8/8/2019 Cambiamenti climatici, disastri ambientali e ricerca del Consenso - Luca Basile
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EUGAD : European Citizens working for the global development agenda
EUGAD is one of the actions that implement the European Commission Programme of Public awareness and education
for development in Europe
EuropeAid Contract: DCI-NSA ED/2008 153-791
Programme reference: EuropeAid/126341/C/ACT/Multi
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For more information see:
http://www.eugad.eu/
http://www.eugad.eu/wiki/index.php?title=Basile_Luca
Video interview on Youtube: http://www.youtube.com/watch?v=KryAhCKOZTQ
INTERVIEW to LUCA BASILE
CLIMATE CHANGES, CULTURE OF GROWTH and CONSENSUS ISSUES
by Wilma Massucco
Reference for EDUCATORS and NGOs - Conversation with Luca Basile, interviewed by Wilma Massucco during the
Seminary "Partnership for Change" promoted by Amici dei Popoli NGO (Bologna, Italy, 2010)
Who is Luca Basile
Luca Basile is the General Secretary of Amici dei Popoli
NGO
Introduction to the interview
It's undeniable that CO2 (carbon dioxide) is the most influent parameter responsible for climate changes, and it's
undeniable that the Advanced Countries, specifically the G8 Countries, are responsible for most of the 60% of the
historical emission of CO2. The global amount of CO2 in the atmosphere is increasing more and more, and the increase
of GDP (Pil in italian language) is not separate from the increase of the emission of CO2. "I personally believe the
fundamental issue is the “consensus matter” - says Luca Basile, General Secretary of Amici dei Popoli NGO - An
increase of GDP assures an immediate increase of consensus, while climate changes have usually only long term
effects. As consequence, those politicians asking for an increase of GDP in the immediate will probably not be present
to give account of the climate changes, when their effects will be evident. Which means climate changes will not be felt
as a urgent problem by current politicians in charge, unless civil society makes pressure and sensitization for that"
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Key points of the interview
It's undeniable that CO2 (carbon dioxide) is the most influent parameter responsible for climate changes, and
it's undeniable that the Advanced Countries, specifically the G8 Countries, are responsible for most of the 60%
of the historical emission of CO2
The global amount of CO2 in the atmosphere is increasing more and more, and the increase of GDP (Pil in
italian language) is not separate from the increase of the emission of CO2
A climate change may provoke very negative effects on the living conditions of residents, and particularly of
those living in the Developing Countries whose economy is totally dependent on the natural cycles of life. It
means in such a case that, for example, an increase of the temperature may cause an additional reduction of the access to water, already very scarse, with a consequent serious danger not only for their economic income
but for their survival as well
Political commitments are requested to be applied by the Governments and the International Bodies in order
to i. In addition, any person can contribute to the environment sustainability by a personal change of her/his
style of lyfe and of consumption.
I personally believe the fundamental matter is consensus. An increase of GDP assures an immediate increase
of consensus, while climate changes have usually only long term effects. As consequence, those politicians
asking for an increase of GDP in the immediate will probably not be present to give account of the climate
changes, when their effects will be evident. Which means climate changes will not be felt as a urgent problem
by current politicians in charge, unless civil society makes pressure and sensitization for that
Interview, written integral edition, italian language
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INTERVISTA A LUCA BASILE, Segretario Generale di Amici dei Popoli NGO
CAMBIAMENTI CLIMATICI, CULTURA DELLA CRESCITA e RICERCA DEL CONSENSO
di Wilma Massucco
Non si può negare che la CO2 (anidride carbonica) sia la componente maggiormente responsabile dei cambiamenti
climatici e che i Paesi sviluppati, in particolare i Paesi del G8, siano responsabili di più del 60% delle emissioni
storiche di CO2. Tra l'altro la quantità di CO2 continua progressivamente ad aumentare, cioè non si è riusciti a
disaccoppiare l’aumento delle emissioni di CO2 dall’aumento del Pil. " Io credo che il problema fondamentale sia un problema di consenso - dice Luca Basile , Segretario generale di Amici dei Popoli NG - La crescita del Pil assicura un
consenso immediato, mentre i cambiamenti climatici agiscono sul lungo periodo. Presumibilmente gli stessi politici che
oggi presuppongono e reclamano la crescita non ci saranno più a rendere conto dei cambiamenti climatici. Questo
mette dunque i cambiamenti climatici in una condizione di scarso interesse dal punto di vista dei politici, a meno che la
società civile non si faccia sentire".
In riferimento alla Sostenibilità ambientale, che è uno degli otto Obiettivi del Millennio, qual è il tuo punto di vista in
merito alla relazione che può intercorrere tra i sistemi economici e il sistema Terra?
Il sistema economico di fatto si basa su una serie di servizi e di beni che fornisce il sistema Terra. Qualcuno pensa che
questi beni siano sostituibili dal sistema economico, ma una visione che tiene conto di una sostenibilità forte pensa cheil capitale naturale, o meglio i beni e i servizi del sistema Terra non siano sostituibili con dei servizi tecnologici, e che
fra i due vi sia una complementarietà. L’acqua, l’aria che respiriamo, i servizi ambientali rispetto alla fertilità dei suoli,
ecc, difficilmente sono sostituibili dal sistema economico.
Le emissioni di CO2 sono uno dei fattori chiave dei cambiamenti climatici: qual è la relazione tra i sistemi economici e
il fattore CO2?
La CO2 viene indicata dalle Nazioni Unite come il maggior responsabile dei cambiamenti climatici. Il cambiamento
climatico comporta una serie di effetti molto negativi, sia sulla sostenibilità sociale dei Paesi in particolare di quei Paesi
in Via di Sviluppo, che hanno necessità di una maggiore integrazione con i cicli naturali e che basano la loro economia
sulla relazione con i cicli naturali. Sono abituati ad avere tempi di coltura in un particolare periodo dell’anno, e se ci
sono dei cambiamenti ad esempio nella periodicità delle piogge, ne risentono in maniera significativa. Sono abituati ad
avere problemi di accesso alle risorse idriche, e un’eventuale aumento della temperatura potrebbe comportare
un’ulteriore riduzione delle risorse idriche disponibili sulla Terra. Il che potrebbe mettere in grave pericolo sia le loro
fonti di reddito economico che la loro stessa sussistenza.
Un sistema economico come quella attuale, fondato ancora sulla crescita del Pil, è compatibile oppure non è
compatibile con il sistema ambiente?
La quantità di CO2 continua progressivamente ad aumentare. Cioè, non si è riusciti a disaccoppiare l’aumento delle
emissioni di CO2 dall’aumento del Pil. Questo mi lascia perplesso sull’idea che la crescita sul lungo periodo, ovvero
una crescita infinita e progressiva, sia sostenibile. In realtà i dati che sono disponibili al momento ci dicono che non lo
è.
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Eppure i Paesi Sviluppati mi sembra che difendano prerogative che continuano ad andare nella direzione dell’aumento
del Pil, il che va dunque contro la Sostenibilità ambientale ….. esistono delle alter native possibili?
A parole, in realtà, dicono anche di sostenere la Sostenibilità ambientale. Io credo che il problema fondamentale sia un
problema di consenso. La crescita del Pil assicura un consenso immediato, mentre i cambiamenti climatici agiscono sul
lungo periodo. E presumibilmente gli stessi politici che oggi presuppongono e reclamano la crescita non ci saranno più
a rendere conto dei cambiamenti climatici. Questo mette dunque i cambiamenti climatici in una condizione di scarso
interesse dal punto di vista dei politici, a meno che la società civile non si faccia sentire.
Che cosa potrebbe fare il cittadino per supportare la Sostenibilità ambientale?
Credo che complessivamente le Nazioni Unite e i movimenti della società civile siano gli attori che più riescono a
ragionare sulle politiche di lungo periodo.
Bisogna continuare con il processo di sensibilizzazione verso i cambiamenti climatici.Anche perché in alcuni Paesi, in particolare in quelli che subiranno prima di tutti le conseguenze di cambiamenti
climatici quali l’aumento del livello del mare o l’aumento della temperatura, c’è già il consenso sulla necessità di
arrivare a delle politiche stringenti sui cambiamenti climatici.
Non si può negare che la CO2 sia la componente maggiormente responsabile di queste problematiche e che i Paesi
sviluppati, in particolare i Paesi del G8, siano responsabili di più del 60% delle emissioni storiche.
I Paesi sviluppati hanno quindi una responsabilità attuale e anche un debito ecologico nei confronti dei Paesi del Sud del
mondo, e questo va detto.
Ci sono delle necessarie istanze politiche che vanno portate di fronte agli organismi internazionali.
Poi c’è un’azione che può essere portata avanti dal basso, sia con un cambio di stile di vita che con una modifica dello
stile di consumo.
Restando sull’analisi delle scelte effettuate da parte dei Governi, questo significa dunque che i cambiamenti climatici
diventano anche una questione di giustizia?
Se osserviamo il percorso fatto sulla gestione dei cambiamenti climatici, in avvicinamento a Copenaghen, credo che
questo aspetto risulti sempre più chiaro. Un tempo si interessavano alla questione solo le ONG ambientaliste, mentre
oggi si osserva che la questione ha un’ incidenza significativa sulle dinamiche di povertà, di esclusione sociale e
addirittura di rischio di sopravvivenza per interi Paesi. Le piccole isole, per esempio, rischiano la scomparsa se
l’aumento di temperatura non viene mantenuto al di sotto dei 2 °C.
Sarà possibile un cambiamento delle politiche attuali?
Penso che ci siano soggetti in campo molto determinati, come le piccole isole, appunto, e altri. Quello che purtroppo almomento mi sembra che manchi è un consenso complessivo, in particolare da parte dei Paesi sviluppati e dei Paesi
emergenti, cioè da parte di quei Paesi che comunque in futuro contribuiranno in maniera significativa ai potenziali
cambiamenti climatici, per il fatto che le loro economie si stanno sviluppando.
Sono comunque fiducioso che il tema verrà affrontato, anche se non è detto che all’inizio le soluzioni che verranno
individuate saranno realmente quelle risolutive.
Nel qual caso dovremo andare avanti nel costruire pressione politica e anche nel sensibilizzare pratiche dal basso.
Per maggiori informazioni vedi:
http://www.eugad.eu/
http://www.eugad.eu/wiki/index.php?title=Basile_Luca
Video intervista su Youtube : http://www.youtube.com/watch?v=KryAhCKOZTQ