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risf'v.'
m^:
,.
:
p
COLLEZIONE
J:
DI
OTTIMI
SCRITTORI
ITALIANI
IN
SUPPLEMENTO
CLASSICI
MILANESI
-
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VERI
PRECETTI
DELLA
PITTURA
GIO. BATISTA ARMENINO
DA
FAENZA
LIBRI
TRE
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'li?&?i'-'^?'fc-
-
-'V'
'
'
AI
LETTORI
Questo
Libro
caldamente
raccoman-
dato
agli
Accademici
della
Crusca,
pel
nuovo
spoglio
da
farsi
degli
Scrittori,
dallegregio
Sig.
Ab.
Colombo.
Volen-
dolo
illustrare,
ci
siamo rivolti al
Sig.
Stefano
Ticozzi,
il
quale
ci
ha
favorito
le
Notizie
seguenti
sulla
Vita di
un
uo-
mo
si
benemerito
dell
Arte
,
qual
fu
lArmeninOjle
quali
vedono
per
la
pri-
ma
volta
la
luce
.
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STEFANO
TICOZZI
VITA
BATISTA
ARMENINO
uando
nel
\
820
pmcurai in Milano
coi
tipi
del
diligente
tipografo Vincenzo Ferrarlo
una
terza
(ibbastanza
nitida
edizione
dell
opera
di
dovati
liatista
Armenini
:
Veri
l'reretii della
Pittura,
avrei
voluto
far
cosa
grata agli amici
delle
lettere
e
delle
arti,
aggiugnendovi
la
vita
di
Innesto
valentuomo,
a gran torto
quasi
ajfatto
dimenticato
dalle
biografie pittoriche
e letterarie.
Ma
appunto
mi sconfort
da
tale
lavoro la con-
siderazione
che a
stento
avrei
trovati pochissi-
mi
e
dubbiosi
documenti
intorno
ad un
pittore,
che
sebbene
abbia
egualmente onorata
V
arte
sua
col
pennello
e
colla
penna,
non
si
cur
di
uscire
dalla
religiosa
oscurit,
in
seno
alla quale
am
di
ripararsi
in et avanzata.
Ora, pi
attentamente
che
prima
non
aveva
fatto,
leggendo
Faureo trat-
tato
deir
Armenini
,
pan'emi
,
che senza
andare
in
cerca
di
stranieri sussidj,
basterebbe
raccoglie-
re
e
dare
qualche
ordine
alle
notizie
,
che
qua
e
l
trova
nsi sparse
in
questo suo
libro
.
Con ci
,
a
dir
vero
,
non
mi
sar dato
di
appagare
coloro
:
che
di
ogni
pi
minuta circostanza
della
vita
di
-
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quest
artefice
vorrebbero
avere
contezza
;
beasi
d raccogliere,
quanto
necessario
a
dare
una
sufficiente idea
delle
sue
onorate
virt,
e
degli av-
venirnenti
della
sua vita
relativi
alF
arte
.
Intan-
to giover
Cawertire,
che
le
memorie
biografi-
che di
un
pittore
che
scrisse
un
libro
di
precetti
intorno
all'arte
sua, per
gio^mento
degli artefici
e dei
dilettanti,
devono
mirare
allo
stesso
scopo
,
onde
non
riusciranno
abbastanza
piacevoli
per
coloro
,
che
si
facessero
a
leggerla
per
semplice
diletto
.
Nacque
Giovan
Batista
Armenino in
Faen-
za,
{p )
circa
il i53o di
poveri
ma
civili
parenti,
che
lo
destinavano
a professare
la
medicina-,
on-
de
fu
mandato
alle
pubbliche
scuole
perch
ap-
prendesse
le.
lingue
Greca
e
Latina
.
Ed
in
questa
e nello
studio
della poesia
e
delC
eloquenza
face-
va
egli
rapidissimi
progressi,
quando
essendo ca-
pitato
in
patria
Figurino
da
Faenza,
che
stava
a
Mantova
come
ajuto
di Giulio
Romano
,
ed
u.
ditola
magnificare
f
arte
sua
e
vedutolo
opera-
re
,
si
sent preso
da
subito desiderio
di
studiare
la pittura . Forse
dallo
stesso Figurino
avr
avuto
i
primi
elementi
delTarte;
ma
certa
cosa
,
che
quando
abbandon
la
patria
per recarsi
a
Roma
era
di
gi
buono
e
spedito
disegnatore
Ma ofos-
in
grazia
de'
suoi
parenti,
o
perch
le
credesse
(i)
Orlandi
Abbecedario
Pittorico
.
Conrien
credere
olia
aucbc
questo
biografo mancasse
di
notizie, perci
che
sr
ristringe
a
dirlo
celebre
per le
tele
dipinte
e
per
le
carte
senza pur
dire una
parola
dell
cpo
-
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Vtl
utili
alla
nuova
sua
professione,
mai
non
ahban.
p-
don
qffatto
lo
studio
delle
lettere
(i)
.
^dnd
a
Roma del 1
55o,
o
in
quel
torno,
come
ne
faran-
no
prova
i
fatti
che
andremo
ricordando;
ed
i
primi
suoi
studj
pare
che
fossero quelli
delle
fac-
ciate di
Polidoro
da
Caravaggio
(a), e
delle
an-
tichit, che
tutte
disegnava,
fossero
statue
,
bassi
rilievi
,
medaglie,
archi,
fregi,
ec.
purch
le
tro-
vasse
belle
.
E
perch
,
sebbene
di
fresco giunto
in
quella
capitale
delle
belle
arti,
copiava
meglio
che
non
faceva
la
comune
de
giovani
artisti,
es-
sendo
stato
veduto,
un
giorno
che
disegnava
un
fregio
di
Polidoro
,
da
certi
scultori
francesi
che
allora
dimoravano
in
Roma
(3),
lo
tolsero
in
ca-
sa loro
e
di
ogni
cosa lo
provvidero
affinch
del-
le cose
del
Polidoro
facesse
loro
i
disegni
che
(i)
Potrebbesi
con
luminasi esempi
dimostrare
qaanto
sitile anii
necessaria
riesca ai
pittori
listruzione
lettera-r
ria.
Basti
riflettere ebe
lartista
idiota
mai
non
potr
n
dottamente
inTentare,
n
dottamente
comporre;
meno
poi
osservare
il
costume
e dare
alle
Ggure
nobile
e
convenienY
te
espressione.
Vero
che
i
grandi
artisti
si
consigliavano
cogli
uomini scienziati qualunque
volta
avevano
a trattar
argomenti
dimportanza
;
ma
erano
abbastanza
dotti
per
approfittare
desuggerimentl
altrui
:
ed
il
conte
Baldassaro
Castiglioni
e
Pietro Aretino
cd
Annibal
Giro
die
bamio
potuto
riuscire
utili
a
Baffaello,
a Tiziano,
allo
Zuccari
non
sarebbero
stati
di
veruo
giovamento
ai
pittori
igno;
ranti
(a)
Veri
Precetti p.
(3)
Ponzio
e
Bartolommeo li
dice
lArmeoino;
e due
de
migliori
scultori
che
abbia
avuto
la Francia nel
XVI.
se,,
colo,
clic molto
operarono in
Parigi
ed
altrove
.
Veri
Preg,
pag.i-
-
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I 1
1
bramavano
. E
in
ci
fu
veramente
fortunato
non
solo
per
aver
potuto
senza interrompimento
continuare
cos utili
studj
mentre
altri
prendevan-
si
cura
della sua
sussistenza,
ma
ancora per
ave-
re
in
casa
di
que
valenti scultori
imparato
a
mo-
dellare di
creta
;
pratica agli
scultori
necessaria
,
ai
pittori
utilissima
.
A
questo proposito
racconta
V
Armenini,
che
continuando
egli
a stare
in quel-
la
casa,
vi
capit
una
sera
Messer Francesco
Salviati,
che diede a
que'
scultori
uno
schizzo
di
sua
mano, e li
preg
che
uno di
loro
gli
fa-
fi
cesse di cera
morbida
quello
ignudo
,
che
su
quello
schizzo
era di due palmi di
altezza
.
Ponzio
eh'
era
ilpi giovane, gli
disse
che
vo-
lentieri;
e
perch
egli allora
di
creta bozzava
con
gran
pratica
certi
muli,
stette
un poco
con
essi
e
loro disse
:
questa
facolt
che
voi
avete
del
rilievo e
che
cos
facilmente
possedete, che
a
me
manca
,
quella
nel
vero che
,
essendo
in poter tanto
a
illichelangelo,
stata
cagione
chegli abbia cos
forte
superato
gli
altri
pitto-
ri;
e
loro
confermarono
esser
verissimo
.
p
Dopo le
cose di
Polidoro
si
fece
a
copiare
in
Cappella
il
Giudizio di Michelangelo
,
che
in al-
,
forse
pi
che
adesso
non
si
fa
,
era
lo
stu-
dio
principale
di
tutti i
giovani artisti.
E
non
tar-
d a
dar
prova
di
singolare
giudizio
,
perciocch
mentre i
suoi compagni
movevano
sottili
dispute
un ossettino
,
ovvero
barlume
'he
vi
era
,
ino ilpi
del
tempo
occupati
per giunger-
gli
tuttavia
nuove
difficolt,
egli non stava intri-
cato
in
s
fatti
viluppi
e
quietamente
disegnava
figure del
Giudizio
e
specialmente
gl
ignudi
..
-
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(fi)
t*
IX
con
dolce
e
disinvolta
maniera
;
tutto
comervan-
do
iiyare del
maestro
(i).
Ed
a
questo
proposi^
to
txicconta, che
essendo
un
giorno
Michelange-
lo
entrato
in
Cappella con un
Vescovo
e
veden-
do
che
alcuni
giovani tenevano strane
maniere
di
copiare:
o
quanto, disse col
suo
compagno,
questopera
mia
ne vuole
ingoffire
(a)
E per
certo
,
soggiugne F
Armenini, io non
so quale
sia
miglior pazzia
di
questi
tali,
che pongono
per
le
opere loro degli ignudi,
ai
quali
fanno
i
capi
leg
giadri
e
le braccia morbide
,
il
corpo e le
reni ri-
piene
di muscoli,
ed
U
rimanente
poi
si vede es-
sere
condotto
con
dolcissimi
contorni
e
con
om-.
hre
leggiere
.
Era egli ben
persuaso
non esservi
pi
utile
esercizio
di
quello
del
copiare
le
miglio-
ri
pHttufv
;
ma
non
appena
ebbe
la
mano
capace
di eseguire
liberamente
i
dettami
della
mente,
che invece di
copiare servilmente
ogni
pi
minu-r
ta
cosa
,
cerc
di
colpire
lo spirito
e
la maniera
de
grandi maestri,
riproducendo
piuttosto il tut-
to
insieme che
le
parti .
Quale
et avesse F
Armenini allorch
cominci
a
lavorare
per
il guadagno
non potrebhesi
con
precisione asserire
. le
sottili entrate di
sua
fami-
glia
non
gli
avrebbero
consentita
di
rimanersi
lungamente
in
Roma
senza
approfittare dell
ar-
te
sua
;
ma
da
prima
il
favore
degli scultori
fran-s
cesi, poscia
le
commissioni
di certi
gentiluomini
di
far
loro
disegni
di
quelle cose
antiche
che
a
lui
pi
piacessero, lo
liberarono
dalla
necessit
(i)
Veri
Precetti,
p.i\
Veri
Precetti
p.
-
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X
/j
abbandonare troppo
presto
ogni
utile
studio
t
per
lavorare
intorno
alle
cose
che
altri volessero,
per solo
amore di guadagno
.
Di
ci ne
abbiamo
pure
una probabile conghiettura
nelle
calde
am~
monizioni
che
va
facendo
ai
giovani
artisti ed
ai
padri
loro
perch non
si lascino innanzi
tempo
allettare
dal guadagno
,
con gravissimo loro
pre-
giudizio
(
I
)
.
Di
due
valorosi
giovani
che
aveva compagni
negli stiidj
deirignudo e della
Cappella
fa
F
Ar-
menini
onorata
ricordanza,
cio
di
Michelange-
lo
da
Norcia
e
di
Bartolommeo
di Arezzo
,
t
ul-
timo
dequali chiama
eccellentissimo
,
perci
che
osservava
tutti i
modi
di quella
maniera
(
del
Bo-
na
rruoti) in
guisa
che
il
disegno
chegli
faceva
ed
il dipinto
che
imitava
parevano
proprio
cC
u-
na
stessa
mano
;
e
lo
stesso
era
delle
cose
che
di-
pingeva
(a)
. Con
questo
raro
giovane
studiava
(i)
Merita
di
essere
a
questo
luogo
ricordato
quanto
raccontasi
di
Luca Giordano,
il
quale
trovandosi col
padre
io
Roma,
era
sforzato
per
vivere
a
lr
disegni
di
quadri
per
venderli
a
forestieri
. E
perch
pareva
al
padre
che
andasse
pi
a
rilento
che non
comportavano
i
loro
bisogni,
lo veniva
spesso confortando ad affrettare
il
lavoro,
dicen-
dogli in
dialetto napolitano: Luca
fa
priesto.
Il
qual
mot-
to
pi
volte
udito
dai
suoi compagni
,
lo adottarono
per
soprannome.
E
prolxihilmente
un
cos illustre
artelce
con-
trasse
fino
dalla
fanciullezza
quella
sorprendente
hiciliU
di
operare
,
da cui
gli
venne il
titolo
di
fulmine
della
pittu-
ra,
ma che
forse fu
Cagione che
non
giugnesse
a
quel
Sommo grado
di
hravuni
cui
sembrava chiamato
dal
suo
ingegno
(a)
Probabilmente fu
quel
Bartolommeo
Torre
che
di
-
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a5
anni
mor
vittima
de
suoi stodj
anatomici,
avendo
coqv
tratto
{'infezione di
alcuni
cadaveri
putrefatti.
(i
)
P'eri
Precetti
p.
y
5
.
(a)
Feri
Precetti
p.
71,
XI
F
jirmenino
anche F
anatomia
,
n solamente
delle
pani
esteriori
del
corpo
,
ma
ancora dellos-
satura
;
conciossiach essendo
F uomo
fabbricato,
d'ossa,
di nervi,
di carne
e
di
pelle,
quantunque
paia di
rado
che
nelle
opere
altro si vegga
che
le membra
esteriori,
niente
di
meno
se
non
s in-
tende bene le
pani
di
sotto
nascoste, malamente
si
possono
far
quelle
che
appariscono
di
sopra
(i
)
.
Nel i556,
opaco
avanti,
erosi acconciato
in
casa
eli
un
mercante Mantovano
,
al quale
face-
va
ali
acquerella
i
ritratti
ed
i
rovesci
di
certi
me-
daglioni antichi
d'
oro
e di bronzo, della gran-
dezza di
un
palmo
,
eli
erano
poi
mandati ai
fa-,
rnosi
Fucheri,
dopo
i
Medici
di
Firenze
,
i
pi
ricchi
mercanti
e
splendidi
protettori
,
delle
lette-
re
e
delle
ani
che
siano
mai
stati
n
prima n
poi
(a) .
F
istesso
mercante
Mantovano aveva
nel
1
556
comperato dalla
figlia
di
Pierino
del
Foga
tutti
i
disegni
lasciatile,
morendo,
dal
padre,
per il
prezzo
di cinquantacinque
scudi
dForo
,
tra
i
quali
molti
tratti
dalle
opere di
Raffaello,
e dal
Giudizio
di
Michelangelo
,
ma
tutti
ridotti
alla
sua
dolce
maniera,
che
si
poteva
dire
essere
piut-
tosto
da
lui
nati
e
trovati,
che
ritratti
da
altrui.
Con
tali
opere andava
F
Armenino
acquistando
bellissima
pratica
di
lavorare
,
e
cominciava
ad
aver
nome
tra i
pi
valenti
disegnatoti
che
allo-
ra
fossero
in
Roma
.
Perch essendo
col
capita-
-
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18/308
io
un
commissionato
dei
FuCheri
per/ar
disegna'
re e
colorire
come
di
miniatura
le
logge
del
Fa-
ticano,
fu
egli
de'primi
ad essere
scelto
.
E
que-
sto
lavoro
piacque
in
modo
alf
agente,
eh
era
un
uomo dilettante
e
conoscitore
delle
cose
delie
arti,
che ne volle
una replica
per
portarla
Spagna al
re
Filippo
IL,
al quale
port
pure
finiti altri
disegni
di
tempj
,
medaglie,
archi
lonne,
statue, bassi
rilievi
ed
altre
antichit
i
t\
de'
quali
disegni
aveva
a
lui
venduti
d
no-
Annenini
,
il quale da
che
trovavasi
in
Ro-
ma mai
non
aveva lasciato
di copiare
tutto
ci
di
migliore
conservavasi
in
quella
metropoli
fosse
antico
o
moderno
(i);
ricordando
sempre
il
detto
attribuito ad
A
pelle
:
nulla dies
siile
linea;
d
qual detto
intendeva
egli
non
del
fare
un
solo
se-
rnoltissimi
affatto
digiuni
delle
cose
'.anno inteso,
ma di
una
figura
ovvero
^
di
una
bozza
o
schizzo
di qualche
istoria
(a)*
ragionando
un
giorrui con
un nobdissimo
signore
f
omano della
difficolt
di
giudicare
della
bont
1
delle pitture
,
questi gli
raccont
,
che
un
gentil-
J
uomo
di
alto grado
preg
un
giorno
Mickelan-
J
gelo
,
che
per
cortesia
gli
desse lume
per
distia-
guere
le
buone
dalle
cattive
pitture
;
al
quale
d
7
^
valentuomo
cos rispose:
or
stiavi
questo
a
men-
)
,
die
quanto pi
voi
vedrete le
pitture
ap-
J
prossiinarsi alle buone
sculture,
tanto
pi
ranno
migliori,
e quanto
pi
le
sculture
si
ap-^^
(
1
)
Veri
Precetti
p.
aoo
e
aoi.
(a)
Ivi
p,
8a.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
19/308
XIII
prossiraeranno
alla
pittura
tanto
pi
le
terrete
per
{M-ggiori (i)
.
Sebbene f
Jlrmenini
non
toccasse
ancora
i
sei
lustri,
e
tutti
non
fossero
ancora
scesi nel
sepol-
cro
i
grandi
artefici
che
avevano
sollev ata
la
pit-
tura
a
cosi
alto
ed
onorato
grado, vedeva larte
posta in
sul declinare
,
e
vicina
di
giorno in
gior-,
no a dare
il
crollo
(a) e
ci
principalmente
per-
ch i
nuovi
artefici
,
deviando
da quelle regole
e
precetti
,
che
sono
i
fondamenti immutabili
del-
le
arti,
si
vedeKa
cercare
t eccellenza
e
la
perfe-
zione
fuori
del
naturale.
Egli
non
lasciandosi
abbagliare
da cotai
sogni
metafisici
che
a'suoi
tempi
e
dopo
invasero
la
niente
di molti
,
si
era,
merc
lo
studio
deli
antico,
ed ajutato dalle buo-
ne
dottrine de'
scrittori
greci
e
latini
,
formata
u-
ri
esatta
idea
del
bello,
che
fu
chiamato
ideale
-,
facendolo
consistere
nello scegliere il
pi bello,
del
uatural buono,
ecoll'ajuto
dell otlitno
giu-
dizio
cungiungerlo
con
molta
perfezione
insie-
me
(3).
/n
fatto
volendo
andare
pi
in
l
dei
grandi
maestri
,
si
and
a
cadere
neW
ammanie-
rato
e le
arti
imitatrici
altro
pi non
produssero
che
strane
bizzarrie
.
decadde
che molti,
per
te-
nersi
lontani da
questo
vizio,
si
fecero
ad imita-
re
la
natura senza
scelta
,
e
la
rappresentarono,
priva
di
nobilt e
di
bellezza
.
Quando
il no.ctro.
autore
scriveva
i suoi
precetti
i
Coracci
erano
di
poco
nati,
non
che
avessero
ancora
cominciato^
(i)
Veri
Precetti
p.
a54-
(a)
Ivi
,
Proem.
p.
a.
(3)
Ivi
p.
68.
SMS
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
20/308
SlV
a
tchamare
la
pittura
a
suoi
veri principi
.
gli
rifletteva
che
gli
antichi
,
senza
punto scos
si
dalla
natura
,
seppero
rappresen{are
il bell
deale
,
e
che dalle
opere
loro
i
pi
eccellenti
tefci
del
suo
secolo
trassero il
vero lume
delle
ro
maniere:
che
perci
dovevasi cercare
il
bi
ideale
nelle
statue
migliori degli
antichi,
quando
cos
ragionava
l
yjrrnenino
aveva
di
imparato
ad
imitare
perfettamente
la
natura
va
,
c
la stessa
abilit
supponeva
negli altri
.
i
tiva che la
pittura
richiede
maggior movime
delle
statue
,
che
non
devonsi prendere
le
mi
hra
in
prestanza
da
questa e da quell
altra
/
ra
,
perci
che
sebbene
bellissime
a
riguardi
da
s
ciascheduna
,
riescono
poi
spiacevoli
e
jose poste
insieme
con
poco
giudizio
(
i
)
.
(
1
)
A.
qiie
Ite
dottrine
bramerei
ebe ponessero
mente
loro chq
tutto
il bello
della
pittora
ripongono
nella
ser
imitaxione
delle
antiche
opere,
prendendo un
membro
e
laltro
l
,
fnch
venga
loro
fatto di
comporne
un
il
ra figura;
non
altrimenti
adoperando
di
nn
muratore,
sovrapponendo
mattoni
a mattoni
osassi
a sassi, e
legan
li
con
un
poco di
cemento
,
ne forma
una muraglia.
1
ciocchi
che credonai fomiti
di
uno squisito
gusto
per
i
vedute
le antiche
statue
,
o
i
loro
gessi,
o
le
stampe,
dano
al
miracolo
quando
riscontrano
in
qualche
modi
quadro
laNiobe
trasformala in unAddolorata,
il
Laocc
te
in S. Sebastiano,
lApnlline
in
S.
Giovanni
evangel
alcuna
delle
Veneri in
S.
Maria
Maddalena
,
e
via
dis-
rendo
,
senza
curarsi
poi
di
osservare se
quelle
teste
quelle
membra
esprimano
convenientemente
le
passini
le
qualit
de
personaggi
che
si
vogliono
rappresentat
siano fra
di
loro
in
armonia . Non
intendo
con ci
di
s
dilare
lo
studio
dellantico, che
ansi
lo
reputo
collAr
nini
lunico
mezzo
di acquistare
una
bella maniera
ed
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
21/308
1
^'-'
Durante
la
sua
dimora
in
Roma
si
scuoprirono
*n
vicinanza
di
S.
Gregorio
,
in
certe
vigne
,
al-
. enne
antiche
stanze
con
volte
fatte a
mezza
hot-
>
sulle
quali
erano
pitture
di
rabeschi
con
stuc-
chi
finissimi
,
pi
dolcemente
coloriti
e
pi
ragio-
nevoli
as^ai
che
non
si
costumava
da
coloro
che
vennero
dopo
Giovanni
da
Udine
.
probabile
che
il
nostro
Armenini
disegnasse
tre
di
tali
pit-
ture
,
le
quali egli
descrisse
poi
nel
suo
libro
con
tanta
verit
,
che
ci
pare
di averle
sotto
gli
oc-
cA/(i).
Ed
veramente
grave
danno
delT
arte
che
siansi
smarriti
parte,
e
parte
portati
fuori
di
Italia
t
disegni
fatti
dal
nostro
Annenin
i
di
cosi
fatte
antichit,
eh
egli
and
continuamente
cer-
cando
j>er
iuoglii
orridi
occultissimi
e
strani,
non
perdonando
a
fatiche
n
a spese
,
siccome
colui
che
sommamente
amava
la
sua
arte
e
non
conosceva
altra
passione
(a)
.
Perci
amaramen-
nobilo
e
grazioso
stile:
ma
vorrei
elio
questo
studio
servis-
se
a
formare
nella
mente
dellarteGee
una
generale
idea
del
bello,
senza
ebe
per
ogni
piccola
parte abbia
sempre
bisogno
di
ricorrere
agli
antichi
esemplari.
(t)
Giorgio
Vasari
descrisse
minutamente
le grottesebe
dipinte
da
Giovanni
da
Udine
in
Vaticano.
Si confronti
la
descrizione
del
pittore
Aretino
con
qnesU
dell
Armenini
,
p.
119
c
seguenti,
e
converranno
tutti,
che
questi
senUva
pi
Onamente
le
bellezze
dellarte,
e
sapeva
ancora
pi
nobilmente
esprimerle
senza
andar
dietro
a
certi
partico-
lari
ebe
veduti
dipinti
non
offendono,
ma
che
troppo
mi-
nutamente
descritti
danno
nna
bassa
opinione
dello
scrit-
tore
.
Tale
la
narrativa
di
quel
Qco
bruciotto
aperto
in
un
lato,
e
di
que
frutti
vicini,
che
il
Vasari
descrisse
con
tanta
compiacenza
nella
Vita
di
Giovanni
da
Udine
.
(a)
eri
PreceUi
/?.
320.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
22/308
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
23/308
,
T'
i-'''*-
' '
feii'Wi,
C-
-
'''
'
'
ITM
gli
disegnar
sopra
un
Ercole
in
piedi.
jlUora
prese Michelangiolo questa
carta,
e
ritiratosi
da
parte sotto
un
piccai
tetto
che
ivi era
,
dove
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
24/308
XVI
II
Deposizione alla Trinit
dei
Monti. Biportand
in sul
fine
delC opera
alcuni
motti
ingegnosi dt
Buonarroti
(i
)
manifesta
chiaramente
quanto
I
amasse e
stimasse :
io sento egli
scrive,
som
ni
piacere
a
narrar
cose
di lui
quantunque
note
non
dimeno
degne
del
suo
bel
giudizio .
Non
ben noto quali opere
di
pittura
facess
[
Armenini in
Roma
,
e
forse
ne
condusse
pochi
sime
o nessuna per
lunghi pubblici,
perciocch
sembra
,
che tro\'undosi frequentemente
occupi
to
a
copiare
per diversi
personaggi le
cose.
anU
che,
ed alcune
delle
migliori
de'
pi
illustri
mi
derni
,
preferisse
questo
lavoro
eli
era per
lui
un
studio
di grandissimo profitto,
a
far
quadri c
propria
invenzione
che
non
gli avrebbero
lascic
to
tempo
di continuale i
suoi
stuilj
sulle
oj>ei
ile'
sommi
maestri
l'euuto
era ormai
oltre
la met
il
i55
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
25/308
XIX
essere
stati
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
26/308
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
27/308
xxt
tri
quello di
un
ricchissimo
mercante
,
che
da
molti anni
si
andava
dipingendo
;
soggiugnendo
che
il giovane
dipintore
che
n era
allora
capo
e
che
lo
ave^Hi condotto
sul palco, non
era
molto
avanti nell'arte
,
ma
che
il padrone
del
palazzo
era un cotale
ignorante che
rimproverava il
gio-
vane
maestro di
far
torto alla
bellezza dei
colori
dipingendovi alcune belle invenzioni
di
Rajfael-
lo
.
Soggiugne
per
altro (T
avervi conosciuto certo
conte
Guido
da Galera
(
credo Galerati
)
eh era
uomo
pratico,
e delle
cose della
pittura
intenden-
tissimo .
Ad
ogni
modo
trov in
Milano,
oltre
il cremo-
nese Campi, altri
valenti
pittori, dai quali
ebbe
varie notizie
intorno
alle
cose
specialmente
di
Lionardo
da
Finci; e molti
disegni
di
d
uomo
finitamente
condotti, vidde
presso
alcu-
ni di
loro
,
che
li
tenevano
in
quel pregio
meritavano
(i).
Racconta
altrove
avergli
detto
in
ao
allieT
nel
cortile
del
palazzo TaTema,
e i
ritratti
dei
principi
e
principesse Sforza
in
una
sala dalla
casa
ora pos-
seduta
da
D. Angelo
Fianca
presso
alle
Grazie
;
oltre
nou
poche altre
pitture
a Ifesco
nepalazzi
di
cittA e
nelle
vi-
cine ville
dello
stesso Luini
,
di Cesare
da
Sesto
,
di Gau-
denzio Ferrari, di
Marco
dOggionno,
del
Bcrnazzani,
e
di
altri
valenti pittori
che
fiorivano in
Milano dal
i5oo
al
i55o.
(i)
Feri
Precetti
p.
147
-
A tutti
noto,
che
Lnini,
il
quale operava
in Milano
quando vi
fu
l
Armeni-
no
,
possedeva
una
copiosa
raccolta
di
disegni di
Lionardo
e
che
molti
disegni
e
scritture
aveva pure
ereditati
dal
suo
amoroso
maestro
ed
amico il giovane cavaliere
Francesco
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
28/308
XXII
Milano
un
allievo
di
Uonardo
che
avendo
il
suo
maestro veduto il
Giudizio
di
Michelangelo
,
eb-
be
a
dire
che
questo solo
gli dispiaceva
di quel-
Vopera
,
che in troppi
modi
si
era
servito
di
po-
che
Jgure,
e
che
perci
tanto
gli
pareva
di ve-
der
muscoli
nella
figura
di
un giovane,
quanto
di
un vecchio
ed il
simile
essere de' cartoni
(
ij.
Aon
dubbio
che
t
A
rmenino
non
abbia
scntitit
f importanza
di
quest
ossenazione
;
ma
limitan-
dosi
a
chiamarla
ardita
si astenne dal
prendere
le
difese di
Michelangelo
.
Mi
sia
per
altro
con-
cesso
di osser\ure,
che Lioriardo
ha
bens
vedute
in Roma
le
pitture
fatte
dal
Bonarruoti
nella
Cappella
Sistina
sotto
Giulio li.
,
ma
non
il
Giu-
dizio
dipinto a'tempi
di Paolo
IH., e
quando
Uonardo era morto
da pi anni
.
N
saprei
pu-
re
quale
degli
allievi del Pinci
fosse
ancora
vivo
del
I
56o, o
in
quel
torno,
quando
non si
voglia
dare
il
nome
cT
allievi
a
coloro
che
uscirono dal-
la
scuola
Leonardesca
,
la
quale,
per
la
virt dei
suoi
illustri scolari
si mantenne vigorosa
efecon-
da
fino
alla
met circa
del
1
6
.
secolo
.
Parlando
del
Cenacolo
dipinto da
Uonardo
in
Milano
nel
refettorio
delle
Grazie,
chegli,
seguendo
la
comune
opinione,
ha
creduto dipin-
to
air
olio, dice
che
sebbene
fosse
fino
ci'allora
mezzo
guasto
,
gli
parve
per
in
tal
modo
un
miracolo molto
grande,
per
avere
il
pittore
es-
presso
mirabilmente
negli
apostoli
quel sospet-
to,
chera
entrato
in loro
del
voler sapere
chi
(i)
Veri
Precetti
p.
no.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
29/308
era
tlie
Iradir
volesse
il
loro
maestro.
Ed
que-
sto
veramente
ristante deW
azione rappresentata
dalC
artefice
filosofo
,
e che
il nostro
Armenini
brevemente
accennando
,
descrive per i conosci-
tori
assai meglio che altri
non
fecero con
lunghis-
simi
discorsi.
Altrove
parla
delie
cappelle
ornate
con
statue di marmo,
che dice rare
in
modo an-
che
nelle
principali
citt
d'Italia,
che
possono
annoverarsi
sulle
dila
;
lo
che
dimostra
chegli
Ju
a Milano avanti
di
Carlo Borromeo,
d
tem-
pi
del
quale tanti valenti
artefici
arricchirono
quella
cattedrale,
la
Chiesa
di
S.
Maria presso
S.
Celso,
ed
altri
pubblici
edificj
di innumerabili
statue,
bassi
rilievi (i).
jsarr
cosa veramente da
non
credersi, che
in
Italia
si
cominciasse
a
perdere
,
specialmente
nelle
cose
di
scultura
,
il
buon
gusto delV
antico
,
quando
tutte le
principali
citt
ed
alcune
ancora
delle
minori
avevano
studj
e
camere
piene
di
co-
pie
in
gesso
delle migliori statue
degli antichi,
cosi ben
formate,
dice
il
nostro autore, che
gli
pareva
che
fossero
le proprie
di
Boma
(i).
Fu
in
appresso
per
qualche tempo
in
Manto-
va
,
doie
ammir
le
maravigliose
opere
di
Giulio
Bomano,
il
quale come
architetto,
idraulico,
pitto-
re
ec.
eseguendo
i
grandiosi
concepimenti
di quel-
lo
splendido Signore
,
in
pochi
anni
ridusse quel-
la
citt
ad
essere
una
delle pi
magnifiche
dIta-
lia,
lasciando in
oltre
dopo
di
s
tali
allievi, ed
(i)
Feri
Precetti
in
pi
luoghi.
(a) Feri
Precetti
L.
III.
Gap.
XV.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
30/308
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
31/308
XX V
di
maestri,
ed
osserv
essere
pure
adoperata
in
tutta
la
Lombardia
dai
migliori
artisti
(j).
Oi
una
leggiadra
maniera
di logge
che
costa-
masansi
in
Lombardia
nel secolo
fece
me-
moria
il
nostro
tutore
;
le
quali,
egli
dice,
dove
sono
aperte scuoprono
i
monti
vi
sono
finti
nelle
facce
incontro ai pilastri
gli
stessi
ordini
de'
colonnati
e
degli archi
che
vi
sono
veri,
di
modo
che
fingendo
in quegli
spazi
prospettive
con
palagi
con
selve
e
con
fonti,
cd
intorno
montagne
e
paesi bellissimi,
riescono
mollo allegre
e
piacevoli
agli
occhi,
a
conciosiach
da
una banda
si
scorgono
i mon-
u
ti
e le
selve
vere,
e
dall
altra
si veggono essere
fiuti
,
da
quelli
diversi ed
allegri, dove
che
cosi
rocchio
e la
mente
di
doppia
vista
si
godo-
no
(a)
.
Praticavasi
inoltre
a
que'
tempi con
saggio
divisamento
di
affidare
a
qualche valen-
te
pittore
la
cura
di scompartire e dipingere
giardini;
e
molti,
dice
V
Annenino,
{Taverne
veduti
in Mdano
con
pitture
di storie
e
di
favole
abbastanza
gentili
;
se
non che
forzato
a
biasi-
mare
in
generale la
pigrizia
di quemaestri, che
vi avevano
poste
precisamente
le
storie e
le
fl-
gare
tolte dalle
stampe
di Raffaello
e
del
Par-
ti
migianino
,
senz
altra
mutazione
fuorch
iT
iti-
ti
grandirle e
dargli
i
colori
. Ma
uno
ne
vide
poi bellissimo
a
Piacenza
in
casa
di
M.
Barnaba
dal
Pozzo
dipinto
eccellentemente
dal
Pordena-
())
Ivip.
143.
(a)
Veri Prue.
p.
304.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
32/308
XXVI
ne
di
cose
poetiche
,
con
un
fare
molto
nuovo
straordinario
fi).
Essendo
dalla
Lombardia passato
a
Genov,
sebbene
quell insigne
citt
abbondasse
allora
valenti
artefici
,
ebbe
varj lavori
;
onde
vedent
che
avrebbe dovuto
Jan'i
lunga
dimora
,
vi
prt
casa
.
Sgraziatamente
il modesto
artefice
non
lasci
memoria
delle
opere
fatte
in Genova;
be
si
di
quelle
che
vi
faceva
a'suoi
tempi
con
mar
vigliosa
prestezza
Luca
Carnbiaso
,
il quale
nel
Chiesa
di
S.
Matteo condusse
alcune
storie
S
anto
a
concorrenza d
altro
pittore
bergamas
assai
ben
valente
fa).
Egli trova
nelle cose
c
C.ambiaso
,
mirabilforza
,
facilit
,
grazia
e
fi
rezza
tale
,
che
paragonando
questo
pittore
Giacomo Tintoretto
,
trova
il Jeneziano
fot
pi
risoluto,
ma
di
minor
disegno
e
meno
co
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
33/308
I
XXVII
l>rovigioni
passava
alla corte
di
Spagna,
e
due
^la-
^
gnuoli
Ruviale
e
liizzaro
che
tornavano
alla
loro
patria
;
e
tutti
furono
da
lui
accolti
in
propria
fusa
ed amorevolmente trattati
finch
trovarono
imbarco
.
Sebbene
fosse
lontano assai
dalC
esser
ricco,
C ylrmenino
era
d
ogni
sua
cosa
liberale
cogli
amici
,
e
mai
non
conobbe
quellavidit
del
danaro
che rimproveravasi
a
non
pochi de
va-
lenti
artisti
del suo tempo .
E
non
so se
qui
deb-
ba
riferire
ci chegli racconta
di
Giorgio
Casa-
ri
:
ma
l
avvertire
un vizio,
attribuito a
cos'i
gran
d
uomo
terr luogo
d
ammaestramento
ai gio-
I'
vani
artisti,
perch
se
ne tengano
lontani .
Dice
\
adunque
che un
di
per
caso passando
Giorgio
Aretino
per
Roma
a
cavallo
,
il
quale
veniva
I
di
non
so
che
luogo
da
far
lavori
;
vidde
Bar-
i'
tolommeo
da
Reggio
,
quale era
un
giovane
V
studiosissimo
e
valente,
mortalissimo
nemico
;
degli
avari,
che
veniva
con
altri giovani
dal
di-
*
segnare
in Cappella
;
ed appressa tosegli
e
pre-
I
V
so
un
pugno
di
scudi, disse:
o
Bartolommeo,
qnesli
sono
muscoli veri; al quale
Bartolom-
;
meo
subito
rispose
: s pei
poltroni
pari
tuoi
(i)
Forse
avrebbe
potuto
in
Genova
dimorare
pi
lungamente
con
suo
utile
e
per
f
ornamento
di
cos
magnifica
citt;
ma
egli aveva
risolto,
par-
tendo
da
Homa,'di visitare
tutte
le citt
dItalia
per
apprendere
cose
nuove, osservando
le
ope-
re
de
grandi
maestri
,
onde
,
lasciata
Genova
I
scorse
tutte
quelle
della
Repubblica
di
Fenezia
\
i
I
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
34/308
XXV
1
1 I
dove
sembra
per
altro
che
non
/acesse lunga
di-
mora . Loda
le pitture
che
Giovan
Bellini
aves'a
J'atte
nella sala del Gran
Consiglio
,
siccome
ap-
propriate
al
luogo
e
rappresentanti
i
fatti
pi
gloriosi
della
Repubblica
;
ma
non
fa
parola
dei
grandi
pittori
che
allora
fiorivano
in
quella
ricca
capitale,
sebbene
altrove ricordi
le
pitture
del
Tinioretto
in
S.
Bocca,
e
f
eccellenza
di
Tiziano
in
far
ritratti
.
Ammir
in Ferrara le
opere
fatte
da
pochi
anni dal
Garofalo,
ed
a Classe, presso
Ravenna,
il
fellissimo
fresco
delle
Nozze
di
Cuna
Galilea
di
Luca
bonghi
da Ravenna
,
ed
altre
sue
opere
in
Ferrara
,
Ravenna
ed
altrove
. Fa
memoria
dimoiti eccellenti
ritratti
fatti
da
questo
valentuo-
mo,
soggiugnendo
per
altro
che
il
vero
mae-
stro in questo
fate
Tiziano
da
Cadore,
il
qua-
le
per
contraffare
il naturale
d'
ogni
cosa
,
ha
superato ognuno
(
i
)
.
Parlando
in
generale
de
soggetti
che
osserv
in tutta
r Italia dipinti ne
refettorj
de
conventi,
non
fa
verun
cenno delle tnaravigliose
cene
di
Paolo
Veronese
,
onde
sembra
da
ci
dimostrato
che
avesse terminati i
suoi
viaggi
avanti
che
Pao-
lo
avesse
fatte
le
principali
(a)
.
Discorre
poi
dell
uso
del dipingere
le
facciate
de
palazzi,
e
dice
che
fra
le
molle
citt
d
Ita-
Ua
,
Venezia,
Genova,
Pesaro
e Mantova
sono
a
piene
di
facciate
colorite;
ed
a
questo
propo-
sito
ricorda
queUa
dipinta
da Giorgione
a
Ve-
(i)
Veri
Prec.
p.
n^e
ii5.
(i) Ivi
L.
11
1,
C. VII.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
35/308
XXIX
i
? .
*
nezia sulla
piazza di
S.
Giovanni
e Paolo
(0.
Trovandosi nell'
Umbria
ebbe
pi
volle
occa-
sione. di
estimare
diverse
opere
fatte da buoni
pittori
,
quali
sebbene
meritevoli
per
le loro
fa-
tiche
e stenti grandissimi, non
meno
che per l
ec-
cellenza delle loro
pitture
,
di
essere
largamente
ricompensati
,
da
chi
punto
non
aveva
cognizio-
ne
dell
arte,
erano
male
compensati:
e
perch
l
Armenini
aveva
opinione
di
valente
ed
onora-
to
artista
riusciva
a
togliere
le
contese
con
reci-
proca soddisfazione delle parti
(a)
.
Pi
tardi
assai
che
nelle altre
provincie
pare
che
fosse
in
Toscana,
perocch
vi
fu
quando
Federigo
Zuccari
gi aveva terminata
la
cupola
di
S.
Ma-
ria del Fiore
,
dopo morto
Giorgio Fasari,
che
aveva di gi
cominciato
a colorirla. Ed
pro-
babile
che
terminato
il
suo
viaggio
d
Italia per
vedere
le
opere
de'
buoni
artefici
in
tutte
le
cit-
t
t
che
si chiudono
fra
Napoli
e
Milano
,
e
fra
Geno\a e Venezia per
lo spazio di nove anni
non
lardasse molto
a mutare
professione
eil
abi-
to insieme, a
ci
costretto
da chi di
lui
poteva
disporre
(3)
.
Fattosi
adunque
chierico
o
frate,
che
di
ci
non mi riusc
di trovare
memoria, sebbene ab-
bandonasse
t
arte
,
non
lasci di
giovare
a co-
loro che
V
eserciterebbero
,
raccogliendo in un
volume tutti
i
precetti
dellarte
medesima
e le
cose
di
maggiore importanza che
osservate
ave-
_
(i)
Ivip.
129,
re.
(a)
Ivi L. III.
C.
XV.
-
(
3
)
Veri Prcc.
Proem. cd altrove.
* .-
m.
M
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
36/308
XXX
va
ne
suoi
viaggi
o
udite
raccontare
da
-valenti
maestri.
L'oscura
e
ritirata
vita
ch'egli condusse
dopo
avere
cambiato abito, lo invol
per
cosi
di-
re
agli
occhi
del mondo chegli aveva
abbando-
nato
,
e
dopo
tale epoca
non
trovasi memoria
di
lui. Ben
sappiamo
che
ancora
vivei-a nel
iSSy
quando
si
pubblicarono
in
Uavenna
isuoi
Veri
[ire
-
cetli, e
pensa
taluno,
non
saprei con quale
fon-
damento,
che
in tale
epoca si trovasse a
Classe
,
appartenendo a
quel convento .
Desidero
che
questa
biografia
venga
sotto
agli
occhi
di
qual-
che
dotto suo
cornpatriotto
,
il
quale
per
onorare
la comune
patria
raccolga
pi
circostanziate
no-
tizie
intorno
alle
pitture
che
tArmenino
fece
in
Romagna
ed altrove
,
ed
alla
privata sua vita
.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
37/308
AGLI
STUDIOSI
DELLA PITTURA
PROEMIO
Io
son
sempre
stato,
e
sono tuttavia di
opinio-
ne,
che
questa
bellissima Arte della
Pittura,
sebbene
da
quella
bassezza e
viltade,
ov'era
nei
secoli
passati
caduta
,
si
veda oggid
ad
alto ed
onorato grado
risorta,
nondimeno
non
abbia
ci
fatto
con si
fermo
e
stabil piede,
che
non
si
abbia
piuttosto
a
temere
che
sia
per
ricadere
abbasso
,
che aspettare
,
chella abbia
a
salire
a
maggiore
altezza, perciocch
quanto
io
pi con-
sidero
i
suoi
presenti effetti,
e
lo stato,
nel
qua-
le
essa
ora si trova, tanto pi parmi vedere il
pericolo
suo
maggiore;
conciossiacosach
siano
venuti
meno
quegli
arteGci
,
che
con
tanta ec-
cellenza
e
felicit
l'avevano sollevata, n
se
ne
vedon
rinascere
degli
altri
in
gran
parte
come
quelli
perfetti,
e
tuttavia
le opere
loro,
che
so-
no
maravigliose
,
vadano
col
tempo
consuman-
dosi
.
E
che
cosa
dobbiamo
noi aspettare dal
non
vedere
pi alcun
beUingegiio
di
egual
va-
lore
ai
passati,
il
qual
vada
conservando
la
ri-
putazione
dell'arte
,
e
conduceiidola
avanti,
se
non
che
torni un
giorno a
ricadere
in
quei
pri-
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
38/308
3
P
H U
i:
M I
o
mi
termini
(ti
semplicit
e goffezza, ove
g
molle
altre
.arti
e scienze
lu
per
(oolti
miseramente
sepolta
dalla laarbarie de
Vandali
,
Longobardi
ed
altre
nazioni
si
re? I
quali
termini
quali
fossero, lo din
no
infinite stranissime
dipinture
fatte
su
di
molte
chiese vecchie,
e quei
fantocc
inai
fatti
distinti in
campi doro,
che
si
no
sparsi
in
molte
tavole
per
tutta
Italia
d('
io,
il quale ho sempre amato
molto
1:
t.'izinne
e
grandezza
di
questarte,
per
gi
ed
ajutnrla
in
questi
suoi
pericoli
e
hi:
quanto mi conceda
la
debolezza delle
m
ohe
forze, ho
determinato
di
raccoglii
scrittura,
con
quella
maggior brevit
eh
Ir,
alcune regole e
precetti,
i
quali
soi
me
fondamenti
immutabili dell'arte,
acc
i
giovani
studiosi delia pittura
non
ahi)
spaventarsi
dal
convenir impararli
con
lu^
/:
di
tempo
e
fatica quasi intollerabile,
(|ucsto a farsi pigri
e
negligenti pi di
'
che
ricerchi
il bisogno
deliarle,
la
quali
sla al
declinare,
e sta
di
giorno
in
giorii
d.ire
il
crollo
. I
quai
precetti
,
e
regole
in
diversi, come
in
ampia selva, ho
cercai
Itinghissimo
studio
ed industria
di
mette
sieme,
e
farne raccolta
in
un
luogo
solo,
I
raccolta venga a
facilitar
quella strada,
1
le
hnura
stata
cos difficile
e
faticosa;
faccio
tanto
pi
volentieri,
poich
ninne
io
sappia
,
avanti
a
me
ha
ci dimostra
stintamente ed
a
pieno in
iscrittiira; e
non
solo
di
porgere molto
lume alla
gios
che desidera darsi a
questo
studio, ma
giudizio
ancora agli
animi,
che
si
dileti;
contempl.nre
e
considerale le
gi fatte
I
ticciocch essi
con la
cognizione
che
avi
Digiii.
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
39/308
PROSMIO
3
nata
da
vere
ragioni,
della
bellissima
pittura
,
abbiano ad
empirsi
i loro
palagi
e
le
loro chiese
di
cose
eccellenti;
e
voi,
giovani,
possiate
inani-
marvi alle
fatiche,
che gi
saranno
rese
men
dure
e
nojose;
e
con piacevol
studio esercitan-
dovi
,
riuscire
eguali
di
riputazione
ed
onore
a
quegli
uomini grandi,
i quali
sono
stati al
mon-
do,
e tuttavia
sono
cos chiari
e
famosi.
E per-
ch
cosa
manifesta
che non
si
trova
arte
al
mondo
di
sorte
alcuna
,
o
sia
liberale,
o
mec-
canica
,
nella
quale
non vi
siano
stati
particola-
ri ordini
nei
libri
descritti,
e
modi,
e
termini,
e
documenti,
e non
abbiano
coloro
che le
eser-
citano
nelle
menti,
e nelle
memorie
loro
come
in luogo
secreto
rinchiusi molti
bei secreti ed
avvertimenti
acquistali
da
loro
con
lunghezza
di
tempo,
e
con
molta
industria e
fatica;
la
pittura
non
ha
avuto
per
ancora
chi
ad
utilit
del
mondo
li
raccolga
,
o
pubblichi iii un
volu-
me solo;
ma tutto
quello,
che
se
ne potria
sa-
pere
sotto
ferme
regole,
stato sempre,
come
si
detto,
riposto
negli
animi
degli
artefici.
Non
polendo
essi tollerare,
che
altri col
mez-
zo
delle
fatiche
ed
invenzioni
loro
gli avesse-
ro
ad
agguagliare,
e
forse
farsegli
superiori,
co-
me
non
cosa
difficile fare
accrescimento
alle
cose
gi ritrovate,
bau
fatto
professione
di
te-
nerli cos secreti
,
che
non
solo
non
han lascia-
to
moversi
a
palesarli, n
per
servit,
che
loro
usata
fosse
da
scolari
desiderosi
dimparare,
n
per
benevolenza
od
amore, che gli
amici lor
di-
mostrassero
;
ma
ancora
han
patito
che
insie-
me
col corpo
loro
siano
in uno
stesso
luogo
se-
polti
,
con
danno
notabile de
viventi,
e
vergo-
gna
grandissima
dellarte,
la
quale
essendo
di
quella
bellezza
e
giovamento
,
che
pure
,
non
so
come possa
fuggire,
che uou
le
sia
di
biasi-
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
40/308
4
PROEMIO
mo e
vituperio
grandissimo,
che essa
quasi
so-
la
si
trovi,
la
quale
mai non sia
uscita
in
pub-
blico
per
l>enefcio
universale
delle genti. Anzi
i
maestri
eccellenti
de' nostri
tempi hanno po-
sto in
costume,
chio
chiamer
piuttosto abu-
so,
di
riserrarsi
e
chiudere
ogni
minima
fe.ssu-
ra
quando
lavorano,
di
maniera che
appena
li
posson
vedere coloro che li servono
:
e per
que-
sto
l
dove
dovevano
con
TiiEsegnare
e mostra-
re
facilitar
continuamente
larte,
piuttosto
con
tenere
in
s stessi ed ascondersi,
lhanno
resa
diffcilissima.
Da
quali inconvenienti
poi
suc-
cesso,
che
molti giovani da
alcuni
anni
in
qua,
desiderosi
di
farsi eccellenti,
e
fuggendo
le
ser-
vit,
dalle
quali non possono
cavare
cosa,
che
faccia
a
loro
proposito, si son
dati
con
animi
grandi
e risoluti
a
tentare d'impararla
da s
me-
desimi,
e con
lungo ed
assiduo
studio
si
soo
posti
ad
imitare
gli esempj comuni, che
sono
i
disegni
fatti
alla
stampa,
le
opere
che si
vedo-
no
de buoni,
i ritratti
del
naturale
,
e
le
scul-
ture
antiche
di marmo
e
di bronzo, con
altri
belli
ed
artiBcinsi
effetti, i quali
quanto
mag-
gior
bellezza
ed artifcio in
s
contengono, tan-
to maggiore
utilit danno
a coloro,
che
le
van-
no
imitando;
ma
tuttavia ci
fanno
con
tanta
fatica
,
e
con
s
lungo
modo
,
che
prima
arriva-
no
al
fine della
vita
,
che
alla desiderata perfe-
zione
.
E nel vero son
questi tali
dal
vero
mo-
do
gran fatto
lontani
,
che non
si
accorgono,
che tien
dimpossibile,
che alcuno,
senza
aver
chi li
mostri
i debiti ordini e documenti
,
sin-
cammini
egli
stesso per
retto
e
lodato
sentiero,
che
lo conduca
a
termine
di
lode
e
di
onore:
e
chi
senza
essi si mette
per
cos
lungo e
fatico-
so
viaggio,
forza che trabocchi,
non
allrimen-
te
che si
faccia
il
cieco,
che
cammina
senza
il
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
41/308
PROEMIO
5
bastone
,
in
disusate
maniere ed
intricati vi-
luppi .
Ci
si
veduto molte
volte
per
T
addie-
tro,
e
tutto
d
si
vede
ancora
per
esperienza
di
molti,
i
quali
dopo
di
aver
perduto il
fiore del-
la loro
giovent
senza guida
per questo
comun
sentiero
troppo
spazioso
ed oscuro ai
cammi-
nanti
,
son
rimasi
in
fine
dogni loro
speranza
grandemente
ingannati.
E
chi
dingegno
cosi
ottuso
e
grosso
,
che
non
conosca che
non
si
pu
,
u
bene
,
n
in
tempo
,
che
non
trapassi
let
di
un
uomo,
imparare
unarte piena di
tante
cose, e
copiosa
di
esempi di
maniere
qua-
si
infinite;
non
avendo
chi
continuamente li
mostri,
e
lincammini,
e
quasi gli accenda il
lume
avanti,
col
quale
.scorger
possa il retto
e
lodato
sentiero?
E
coloro, che
si hanno pensato
di
voler
tentar
tutte
in un
tempo le tante
di-
verse
vie
che
ci
sono, non
han fatto
altro
se
non
che
si
sono
trovati
starsene
tutto
il
di in
una
confusione
di
pili, statue,
istorie,
model-
li
e
naturali,
aggirandosi
con cavarne
schizzi
e
disegni,
e
non
han saputo quello che
si faccia-
no
,
n
a
che
fine
intendessero di riuscire,
em-
piendosi
il
capo
con tali
vie
,
non
della
buona
maniera
e
delle
belle
invenzioni, ma sibbene
di
mille
confusioni
e
goffezze, dalle quali
lintel-
letto
loro
rimaneva
talmente
offuscato
,
che
ap-
pena
poi
con
lunghezza
di
tempo se
ne
avvede-
vano
conciussiaco.sach
si sa
bene
,
che
i
dise-
gni
delle
stampe danno la
maniera
cruda,
1
o-
pere
dipinte
ritardano,
le
.statue
lindurisco-
no,
i
modelli
la
mostrano
meschina
e
nuda
di
abbigliamenti
,
e
li
naturali,
se non suno
pi
che
belli
,
il
che di rado,
la
promettono
sten-
tata
e
debole.
Ma
di
queste
ed
altre difficolt
delle
quali ab-
biamo
di
sopra
assai
estesamente
ragionato
,
po*
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
42/308
6
PROEMIO
Irebbe dirsi,
che
fossero un
giuoco
a
coinparx*
zinne
di
quelle,
che
alla
cognizione
e
pratica
de
colori
appartengono, poich
chi
ben
non
la
possiede,
poco giovamento riceve
dall'acqui-
sto
di
tutte
le
altre
predette.
E
nel
vero
gran-
de
impedimento nell arte
il
non
sapere
otti-
mamente
usare i
colori
,
senza i
quali
riescon
vani i
concetti dellanimo; e
le
gi trovate
in-
venzioni,
ed
i
varj mudi
e
liquori,
e
le
diverse
e strane
materie,
delle
quali
vengono
compo-
sti,
il
numero
e
la
variet
de
quali
quanta sia,
pu
conoscersi
manifestamente
negli
effetti
prodotti
dalla
natura
,
dalla
quale
quanto lar-
te men si
discosta,
riesce
pi
perfetta;
i
quai
colori
si
schiariscono ed
oscurano
con
diverse
mescolanze e
composizioni. Onde
necessario
aver notizia delle
materie,
che
sono alle volte
strane
ed incognite
a
molti
,
e delle
nature
lo-
ro,
se
siano
tali,
che
patiscano
di
mescolarsi a-
micbevolmente
insieme, o se
pure
come
nimi-
che
non possono
iti composizione
alcuna legar-
si
;
e
pero
fa
di
bisogno di una
pratica
e
di
un
giudizio
grande
e
molto esperto:
n
si
pensi
alcuno di
poter
essere
giammai
tenuto
buono,
quando non posseda
questa
parte perfettissi-
mamente
.
che ci
sia vero, io
ve
lo
potrei
provare
con
lesempio
di
molti giovani
prati-
cati
lungo
tempo
da
me nella
citt
di
Roma,
i
quali,
bench fossero
da
natura
dotali
di bello
ed
acutissimo ingegno,
e nel loro
disegno mi-
racolosi, nondimeno quando
poi
venivano al-
r
atto
di dovere
necessariamente
usare
dei co-
lori
,
cosa
,
che prima
avevano
riputata
faci-
le,
come
in
potest
loro non
si
sentivano; se
non che
sovente
inciampavano
e
cadevano
in
molti errori,
e
riuscendoli
quando una
cosa
,
e
quando
unaltra,
n
sapendo
da
s
sbrigarse-
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
43/308
l>noEMio
7
ne,
nentiiieno
curando
dimparare
da
altri il
modo,
avendo
alla fine
conosciuto in
prova i
loro
vani
capricci,
erano
sforzati confessare
di
essere
come persi, avviluppati e
confusi
;
e da
questo ne
seguilo
poi
sempre,
che
furono
nel-
le
loro
opere timidi
e
paurosi
,
ed
alcuni
di
es-
si, che
mai
poscia
vi
poterono
dopo un gran
consumar
di tempo dar
di
capo, si
videro a
mezzo
il corso miseramente
arrestati
.
Quindi
,
chio
ho
sempre
stimato
che
sia
in
questarte
necessario
,
che
si spieghi
in
un
modo
chiaro ed aperto in
scrittura
il tutto,
ac-
ci
si
rendano pubblici quei precetti, i
quali
fi-
nora sono
stati
si
persi
e
secreti
appresso a
par-
ticolari,
e
ciascun da se
medesimo,
senza
usar
servit
a
chi non
ascolta, n
fa stima
daltri,
possa
imparare
i
veri
modi
dellarte,
e
comin-
ciando
dalle
minute
parti,
che
sono
i
piccioli
disegni
,
si venga
a
scoprire
in
qual
modo
pos-
sa
ciascuno
da
s acquistarsi
una bella
e
dotta
maniera,
e
con
quali arti
e
giudizio
debba
tro-
var
piacevoli e
vaghe
invenzioni
,
e
far
le
sue
composizioni ben accomodate,
e
con
qual
giu-
dizio
si
riducono
a
miglior forma
,
e
le
parti
di
essa
,
e
specialmente
le
figure
si
tirino
bene,
mediante
i
loro
modelli
e
naturali
alla sua com-
pita
perfezione,
e
per
qual
via
essi
modelli
si
debbono
fabbricare,
vestire e
ritraersi
propor-
zionati
co
debiti
mezzi a
quest'effetto
accomo-
dati; con
qual
arte
si
trasportino
giustamente
sui cartoni, secondo la
misura
de' disegni
pic-
coli,
e
con
qual giudizio i
cartoni
possano
con-
dursi
al
suo
fine
mediante
una
buona
scelta
delle
cose
migliori
e
pi
perfette
:
quali
parti
dessi
debbano
essere
le
pi
belle,
e
con
qual
uso
si calchino
su
le
tele
,
o
sopra
lasse,
o
pu-
re
sui
muri,
senza
punto
guastarli
,
u
farli
of-
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
44/308
8
PROEMIO
fesa
in
parte
alcuna:
e finalmente,
passando di
cosa
in
cosa
per grado,
si
porga
tal
lume
a
quelli,
che
si danno
a
questarte,
che potesse-
ro
una volta
tenersi
sicuri
d
esser
sulla
buona
strada
,
e
quietarsi
senza
cercare
altra
cosa .
Ed
oltre
le
suddette
cose,
sarebbe
molto uti-
le,
che col medesimo
ordine si
determinassero
tutte
le
variet
de
colori
,
mostrando
il
modo,
col quale
nel
mescolarsi
insieme
si
cava
qual-
sivoglia
tinta
da
rappresentare
le
cose
sotto
le
sue
forme naturali
,
ed
in
qual
maniera
si
pos-
sano
variare or
I uno or laltro,
ed
unirli in-
sieme,
di maniera
che
restino
belli
e
vivaci
;
e
riducendu
a termine
questa
pratica,
che
i stu-
diosi
da loro stessi,
con la
sola
scorta
di
que-
ste
regole
e precetti
,
potessero
condurre
con
bella
e
graziosa
maniera
l
opere
loro
a
perfetto
fine.
E
non pensi alcuno
da
s
stesso
di pote-
re,
o
per
forza
di
studio,
o per
inclinazion
na-
turale,
o
per
acutezza d
ingegno,
o
per qual-
sivoglia altro ajuto,
n
ritrovare,
n possedere
bene
la
cognizione
e
la
pratica
di
tutte
le
cose
che
abbiamo
detto
di
sopra,
perciocch
se
sono
difficili,
come sono,
nell' impararle
da
altri,
es-
sendo necessario
praticare diversi
paesi
e
per-
sone, ed
usar
lunghissima
servit;
da
credere
che
sia
impossibile
impararle
da
s
medesimo.
Onde
avendo
io
pi
volte
meco
sopra
ci
fatte
molte
considerazioni
e
molti
discorsi
,
e
cono-
scendo
il danno,
che
navviene
allarte
dal
non
aver
in
scrittura
queste
regole, e
questi
precet-
ti, ho pensato
di
volere,
come
si
detto
a prin-
cipio, tentare
per
quanto in me
fia
possibile,
di
supplire
a
questo
difetto
con
speranza
di
far-
vi,
se
non
del
tutto
chiari ed
esperti, almeno
tanto
instrutti,
che
per
la
cognizione,
chio
vi
dar,
vi
si
scemino
in
grandissima
parte le
mol-
-
7/25/2019 Preceptos de La Pintura
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l*ROMlO
9
,
te fatiche,
e
difficolt
che
abbiamo
narrate
di
sopra;
perciocch
col dar
cominciaroento
dai
primi
principj
del
disegno,
io
intendo
di ra-
gionarvi
di
cosa
in
cosa, con quella
maggior
chiarezza e
facilit,
eh
io sapr spiegare in
scrit-
tura,
e
seguitar
fin
tanto, che
a
me
parer
a-
verne
detto
abbastanza.
Il medesimo
intendo
di fare
intorno
al
colo-
rire,
a
favore
ed
ajuto del
quale
spero
di
sco-
prirvi
molti
bei
segreti
ed
utili
avvertimenti,
abbreviando
con
facilissime e
sicurissime
vie
o-
gni
fatica;
e
credo
d
avervi
a
condurre
in
par-
te
,
l
dove
siate
per rimanerne
assai
ben
chiari
e
contenti.
E
sebbene
io
mi son messo ad
iin-
f
resa
,
la
quale
per
la
grandezza ed
oscurit
dei-
arte,
pu
parer
molto difficile
e
faticosa,
non
dimeno ho
speranza
di
condurla
in parte
con
;
la
debolezza
del
mio
ingegno
,
con
la
sperienza
eh
io
ne
ho,
e
con
lo
studio che
ci
ho
fatto
in-
torno,
che
coloro,
i quali per
lavvenire
ne fa-
ranno
professione,
lasciando
forse
da
parte le
loro
pratiche
naturali,
sappiglieranno
per
av-
ventura
a
queste
mie
fatiche,
le quali
se
saran-
-
no
us.ate
come
si
deve,
tengo per
fermo
che
r
opere
loro
siano
per
riuscire pi
facilmente
belle e
riguardevoli.
E
perch
sia
ogni
cosa
chiaramente
e distin-
tamente da
me
trattata
;
user
parlicolar
dili-
genza
intorno
a
quello di eh
io piglier
a ragio-
narvi,
e
dimostrate, che
avr
le
cose
in
partico-
lare
separatamente, maffaticher
col
mezzo
di
aua storia,
la
quale
come
compita in
ogni
sua
parte
porremo
per
esempio
deU' altre,
di
farvi
capaci
del
modo
di
comporle
ed
unirle
insie-
me
,
e
passando
pi
oltre,
tratter
d
un
rego-
lalo e
beHordine
daccomodar lopere,
secon-
-
do
che
ad
ogni
luogo
si
richiede.
E intendo
-
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IO
PROEMIO
L'onfermar tutto ci eh
io dir
con
auteutiche
vere ragioni, ed
eziandio
con
l
uso e con
le-
sempio
de
pi
eccellenti
arteGci
che siano
sta-
ti . Kesta solo, eh'
io
esorti voi
altri
studiosi
del-
larte,
a
ricever queste mie
fatiche
con
quella-
more,
e
carit che
vi vengono
offerte,
ed a
va-
lervene mentre
avete
tempo, considerando,
che
fra
tanto
numero
darti
,
non
u
forse
alcuna
,
nella qual sia
di
maggior biasimo,
che
in
que-
sta,
il
riuscir
goffo
ed
ignorante,
poich
nou
solo
chi
resta
tale
stenta
sempre
mentre
che
vi-
ve, ma
dopo morte ancora
sottoposto
a
tanti
biasimi,
quante
sono loccasioni,
che
porgono
le
brutte
opere sue;
le quali
finch durano,
si
mostrano
sempre
a
suo vitupero :
e pel
contra-
rio,
manifesto