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Iglesias – Buoncammino – Monte Casula – Cungiaus - Monteponi – Iglesias (CI)

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Veduta aerea

Profilo altimetrico

Questo itinerario parte da piazza Quintino Sella a Iglesias, e senza mai raggiungere quote troppo elevate sulle alture ad ovest della città, tocca diversi punti panoramici, la storica miniera di Monteponi, per poi tornare al punto di partenza e chiudersi ad anello. E’ l’ideale per chi volesse farsi un’idea a volo d’uccello di cosa è stato il più importante polo minerario della Sardegna. Dura circa 4/4.5 ore fatte con passo molto comodo e comprese le soste panoramiche. A - 39.312807°, 8.536647° – mt.slm 190 km 00.00 Piazza Sella è la piazza principale di Iglesias, sarà facilissima quindi da individuare anche per chi non ci è mai stato, perché può esservi indicata da qualunque passante. L’auto può essere lasciata nell’ampio parcheggio che si trova sul retro della stazione ferroviaria, da qui si imbocca via Garibaldi



e si raggiunge il punto di partenza dell’escursione in pochi minuti. Quindi si lascia piazza Sella dall’angolo nord in prossimità dell’Hotel Artu, imboccando la strada statale che conduce a Fluminimaggiore. Dopo circa 500 mt incontrerete un’edicola sulla destra, proprio di fronte alla vostra sinistra salite le scale in pietra bianca che conducono alle Mura Pisane. Dal punto B di fatto comincia la salita più ripida di tutta l’escursione, ma il dislivello dalla piazza di partenza è di soli 150 mt e poiché viene percorso una volta l’anno da una processione religiosa non è niente di impegnativo. B - 39.316618°, 8.533984° - 204 mt.slm - km 00.50 Le Mura Pisane si individuano quasi subito sulla sinistra. Terminate le scalette si prosegue lungo un percorso esclusivamente pedonale, fino ad intersecare una strada carrabile larga e asfaltata, che sale al colle sulla destra. Seguendo la strada asfaltata si arriva presto alla chiesa campestre della Madonna del Buon Cammino. Quando la chiesa è già a portata di mano, poco prima di arrivare, all’ultimo tornate, c’è uno spiazzo che può accogliere 4 o 5 auto. Da qui lasciare l’asfalto e imboccare il sentiero che diventa subito stretto ma ben tracciato. Così si costeggia il muro di recinzione della chiesa lasciandosela sulla sinistra. C - 39.316435°, 8.528446° - 325 mt.slm - km 01.32 Il sentiero continua a salire ma molto più dolcemente. Sulla destra si vede la strada che sale verso il Lago Corsi e che abbiamo lasciato in città. Scollina tra l’ex ospedale preventorio (grande caseggiato bianco) e la stazione di pompaggio di Punta Gennarta dell’acquedotto cittadino, per poi proseguire verso Fluminimaggiore. D - 39.320549°, 8.521415 - 337 mt.slm - km 02.09 Nel punto D finisce il sentiero stretto e ci si immette in una strada sterrata stretta ma carrabile. Prendere a sinistra. E - 39.318497°, 8.520796° – 314 mt.slm - km 02.33 Incrocio con strada di pari dimensioni. In questo punto si scorge un ovile, si tratta di una costruzione semidiroccata ma tuttora utilizzata, andare dalla parte opposta prendendo a sinistra. F - 39.317011°, 8.521505° – 297 mt.slm - km 02.50 Incrocio con strada di pari dimensioni, nelle immediate vicinanze, quasi esattamente sulla destra dell’incrocio c’è un capanno di caccia. Si tratta di una costruzione precaria fatta alla buona con materiali di recupero, che i cacciatori utilizzano per pranzare (e soprattutto bere) in compagnia. Lasciatela sulla destra e proseguite a sinistra. G - 39.316503° 8.522081° – 295 mt.slm - km 02.58 Il punto G è il più difficile da individuare di tutto il percorso. Dopo circa 80 mt dal punto F bisogna cercare un sentiero abbastanza stretto che scende sulla destra lungo una piccola valletta. Il problema è che a seconda della stagione può essere nascosto dall’erba. Se non lo si individua e si va oltre, si arriva dopo pochissimo ad un ulteriore bivio ma su strada larga, tornate indietro e cercate meglio. Una volta trovato si segue facilmente proseguendo in discesa costante fino al punto H, dove il sentiero incrocia nuovamente uno stradello carrabile. H - 39.313197°, 8.515960° - 224 mt.slm - km 03.22. Qui si prende a destra in lieve salita. I - 39.315753°, 8.514406° - 246 mt.slm km 03.54. Se si è proceduto bene in prossimità del punto I si deve scorgere, seminascosta dalla vegetazione, una grande fattoria. L - 39.315179°, 8.512102° - 268 mt.slm – km 03.81. Al punto L si può fare una variante verso il Monte Casula, dove è stato rinvenuto un sito archeologico. M - 39.313214°, 8.513046° - 300 mt.slm - km 04.18. Per onestà devo dire che io non l’ho trovato, salvo alcuni picchetti per misure trigonometriche, ma devo dire che la deviazione vale la pena anche solo per il panorama, in fin dei conti sono solo 30 mt di dislivello. Da qui si vede praticamente tutto il percorso, sia verso la chiesa del Buon Cammino, che verso il monte Cungiau,



che verso Iglesias. Si può quindi approfittare per fare una breve sosta. Poi ridiscesi al punto L si prosegue andando a sinistra. N - 39.315369°, 8.511153° - 263 mt.slm – km 04.67. Sul punto L si trova una costruzione diroccata, dal colore e aspetto di una casa cantoniera che serve da punto di riferimento. Da qui verso sud si vede ormai bene il Monte Cungiaus con i suoi scavi devastanti. In particolare si notano tre costruzioni in pietra a tronco di cono, si tratta di vecchi forni per i trattamento dei minerali vicino ai quali si passerà tra poco. O - 39.313972°, 8.505945° - 246 mt.slm – km 05.22. Si incontra un bivio, prendere a sinistra. P - 39.309542°, 8.507477° - 245 mt.slm – km 05.95. Si è arrivati in una zona brulla, completamente priva di vegetazione. Quando non era necessario scavare in galleria e in profondità, a seconda del minerale cercato, le coltivazioni diventavano vere e proprie cave, con grandi sbancamenti e rinterri superficiali. Lo strato superficiale così maltrattato diventa completamente sterile e lo rimane per anni. Si ha la sensazione di muoversi suolo lunare. Nonostante sia stato fatto qualche sforzo per mettere in sicurezza la zona, sarebbe impossibile farlo efficacemente. Da questo punto in poi e fintanto che ci si sposta nel cantiere minerario, conviene prestare attenzione a come ci si muove e a dove si mettono i piedi. La possibilità di una frana improvvisa o l’apertura di un crepaccio sono abbastanza probabili. Dal punto P al punto Q occorre affrontare anche un tratto in salita ripida quasi privo di sentiero e su terreno poco stabile.

Q - 39.307962°, 8.502946° - 314 mt.slm – km 06.60. Altro bivio, prendere a sinistra. R - 39.307569°, 8.505505° - 320 mt.slm – km 06.87. Col tempo è stato fatto qualche tentativo di riqualificazione e “sfruttamento turistico”. In questo punto è stato ricavato un belvedere, perfettamente spianato e capace di accogliere molte auto o qualche pullman, è protetto verso valle da un muretto in pietra. Da qui e fino alla fine della strada che conduce al piazzale d’ingresso degli stabilimenti Monteponi, la strada è addirittura asfaltata. Tutto ciò sarebbe lodevole, se non fosse per il fatto che circa a metà discesa, in prossimità delle case degli ex dipendenti la strada è chiusa da una sbarra (è stato comunque lasciato aperto un varco pedonale). Soldi buttati via, giacché non risulta che vi sia attività stabile di visite guidate. S - 39.307263°, 8.506522° - 318 mt.slm – km 06.99. Ci troviamo vicinissimi ai forni già menzionati al punto N. Si tratta di imponenti e interessanti costruzioni in pietra a tronco di piramide. Da qui in poi inizia la discesa verso il piazzale d’ingresso della miniera che si trova al livello più basso di tutta l’escursione, è una comoda discesa con pendenza costante, su strada larga e asfaltata come appena osservato. Non priva di fascino però perché il panorama spazia dalle costruzioni diroccate d’interesse archeologico industriale, all’abitato della città di Iglesias. T - 39.304121°, 8.511386° - 219 mt.slm – km 08.10. Come premesso in questo punto una sbarra chiude l’accesso ai veicoli. Da qui in poi si torna per così dire alla civiltà, nel senso che non ci si muove più in campagna e nemmeno in zona industriale. Questo tratto di strada lambisce le case degli ex impiegati e dirigenti della miniera. Io ho fatto una variante per andare a visitare luoghi che frequentavo dagli 11 ai 18 anni per via di numerose amicizie che avevo sul posto. E’ stato interessante constatare che almeno queste case sono state ben conservate e in alcuni casi ampliate e restaurate, tuttavia per un escursionista libero da ricordi sentimentali è meglio proseguire lungo la discesa. U - 39.301417°, 8.512378° - 176 mt.slm – km 08.60. Ci troviamo nel punto più basso dell’escursione, il piazzale d’ingresso della miniera. Oltre all’ingresso vero e proprio presidiato dalle guardi giurate, qui si trovava il nucleo civico al servizio dei dipendenti: la chiesa, una scuola elementare, un piccolo ospedale, lo spaccio, l’ufficio postale e la foresteria. Non lontano da qui si trova inoltre Villa Bellavista che era l’abitazione del direttore, oggi trasformata in centro convegni e per un breve periodo sede universitaria. Era il cuore pulsante di un’area vastissima che l’uomo ha



sfruttato fin da epoca romana ma che ha rivestito un ruolo economicamente importante a partire dalla dominazione pisana del 1200. Al termine di questa lunga storia questo piazzale ha ricevuto la benedizione di un Papa. Uno che di operai e miniere se ne intendeva, visto che veniva dalla Polonia e che poi è divenuto santo. Una lapide commemorativa è affissa al muro della chiesa. La parte più interessante dell’escursione è terminata, nulla vieta quindi ai più poltroni di farsi venire a prendere da un’auto. Si risparmieranno così gli ultimi 3 chilometri che si svolgono su percorso urbano, che tuttavia dal punto W in poi attraversa il centro storico passando per la Cattedrale di Santa Chiara e una chiesa romanica del 1200 non va certo sottovalutata. Ritorno al punto A di partenza - 176 mt.slm – km 11.40. Chi invece avesse voglia di completare il percorso non ha che da seguire le vie Monteponi, Vivaldi, Cattaneo, Baudi di Vesme, Mazzini, Sarcidano e Matteotti, per tornare infine alla centrale piazza Sella. 21 febbraio 2016



L’ovile del punto E

Forno di calcinazione



Veduta su un lontano cantiere

Il Monte Cungiau visto dal punto L



La casa “cantoniera” del punto N

Zone di messa in sicurezza nei pressi del Monte Cungiau



I forni del punto S

Voragine a cielo aperto sul Monte Cungiau



Veduta verso Iglesias all’inizio della discesa

Le case dei dipendenti e sulla destra Villa Bellavista



Archeologia industriale sulla zona alta di Monteponi

Ciò che resta di un carrello minerario



Complesso industriale di Monteponi visto dalla fine della Discesa, sulla destra si nota la pensilina del cancello D’ingresso e al centro sullo sfondo la chiesa.

Il vecchio asilo infantile



La lapide commemorativa di una visita illustre

Il viale d’accesso alla miniera e la foresteria

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