. Nat Parker ha diretto einterpretato Birth of a nation, storia d’unoschiavo colto e predicatore, mentre AntonioCampos (Afterschool) ha ricostruito inChristine la vera storia della reporter dellaFlorida che nel ’74 si suicidò in diretta tv, conRebecca Hall. Le peripezie d’un americano diorigine coreana, tra aspettative familiari efrequentazioni gay, in Spa night di AndrewAhn; di tutt’altro genere Southside withyou di Richard Tanne, che nientedimenoricostruisce il primo appuntamento traBarack Obama e la futura moglie Michelle.Due celebrità nel bizzarro Swiss armyman, Paul Dano e Daniel Radcliffe, storiad’un uomo depresso in viaggio con uncadavere. I documentari in concorso affrontano temirilevanti come la SLA, il bullismo nei socialmedia, i cambiamenti climatici (How to letgo the world di Josh Fox, già regista diGasland), le sparatorie nelle scuole, laguerra alle cliniche che praticano aborti el’Isis. Non meno interessanti idoc dal resto delmondo, come A flagwithout a country diBahman Ghobadi (Iltempo dei cavaliubriachi), il percorso diuna cantante e di unpilota curdi; i temispaziano dalla Cina aldestino dell’Amazzonia,dal ritratto di una

promessa sposa in Afghanistan alla storiadegli insediamenti ebraici in Cisgiordania,dalle prostitute di Città del Messico alle folliedel dittatore nordcoreano (e cinefilo suigeneris: fece rapire un regista e l’ex moglieattrice) Kim Jong-il. Per quel che riguarda laWorld dramatic competition, menzioned’obbligo per Belgica di Felix vanGroeningen, atteso ritorno dopo AlabamaMonroe, storia di due fratelli che animanola vita notturna col loro bar. InteressantiHala love (and sex) del libanese AssadFouladkar, intreccio tragicomico su comeconciliare desiderio sessuale e religione, eMammal di Rebecca Daly, l’amore tra unadivorziata e un giovane senzatetto.Nell’assenza di autori italiani, un minimo diorgoglio deriva dalla presenza nellasezione Next di The fits di Anna RoseHolmer, che proviene dal Biennale CollegeCinema di Venezia.

• MARIO MAZZETTI

s p e c i a l e

CALVARY

LOVE & FRIENDSHIP LITTLE MEN

EAT THAT QUESTION – FRANK ZAPPA IN HIS OWN WORDS

COMPLETE UNKNOWN

WIENER-DOG

18

••• Dopo essere statounanimemente definito “la più bellasorpresa della Festa del Cinema di Roma”,Lo chiamavano Jeeg Robot, primolungometraggio di Gabriele Mainetti, dal25 febbraio si confronterà con il pubblicodel cinema. Il regista confessacandidamente: “non mi aspettavoun’accoglienza positiva così trasversale,ero convinto che il film potesse piacere aun target di giovani cinefili e invece èstato apprezzato da spettatoridi ogni generazione edestrazione culturale”.È riuscito aindividuare il segretodi un successo cosìgeneralizzato?La spiegazionesta

forse nel fatto che Lo chiamavano JeegRobot mescola quattro elementiapparentemente lontanissimi fra loro,perché è insieme la storia di un supereroe diborgata, una love story, una riflessione sullamalavita romana, una divagazione sui robot.Il risultato poteva essere un ibrido, se nonuna vera e propria cacofonia e invece, graziealla linearità della trama e al fascino deipersonaggi, il pubblico è rimasto

conquistato.Il suo cinema, come già i

precedenti corti, è fatto dicontaminazioni e citazioni

cinefile. Quali sono imodelli a cui si èispirato

maggiormente?Sono un cinefilo onnivoro,

cresciuto, grazie a miopadre, con tre numi tutelari:

Monicelli, Spielberg e 007. Daadulto amo moltissimo il

cinema orientale e lacinematografiasudcoreana in particolare,

per le modalità dimessa in scena dellaviolenza, il gustoestetico, la pulizia e lapoesia delleimmagini.Credo che montareproduttivamente

Lo chiamavano Jeeg Robot non siastata impresa facile…È stata un’impresa epica. Quandopresentavo il mio soggetto ai produttorimi guardavano come fossi un folle,nessuno era disponibile a investirci uneuro. Paolo Del Brocco di RaiCinema si èincuriosito, ha deciso di finanziare losviluppo della sceneggiatura, alla qualehanno lavorato a lungo NicolaGuaglianone e Menotti, al secolo RobertoMarchionni. Infine, si sono resi disponibiliClaudio Santamaria e Luca Marinelli.Ad entrambi è stato richiesto unbell’impegno, anche sul piano fisico.Per impersonare Enzo Ceccotti, piccolodelinquente di periferia, Santamaria haaccettato di ingrassare una ventina di chilie affrontare riprese molto stancanti,dimostrandosi, oltre che un grandeprofessionista, anche un vero amico. AncheMarinelli ha lavorato molto sul corpo: peril suo personaggio ci siamo ispirati almodello David Bowie in versionecasareccia, così è nato il riferimento adAnna Oxa e alla canzone Un’emozione dapoco, che Luca canta nel film.Il suo Fabio è un boss scatenato,narcisista e sopra le righe: ricorda ilpersonaggio che ha interpretato inNon essere cattivo.L’accostamento mi fa piacere, sia perché ilmio film è stato girato prima (qualcosa delpersonaggio evidentemente gli era

Gabriele Mainettii n t e r v i s t a

V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6

LE INTERPRETAZIONI - La vie ne me fait pas peur (1999), Il cielo in una stanza (1999), Maestrale (2000), Un altr'anno e poi cresco (2001), Ultimo stadio (2002). LE REGIE - Itinerario tra suono e imma-gine (corto, 2003), Il produttore (corto, 2004), Ultima spiaggia (corto, 2005), Basette (corto, 2008), Love in Central Park (corto, 2010), Tiger boy (corto, 2012), Lo chiamavano Jeeg Robot (2015)

Il fascino del bruttoA Tor Bella Monaca la scoperta dei superpoteri e la possibilità di redenzione: è“Lo chiamavano Jeeg Robot”, ottimo esordio con Claudio Santamaria e Luca Marinelli

Ilenia PastorelliLuca Marinelli

Claudio Santamaria

rimasto dentro), sia perché amo moltissimoil cinema di Claudio Caligari e in particolareL’odore della notte. Caligari mi piace perla sua capacità di creare un’empatia anchecon il cattivo, di cui riesce a coglieredisperazione e fragilità. Se, per qualcheverso, Lo chiamavano Jeeg Robotrimanda a quel cinema non posso cheesserne felice.Una bella sorpresa è rappresentata daIlenia Pastorelli nel ruolo di Alessia, laragazza disturbata che si innamora diEnzo e lo identifica con l’eroe dei suoisogni, Jeeg Robot.Ilenia non aveva mai recitato, me l’hasegnalata il direttore del casting FrancescoVedovati che l’aveva vista nel Grandefratello. Non riuscivo a trovareun’interprete per quel ruolo, il suo provinoper certi versi è stato un disastro: nonricordava le battute, si interrompeva manonostante ciò alla fine eravamo tuttid’accordo: Alessia non poteva che essere lei.Nel suo curriculum ci sono numeroseesperienze da attore: non ha pensato diritagliarsi nel film anche un ruolo diinterprete?Non ho mai preso in considerazione,neppure lontanamente, un’idea del genere.Ero consapevole delle difficoltà dellalavorazione, perché il compito era quello direalizzare un film d’azione con un budgetridotto in poche settimane e non volevoavere distrazioni. Soprattutto non mi reputo

un attore diventato regista, come accadutoa tanti colleghi, ma un regista che, per lestrane combinazioni della vita, per un certoperiodo si è ritrovato a fare l’attore. Laregia è sempre stata il mio sogno, solo cheper imparare a conoscere il cinema hopensato che recitare fosse una stradapossibile. Credo di aver fatto la cosa giusta.Uno dei punti di forza di Lo chiamavanoJeeg Robot sono leambientazioni, chesembranoriflettere lepersonalità deiprotagonisti.Il mio film è tuttoambientato a Romae propone unpercorso continuo frale zone periferiche diuna città degradata,sporca ma pursempre vivace,e lamonumentalitàe il fascino deiquartiericentrali. Nelfilm appaionoscorci moltinoti, comeCastelSant’Angeloe i vicoletti di

Trastevere, ma anche Tor Bella Monaca, unazona molto fotogenica per il contrasto fra ilgrigio delle case popolari e il verde dei pratiche l’attorniano. Il tentativo è stato quello diliricizzare il fascino del brutto. Lo stessoprocedimento è stato seguito per gli interni:la casa di Enzo, come quella di Alessia, èdistrutta e degradata ma piena di colori fortiche rimandano metaforicamente a passioninascoste.Immagino che, dopo il successo alla

Festa di Roma, siano già arrivate delleproposte per nuove avventure.

Effettivamente mi sono stati propostidei progetti, ma nessuno mi ha

convinto. Nel frattempo ho scrittodue nuovi soggetti e sto

cercando di capirequale sviluppare;poiché tutti misconsigliavano di lanciarminell’avventura di LochiamavanoJeeg Robot,credo che mi

impegnerò sulprogetto che fra

gli addetti ailavori solleverà imaggiori dubbi!

• FRANCO MONTINI

V I V I L C I N E M A g e n n a i o f e b b r a i o 1 6 19