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Venerdì 24 ottobre 2014 Il Mattino Maria Teresa Rossi Salvare la memoria, il rispetto e la digni- tà di quanti sono state vittime dei conflit- ti mondiali. Alla Sun, precisamente, al dipartimento di scienze politiche si è parlato dell'esodo degli italiani prove- nienti da Fiume, dall'Istria e dalla Dal- matia. Un discorso che muove, però, dal lavoro di Simone Cristicchi, ospite della Jean Monnet, ieri mattina. Cristic- chi, cantautore che compie delle scelte non commerciali porta in giro per l'Ita- lia uno spettacolo dal titolo «Magazzino 18». Un luogo realmente esistito, situato nel porto vecchio di Trieste, che racco- glieva, mobili, fotografie, giocattoli, ef- fetti personali degli esuli italiani, scappa- ti alla fine della seconda guerra mondia- le, dopo che quei territori erano stati ce- duti alla Jugoslavia di Tito. Presentato dal preside Gianmaria Piccinelli e dal professore Diego Lazzarich, (umana- mente coinvolto nella vicenda storica, in quanto le sue origini provengono da queiterritori). C'è anche un collegamen- to diretto con il nostro territorio, in quan- to, alla fine della guerra 2937 esuli arriva- rono in Campania, e di questi ben 1034 si divisero tra Aversa, Capua e Ducenta. Dei 500 mila italiani che vivevano nell'Istria e la Dalmatia, 300mila decise- ro di scappare all'orrore delle persecu- zioni delle Foibe. Territori a maggioran- za italiana, dove convivevano popola- zioni italiane e slave prima della guerra. Poi l'avvento del nazionalismo professa- to dal fascismo cambia l'armonia fin a quel momento conosciuta. L'Italia, sconfitta dopo la guerra, è ripagata della stessamoneta e Tito vuole «jugoslavizza- re» i territori italiani e comincia quella che è definita una vera e propria epura- zione culturale. Gli esuli che scelgono di restare italiani e tornare in patria sono mal visti e lasciati al loro destino. Quelli che poterono tornare,perché la persecu- zione jugoslava fece sparire nella sola foiba di Basovizza tra il maggio e il giu- gno del 1945-2500 persone. E le Foibe comprese tra Istria e Dalmatia erano 1700. Tutto questo è raccontato da Simo- ne Cristicchi in «Magazzino 18». Un mu- seo, «magazzino 18» dove, un numero, un nome significano l'azzeramento dell'identità di tanti italiani. Un cimite- rodegli oggetti, raccontatoin uno spetta- colo e in un libro da Simone Cristicchi per ricordare italiani come noi, che so- no stati lasciati senza memoria. Alla fine dell'incontrodi Cristicchi con gli studen- ti è stata anche inaugurata la biblioteca della Sun, alla presenza, tra gli altri, del Rettore Francesco Rossi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Università Il «magazzino 18» di Cristicchi: l’esilio dimenticato La manifestazione

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Page 1: [CASERTA - 32] IL MATTINO/CASERTA/04 24/10/14 · 2014. 10. 24. · Servillo,cheeraaccompagnatodal fratello Peppe, co-protagonista de «Levocididentro». A dargli il

Time: 23/10/14 23:20Composite IL_MATTINO - CASERTA - 32 - 24/10/14 ----

32 CasertaPrimopiano Venerdì 24 ottobre 2014IlMattino

LidiaLuberto

Unastandingovationhaaccolto ie-ri sera Toni Servillo, ex allievo delliceo Giannone di Casera, tornatonella scuolacheha frequentatoperincontrare gli allievi di oggi.Unap-plausoscrosciante,calorosochehaquasi imbarazzato l’attore abituatoabenpiùaffollateplatee. «Ma rice-vere questa accoglienza nel liceodoveho studiato e dove è cresciutala mia passione per il teatro èun’emozione speciale», ha dettoServillo, che era accompagnatodalfratello Peppe, co-protagonista de«Levocididentro».A dargli il benvenuto all’ingres-

so dell’istituto la dirigente MarinaCampanile, che lo ha ringraziato«per il dono della sua presenza eper essere riuscito ad intervenire adue ore dall’inizio dello spettacoloal Teatro comunale». Tante le do-mande che gli studenti, introdottidalladocenteDanielaBorrelli,han-norivoltoaServillo,molteincentra-te su Eduardo De Filippo di cuiquest’annoricorreiltrentesimoan-niversariodella scomparsa.Una ri-correnzacheverrà celebrataanchedallaRai, con ladirettadalSanFer-dinando di Napoli, proprio de «Levoci di dentro» dei fratelli Servillo,inondasuRaiunoil2novembreal-le ore 17, per la regia televisiva diPaoloSorrentino.L’annuncioèsta-to dato dallo stesso Toni Servillochehamesso inrisalto l’ecceziona-litàdell’evento.«Levoci di dentro»: quale il sen-

so?«C’è tantodoloreespaesamen-to, in questa commedia che, forse,è la più amara fra quelle eduardia-ne–harispostoToni–perchéèunacriticaaquellaacriticitàdegli italia-nichenonsannoelaborarelatrage-dia,néapprofittarediungrandedo-loreper costruire un futuromiglio-re.Inquest’operanonc’èilmessag-gio di speranza, quell’”adda passàa nuttata”, entrata nel linguaggiocomune,chedàilsensodiundoma-ni meno problematico. Piuttostone”Levocididentro” sipercepisceche, dalle maceriemateriali si fan-no largo macerie morali e che la

guerra ha lascia-todietrodisécor-ruzione, man-canza di valori,incertezza». Ca-ratteristiche dicuiancoraoggisisentonoglieffettitossici. «Eduar-do, però, nonscrive solo testisfiduciati, anzi –ha avvertito Ser-villo–essiprodu-

conociviltà,riflessione,approfondi-mento». Eduardo e i personaggifemminili.«Nonviè,nelladramma-turgiaitaliana,unautoreche,comeEduardo, abbia abbattuto, inchio-dandola alle sue responsabilità, lafigura del pater familias. Egli – haaffermato Servillo – rappresentaquasi sempre famiglie in cui il pa-dreèunpersonaggiodeboleedere-sponsabilizzato, mentre la donnasupplisce alle suemancanze». Checonsigliodàachivolessetrasforma-re lapassioneper il teatro in chiavelavorativa? «Quando ho comincia-tononpensavo chequesto potessediventare ilmio lavoro, anzi all’ini-ziomi sembrava ungioco anche se

l’affrontavocondedizione,discipli-na,studio,serietàecercavodiviver-lo molto intensamente anche daspettatore:a18anniprendevoiltre-no e andavo aNapoli e aRomaperassistereaognispettacolo.Al teatrocomunalediCaserta,invece,miba-stava aspettare la sera della prima:il prefetto non c’era quasi mai e lemaschere mi conservavano il suoposto». Infine la proposta: «Percomprendere il teatro di Eduardolo dovete usare, recitarlo. LavoratesuunacommediadiEduardo,quiascuola.Fatevimettereadisposizio-ne un’aula e cominciate, vedreteche, quasi spontaneamente, usci-ranno fra di voi lo sceneggiatore, ecoluichesioccuperàdelleluci,ilre-gista.Saràquesto, ilmodopiùbelloper celebrare il grande Eduardo. Epoimettete inscena il lavoroalla fi-nedell’annoscolastico, ioviverròavedere anche per la soddisfazionedi constatare che avete seguito ilmioconsiglio».

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Standing ovation per l’ex alunno«Essere applaudito nella mia scuolaè un’emozione davvero speciale»

MariaTeresaRossi

Salvarelamemoria, il rispettoeladigni-tàdiquantisonostatevittimedeiconflit-ti mondiali. Alla Sun, precisamente, aldipartimento di scienze politiche si èparlato dell'esodo degli italiani prove-nienti da Fiume, dall'Istria e dalla Dal-matia. Un discorso che muove, però,dal lavoro di Simone Cristicchi, ospitedella JeanMonnet, ierimattina.Cristic-chi, cantautore che compie delle sceltenon commerciali porta in giro per l'Ita-liaunospettacolodal titolo«Magazzino18».Unluogorealmenteesistito,situatonel porto vecchio di Trieste, che racco-glieva, mobili, fotografie, giocattoli, ef-fettipersonalidegliesuliitaliani,scappa-tiallafinedellasecondaguerramondia-le,dopochequei territorieranostatice-duti alla Jugoslavia di Tito. Presentatodal preside Gianmaria Piccinelli e dalprofessore Diego Lazzarich, (umana-mente coinvolto nella vicenda storica,in quanto le sue origini provengono daqueiterritori).C'èancheuncollegamen-todirettoconilnostroterritorio,inquan-to,allafinedellaguerra2937esuliarriva-rono in Campania, e di questi ben 1034sidivisero traAversa,CapuaeDucenta.Dei 500 mila italiani che vivevanonell'Istriae laDalmatia,300miladecise-ro di scappare all'orrore delle persecu-zionidelleFoibe.Territoriamaggioran-za italiana, dove convivevano popola-zioni italianeeslaveprimadellaguerra.Poil'avventodelnazionalismoprofessa-to dal fascismo cambia l'armonia fin aquel momento conosciuta. L'Italia,sconfittadopolaguerra,èripagatadellastessamonetaeTitovuole«jugoslavizza-re» i territori italiani e comincia quellacheèdefinitaunaveraepropria epura-zioneculturale.Gliesulichescelgonodirestare italiani e tornare in patria sonomal visti e lasciati al lorodestino.Quellichepoteronotornare,perchélapersecu-zione jugoslava fece sparire nella solafoiba di Basovizza tra il maggio e il giu-gno del 1945-2500 persone. E le Foibecomprese tra Istria e Dalmatia erano1700.TuttoquestoèraccontatodaSimo-neCristicchiin«Magazzino18».Unmu-seo, «magazzino 18» dove, un numero,un nome significano l'azzeramentodell'identità di tanti italiani. Un cimite-rodeglioggetti,raccontatoinunospetta-colo e in un libro da Simone Cristicchiper ricordare italiani come noi, che so-nostati lasciatisenzamemoria.Allafinedell'incontrodiCristicchiconglistuden-ti è stata anche inaugurata la bibliotecadella Sun, alla presenza, tra gli altri, delRettoreFrancescoRossi.

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Intantocontinuanofinoadomenica,alTeatroComunalediCaserta, lereplichede“Levocidi dentro”,diEduardoDeFilippoper laregiadiToniServillo,aiutoregiaCostanzaBoccardi,sceneLinoFiorito,costumiOrtensiaDeFrancescoconBettiPedrazzi,ChiaraBaffi,MarcelloRomolo,LuciaMandarini,GigioMorra,PeppeServillo,ToniServillo,AntonelloCossia,VincenzoNemolato,MariannaRobustelli,DaghiRondanini,RoccoGiordano,MariaAngelaRobustelli,FrancescoPaglino.

Al Comunale

Voci di dentro:repliche finoa domenica

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Università

Il «magazzino 18»di Cristicchi:l’esilio dimenticato

Messaggi«Primadi pensarealla scenacome lavorosono statospettatoreinfaticabile»

Valeria Severi«Lo ammiroda sempre comeattore, staseraho apprezzatole caratteristicheumane e il mododi farci riflettere»

Nunzia Cervone«Sono rimastamolto colpitadalla suadisponibilitàe dall’amore checi ha comunicatoper Eduardo»

Giulio Melone«Mi è sembratodi aver a che farenon con un divo,ma con un amicoche ci dà consigliconcretie spassionati»

L’incontro con i ragazzi del Liceo Giannone

Servillo: «Mettete in scenavoi un lavoro di Eduardo»

La manifestazione