P I C C O L E A N C E L L E D E L S A C R O C U O R E
CAMMINO DI RINNOVAMENTO 2011–2012
Testimoniare Dio - Padre amoroso, misericordioso,
compassionevole e provvidente che si manifesta
nel Cuore Trafitto di Cristo
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Testimoniare Dio - Padre amoroso, misericordioso,
compassionevole e provvidente che si manifesta
nel Cuore Trafitto di Cristo
EPICLESI: “… lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza,
perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domanda-
re, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con
gemiti inesprimibili;…” Rm 8,26 (Insieme)
Spirito Santo, dono del Cristo morente
Spirito Santo, dono del Cristo morente,
fa' che la Chiesa dimostri di averti ereditato davvero.
Trattienila ai piedi di tutte le croci.
Quelle dei singoli e quelle dei popoli.
Ispirale parole e silenzi,
perché sappia dare significato al dolore degli uomini.
Così che ogni povero comprenda
che non è vano il suo pianto,
e ripeta con il salmo: "le mie lacrime, Signore,
nell'otre tuo raccogli".
Rendila protagonista infaticabile di deposizione dal patibolo,
perché i corpi schiodati dei sofferenti trovino pace sulle sue
ginocchia di madre.
In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza.
E donale di non arrossire mai della Croce,
ma di guardare ad essa come all'antenna della sua nave,
le cui vele tu gonfi di brezza e spingi con fiducia lontano.
Tonino Bello
DISCRETIO e DELIBERATIO: su tutto quello che il Signore ed
io ci siamo comunicati (vedi quanto scritto nelle prime tre fa-
si), faccio discernimento e decido come testimoniare Dio Pa-
dre misericordioso nel mio ritorno verso le sorelle e i fratelli.
(Personale)
- Quali pensieri, emozioni, paure… mi colpiscono di più?
- Tra questi, su quali decido di impegnarmi?
ACTIO: Programmo azioni visibili e verificabili in base a quan-
to ho deciso di attuare per testimoniare Dio Padre misericor-
dioso nel mio ritorno verso le sorelle e i fratelli.
(Condividere insieme l’esperienza vissuta ed eventuali azioni
che testimonino comunitariamente l’amore misericordioso del Padre)
- Come intendo concretizzare quanto ho deliberato come azione?
ORATIO: “L’azione si fa preghiera e la preghiera si fa azione”.
Dopo la Pentecoste si torna al Tempo Ordinario (lunedì 28/05 –
VIII settimana del T.O. - IV settimana del Salterio): ci privilegia-
mo di incontrare e portare Dio in ogni Tempo.
Celebreremo, oltre alle Domeniche, le Solennità:
Santissima Trinità 03/06
SS. Corpo e Sangue di Cristo 10/06
Sacro Cuore 15/06
Acclamiamo l’amore di Dio in un flusso ininterrotto, come la marea, per
portare avanti dentro di noi e nel mondo la sua Risurrezione.
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cordia, in ebraico è "rahamîm", le viscere che si commuovono. Lo stes-
so significato lo si trova in Paolo, Rom 12,1: "Io vi esorto "dià tôn oiktir-
môn", mediante i gesti di tenerezza materna di Dio".
E' un primo argomento che Dio fa valere contro la rassegnazio-
ne: se ammettete che una mamma non si può dimenticare del figlio,
così dovete ammettere che io non mi posso dimenticare di voi, che
siete miei figli.
La seconda parte va oltre il paragone:
- Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
Anche se una madre sventurata si dimenticasse del figlio, non può av-
venire che io mi dimentichi, afferma Dio. La parola di Dio è rassicuran-
te. Dio è una madre che non può mai essere sventurata. La rassicura-
zione si basa solo sulla parola di Dio, non ci sono prove immediate.
Dopo questa rassicurazione generale Dio insiste nell'avvalorare
la propria affermazione:
- Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani,
le tue mura sono sempre davanti a me.
E' un modo molto plastico per affermare la presenza costante del po-
polo davanti a Dio. Ecco che Dio presenta ciò che avverrà, addirittura al
presente. Nel progetto di Dio il futuro è già presente, la liberazione è
già in questa parola che assicura.
Verbania Pallanza, 16 novembre 1997
CONTEMPLATIO: Il silenzio di Dio e il mio si incontrano nel
mistero dell’amore dato e ricevuto. Aneliamo semplicemente
a stare insieme, intimamente, senza parole… siamo in Dio e,
contemporaneamente, nel profondo di noi stessi.
(Personale e Insieme)
CONSOLATIO: Dio consola e mi dà l’opportunità di ricreare il
mio rapporto con me stessa, con Lui e con gli altri. Inizia
l’ascesa. (Personale)
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LECTIO UMANA e HISTORICA: dialogo con Dio, gli parlo di
me, della mia famiglia umana e religiosa, della società in cui
sono nata. (Annoto particolari ricordi, emozioni, paure…)
(Individuale)
Dal Cammino di Rinnovamento
Chiamati ad esistere, viviamo per conoscere e fare esperienza
di Dio “Abbà” padre che provvede e ama con tenerezza infinita ogni
sua creatura, in particolare noi esseri umani. Nel rapporto figliare con
Dio ognuna di noi si abbandona e si sente sereno in Lui “come un bim-
bo svezzato in braccio a sua madre” (Sal. 130).
La massima e totale dimostrazione di amore verso l’umanità è
data da Dio nell’Incarnazione e nel Cuore Trafitto del suo Figlio. Essa,
oggi, viene da noi accolta e vissuta nella Parola, nell’Eucaristia e nei
fratelli.
La nostra testimonianza, sull’esempio del Fondatore, sgorga
dalla contemplazione dell’Incarnazione e dai sentimenti del Cuore Tra-
fitto di Gesù Cristo e si esprime nell’abbandono confidente e fiducioso
in Dio, nel perdono dato e ricevuto e attraverso gesti di misericordia
verso tutti, con preferenza verso i “piccoli”.
MOTIVAZIONI
DAL MONDO
La nostra è stata definita una “società senza padri” in quanto
l’uomo fa fatica a riceversi da un Altro, per la sua esperienza di potere
crescente. Al tempo stesso, però, il suo cuore soffoca nell’autosuf-
ficienza, basata sul progresso e sulla forza conquistate: ha sete di sa-
persi amato, di sapersi figlio.
La nostra è anche la società delle assicurazioni, la società
dell’incertezza e del disprezzo. L’uomo nel suo intimo sa che non vale
quanto un risarcimento economico, ma quanto la vita che il Figlio di
Dio ha offerto per lui sulla croce e gli ha regalato nella Resurrezione.
Ha sete di vedere che la sicurezza e la tenerezza si trovano
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nelle braccia del Padre – Abbà.
“La Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore desume la sua
identità e modo di vivere, particolarmente il modo di seguire Cristo più
da vicino, dal carisma del Fondatore al punto di parlare, lavorare, vive-
re e morire per Esso” (Cost. 1981, art. 7)
“Nel mistero del Cuore trafitto il Fondatore contemplava i pensieri e i
sentimenti, la misura e la universalità dell’amore del Cristo (cfr. Fil.
2,5). Nella tradizione della Congregazione la devozione al Sacro Cuore è
uno stimolo all’amore verso i fratelli” (Cost. 1981, art. 8)
LECTIO BIBLICA: Dio Padre parla a me di sé. Io, in silenzio, mi
pongo in ascolto amoroso. (Dio mi scrive una lettera parlando-
mi di sé) (Insieme)
La Parola. (Isaia 49,15-16)
Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non
commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si
dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato
sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me.
MEDITATIO: Scopro nella Parola qualcosa che mi riguarda.
Ora Dio mi ascolta con amore e rispetto. (Scrivo una lettera a
Dio parlandogli di me) (Personale con consiglio di confrontarsi
con qualcuna/o)
Gianfranco Ravasi ci introduce nella meditazione.
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Analisi del testo
1. Le domande di Sion: rassegnazione e dubbi
- Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato".
La memoria non vuol dire “far venire in mente”. Dimenticare è
abbandonare. La realtà dimenticata è lontana, assente, non è più
presente.
Sion fa quella affermazione perché la sua situazione è di deso-
lazione totale. Sion è un cumulo di rovine, la stragrande maggioranza
dei suoi abitanti è deportata, non c'è più prospettiva. Dalla rilevazione
di una situazione tragica si risale ad una affermazione teologica o
religiosa: siccome siamo in una situazione di perdita assoluta ciò vuol
dire che Dio ci ha dimenticati, che siamo abbandonati, che non siamo
più presenti nella sua vita, nella sua azione. E' una parola di rassegna-
zione teologica. Siamo rassegnati alla situazione tragica in cui siamo
perché l'unico che potrebbe riportarci a vita ci ha dimenticato, non sia-
mo più presenti a lui.
La rassegnazione prende motivo dalla situazione, dalla situazio-
ne teologicamente interpretata. Non solo quindi dalla situazione ogget-
tiva, ma dal fatto che si è assenti dalla mente di Dio e si è soli.
2. Le risposte di Dio.
Mentre la parte dialogica di Sion è molto breve, perché ha solo
interrogativi da porre, le risposte di Dio sono articolate e abbondanti.
Le risposte di Dio sono tutte volte al futuro (i verbi sono al futuro). Dio
risponde con promesse, quindi non mettendo sotto gli occhi una realtà
che smentisce la rassegnazione, ma chiedendo fiducia.
Prima risposta: la promessa rassicurante
Dio risponde con un interrogativo che prende come paragone la
mamma:
- Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Come una mamma non può dimenticarsi del figlio, del frutto delle sue
viscere, così Dio. Le viscere sono l'espressione dell'amore tenero ed
emotivo della mamma. La parola "amore" tradotta a volte con miseri-